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Parlamentarie: le primarie di Grillo

Il Movimento cinque stelle sceglie i suoi candidati al Parlamento per le prossime elezioni politiche.

Si tratta di una iniziativa che, secondo i suoi autori, rivoluziona la procedura delle candidature al Parlamento e pone sul tappeto il ruolo degli iscritti nella scelta dei candidati, senza l’intermediazione dei partiti. Un’operazione di trasparenza che consente agli iscritti di controllare i soggetti che aspirano alla candidatura, le loro capacita e le loro esperienze. In realtà, è un misto di cose interessanti e talune anomalie.

Le anomalie della gestione del voto. La gestione del voto elettronico, la decisione su chi si può candidare, il controllo sulla regolarità del voto e il potere sanzionatorio per eventuali trasgressioni sono rimesse nelle mani dei dominus del movimento, che gestiscono tali poteri. Questi vengono esercitati in assenza di delega degli iscritti. Quanto tutto ciò sia compatibile con la democrazia è facile da capire.

Le anomalie della platea dei votanti. I processi democratici di scelta dei candidati al Parlamento tendono a costituire una platea dei votanti, la più ampia possibile, che non si esaurisce nell’ambito del partito, ma coinvolge in via tendenziale tutti i cittadini, in ragione del loro status di destinatari finali della funzione parlamentare e del loro apporto al finanziamento della politica. In questo quadro appare estremamente riduttivo riservare il diritto di voto ai soli iscritti e consentirne l’esercizio ai soli utenti della rete e precluderlo a metà del popolo italiano, che non ha accesso alla rete e che non sa usare il pc.

Ma se è giusto estendere il diritto di voto anche ai non iscritti e a chi non utilizza il pc, è anche vero che la scelta dei candidati di un partito al Parlamento deve essere fatta da chi condivide il programma di quel partito. Non si può consentire l'intrusione di gente di altri partiti, perché potrebbe darebbe luogo a forme di condizionamento indebite di avversari politici. Ma se è giusto estendere il diritto di voto anche a chi non utilizza il pc, è anche vero che ciò postula un’organizzazione e risorse economiche che attualmente non sono nella disponibilità del movimento. Questi non sono problemi insuperabili per un movimento che, bene o male, qualche risorse e un assetto organizzativo lo possiede. Peraltro basta consentire il voto a tutti quelli che sottoscrivono il programma di governo del partito via web o nelle sedi dei comitati del movimento o nei gazebo.

Le anomalie del processo di formazione della platea dei candidati. Alla base di questo processo c’è la convinzione che la politica sia una cosa semplice, fattibile anche da candidati senza formazione ed esperienza politica. Come nel calcio, tutti i tifosi diventano allenatori, ma le scelte politiche sono una cosa seria e non un giochino da bar sport. La politica è una materia complessa ed importante, richiede, passione, studio, sacrifici, tempo ed esperienza. Non basta un buon curriculum professionale per ricoprire cariche politiche. Non tutte le persone capaci possono essere dirigenti politici, uno può essere un bravo imprenditore, un bravo ingegnere, un bravo avvocato e un politico scarso. Non si può candidare un giovane se non ha attaccato i manifesti, chiuso le sezioni del partito a partecipato ad infiniti dibattiti ad innumerevoli e talvolta noiose riunioni, abbia ricoperto prime cariche all’interno del partito o presso qualche ente locale.

L’esperienza della società civile come serbatoio da cui attingere i nuovi dirigenti non ha dato buoni frutti. Basta considerare il livello basso dell’attuale dirigenza politica, proveniente per di più dalla società civile. Non basta la presentazione alle elezioni comunali o regionale, o l’espletamento di un solo mandato per essere candidato. Insomma ricoprire cariche politiche è l’esito finale di un processo le cui tappe sono l’interessamento e la passione per la politica, il lavoro, la formazione e l’esperienza. La formazione delle liste elettorali deve avvenire in base al merito, alla competenza, ma anche all’esperienza.

L’intermediazione dei partiti. Le Parlamentarie sono lo strumento di formazione delle liste elettorali, del soggetto politico più rappresentativo del popolo della rete, il popolo delle formiche, che su internet, twitter e facebook, si informa ed informa, si sensibilizza e sensibilizza gli altri, è controllato e controlla, ragiona e dialoga, fa satira ed informazione, individua un nuovo tipo di politica che potremo definire orizzontale, causa crisi la politica verticistica ed etero diretta dei partiti e la sostituisce con una politica orizzonte auto diretta . Si giustifica dunque la preoccupazione dei promotori di evitare che il voto sia guidato da comitati o fantomatiche assemblee, e che le liste elettorali si formino, on line, senza l’intermediazione dei partiti.

Il problema, però, non sono i partiti ma la partitocrazia, un male che si cura eliminando le patologie non il malato. Se nella scelta dei candidati c’è un’invasione autoritaria degli apparati di partito è lì che bisogna intervenire. Il sistema delle primarie va in questa direzione, anche se bisogna depurarlo delle incrostazioni ancora presenti per la prevalenza del confronto delle persone rispetto al confronto delle idee. Peraltro non esiste solo l’intermediazione dei partiti, esiste anche l’intermediazione della tv e del web. Chi è più bravo a stare in tv o ad utilizzare internet acquista crediti per essere prescelto dal popolo web per la candidatura. Chi non è bravo in televisione o in internet viene escluso anche se politicamente bravo.

Il problema è scegliere chi sa fare politica e non chi sa utilizzare tv ed internet. Non può non essere candidato chi si occupa della sezione elabora nuove idee, lancia iniziative politiche, predispone buoni disegni di legge, partecipa alla gestione di progetti compatibili con il programma del movimento. Non si può prescindere dalla televisione o dal web, ma occorre impedire che esse diventino il dominus della formazione delle liste elettorali.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.105) 5 dicembre 2012 16:45

    Un movimento che ha un "DOMINUS" (per la verità due, uno palese, il comico violento, e l’altro nascosto, il teorico delle catastrofi planetarie) per quanto mi riguarda - fermo restante la ripulsa per un ceto politico delinquenziale - lo trovo semplicemente repellente.

    Se "il problema è scegliere chi sa fare politica e non chi sa utilizzare tv e internet" allora voi della sinsitra radicale dovete solo rinchiudervi in casa e non uscire più, visto che negli ultimi 40 anni avete combinato solo guai senza convicere nessuno, rimanendo sempre quattro gatti buoni soli a dare fastidio.

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