Parte la rivolta anche in Egitto, sarà rivoluzione?

Al grido di "pane e libertà" migliaia di egiziani stanno impegnando dalla tarda mattinata le strade della capitale. Le forze di sicurezza non sono riuscite nell'intento di riunire la protesta nelle zone previste e la giornata sembra trascorrere in un vorticare confuso di folle e reparti dell'esercito e della polizia, schierati in maniera massiccia nella capitale. Altre manifestazioni sono state segnalate ad Alessandria, Mahallah, Aswan, Suez, Baltim e Mansoura. Le manifestazioni sono state convocate e coordinate per oggi, 25 gennaio, da gruppi autonomi formatisi in rete attraverso Facebook, catene di SMS (il video sopra proviene da un telefonino) e mail. Il grande movimento di opinione che aveva sostenuto la candidatura di Mohamed el Baradei (poi ritiratosi perché le elezioni sono state truccate come sempre) sembra essere stato rinvigorito dall'esempio tunisino e infatti BBC riporta la presenza di cartelli con la scritta "La Tunisia è la soluzione". La giornata di mobilitazione è stata battezzata "Il giorno della rivolta", ad evitare fraintendimenti e traduzioni dubbie delle intenzioni dei manifestanti. Nei giorni scorsi almeno 12 egiziani si sono suicidati dandosi fuoco, ma il governo ha detto che si trattava di matti, gente fuori di testa. Cartelli e obiettivi della protesta, non autorizzata, mirano senza dissimularlo alla fine del regime egiziano e all'esilio del dittatore Mubarak.
L'Egitto non è la piccola Tunisia e e Mubarak non è Ben Alì, il rischio che ci scappino veri e propri massacri è molto alto, visto che Mubarak si è sempre mostrato deciso e spietato nel reprimere i moti popolari. Le incognite sono tutte nella valutazione del rapporto di forza reale tra la pressione popolare e il residuo consenso su cui può contare Mubarak tra l'esercito, la finanza e il suo stesso partito. Tutta da verificare è anche la reazione degli Stati Uniti, che sull'Egitto di Mubarak hanno sempre contato molto e che con Mubarak potrebbero veder compromesso uno dei pilastri del discutibile assetto che hanno imposto al Medioriente negli ultimi decenni. Per ora le notizie relative a scontri e violenze sono modeste, i manifestanti sono apparsi molto determinati e le forze di sicurezza non hanno ancora fatto ricorso alle armi da fuoco. La dittatura ha bloccato Twitter, ma pare a disagio nel fronteggiare i manifestanti che sciamano letteralmente in grossi gruppi attraverso la capitale, agitando bandiere egiziane e striscioni contro la dittatura. Nonostante i manifestanti siano molti, non è ancora tutto l'Egitto che scende in strada, ma la possibilità che crescano gli episodi di emulazione e altri egiziani prendano coraggio affiancando chi è già sceso in strada sembrano elevate. Aggiornamento: diverse fonti segnalano una vittima, sarebbe un poliziotto calpestato dalla folla.
Ore 19.00 in piazza Tahrir, con il calar del sole le proteste prendono vigore: Manifestanti determinati e coraggiosi Gettonatissima anche la tradizionale distruzione dell'immagine del tiranno: Aggiornamento 22.30: I morti sarebbero tre. Gli Stati Uniti hanno invitato cittadini e governo a evitare il ricorso alla violenza.
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