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Parole&Crociate

Il linguaggio, nostro segno distintivo in quanto esseri umani, può essere usato come arma, oppure come forza creatrice di un mondo nuovo e migliore

Nella nostra contemporanea epoca tecnologico-tecnocratica e informatica, ci sono molte battaglie che si combattono ormai quasi unicamente in una dimensione verbale. Verbale, ancorché non virtuale, dal momento che i media (social e mass) sono un elemento costitutivo della nostra società, sono l’estensione della nostra vita personale e collettiva, sociale, economica, politica, etica, religiosa. Negli spazi di intersezione fra i vari campi delle nostre esistenze di generano così parole-chiave capaci di aprire varchi, nelle coscienze e nelle in-coscienze, informare correnti di pensiero, delineare identità e appartenenze, evocare fantasmi e mostri, esercitare potere.

I mezzi molteplici a disposizione, e l’abilità nel loro utilizzo, riescono poi a conferire ad esse importanza e forza talvolta sorprendenti, ben al di là dell’immaginato e del voluto. Trasformando a volte la realtà, sia nella forma che nella sostanza, rendendo le due cose in ultima istanza equivalenti. Alcune parole diventano armi (simboliche e non) di conquista, utilizzare per influenzare il pensiero, le convinzioni, le scelte del maggior numero di persone possibile. Nuove crociate appunto, battaglie ideologiche in difesa di territori considerati indebitamente espropriati e quindi da riconquistare. Cosa ci fa venire in mente ora la parola indignato? Che cosa il termine spread? E ancora democrazia, Europa, crisi? Oppure diritti, cittadinanza, matrimonio? Quanto potrebbe allungarsi l’elenco?

Lamentiamo da decenni la disumanizzazione delle nostre società, eppure la cifra costitutiva nel nostro human being, il linguaggio, è ancora lo strumento più potente che possediamo. Lo è in quanto forza creativa ed evocativa: in grado cioè di evocare qualcosa di distante nel tempo e nello spazio, e di creare qualcosa che ancora non esiste, nominandolo all’infinito attraverso la voce di migliaia di uomini. Sappiamo che il pensiero può veramente creare la realtà, e il linguaggio è la forma attraverso cui il pensiero si esprime. Ascoltare, leggere, scrivere, parlare, esercitiamoci al linguaggio, ricerchiamone la bellezza estetica, la ricchezza, la profondità, l’efficacia, perché il mondo di domani è quello che siamo in grado di raccontare oggi.

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