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Palermo e la giustizia riparativa: un buon esempio da seguire

Da 15 anni Palermo è il laboratorio della mediazione penale, un sistema che consente la riparazione nei confronti delle vittime e la rieducazione del reo. Presentati ieri in un convegno a Villa Niscemi gli importanti traguardi raggiunti e gli obiettivi futuri.

Si è svolto il 12 ottobre a Villa Niscemi il convegno "L'Ufficio di Mediazione Penale della Città di Palermo: tra memoria e futuro". 15 anni di esperienze e riflessioni, organizzato dall'Assessorato alla Cittadinanza Sociale.

Nel corso dell'iniziativa, sono stati illustrati i risultati e le prospettive del percorso fatto dall'Ufficio di Mediazione Penale nei primi 15 anni di attività. Il progetto è stato avviato e sottoscritto nel 2000 tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l'allora Presidente del Tribunale per i Minori, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Minorile e il Direttore del Centro per la Giustizia Minorile, per favorire un percorso di mediazione penale finalizzato alla rieducazione e alla restituzione sociale di chi, per le cause più varie, ha compiuto un reato o è entrato in una situazione di conflitto sociale.

E i risultati sono più che significativi. Circa 400 i casi trattati, molti dei quali avevano come protagonisti minorenni.

Dalle vessazioni a scuola ai danni di uno studente disabile, all'anziana investita e non soccorsa dal giovane in moto, al ladruncolo nel centro commerciale che con il suo furto mette a rischio il posto di lavoro degli impiegati. In tanti e diversi casi, l'azione svolta dall'ufficio ha permesso un incontro fra gli autori dei reati e le vittime, innescando relazioni e reazioni utili ad entrambi.

Ma ciò che ancora più importante è la prevenzione nelle scuole grazie all'insegnamento sulla gestione dei conflitti. Numerosi casi, infatti, se non fossero stati se non fossero stati opportunamente trattati, si sarebbero potuti trasformare in comportamenti violenti diffusi.

"La mediazione è sicuramente una opportunità, una possibilità di ricucire e ricostruire relazioni - ha detto l'assessora Agnese Ciulla - Il nostro impegno è quello di dare continuità a queste attività, rafforzando la dimensione di rete sia con la mediazione che con la giustizia riparativa, che offrono a tutta la comunità e non solo ai soggetti coinvolti la possibilità di ' restituire' cittadini migliori, che hanno sviluppato capacità relazionali e di reciproca utilità".



L'assessore ha comunicato che è già pronto per la firma il protocollo d'intesa con l'Uepe di Palermo per la sperimentazione dei percorsi di mediazione su 15 persone adulte, atti a favorire l'incontro tra l'autore di reato e la vittima dietro disponibilità di entrambe le parti.

"Attraverso un importante lavoro sinergico fra istituzioni diverse e con il privato sociale - ha commentato il sindaco Leoluca Orlando - abbiamo costruito e stiamo rafforzando percorsi che non sono soltanto di inclusione sociale, ma sono di vera e propria ricostruzione di un tessuto di relazioni personali e umane, che spesso si è strappato come conseguenza di un contesto sociale, economico e culturale al quale le istituzioni hanno il dovere di prestare maggiore attenzione. La mediazione penale, che nella nostra realtà 15 anni fa fu il frutto di un approccio visionario di alcuni amministratori pubblici comunali ed operatori della Giustizia, è oggi una realtà consolidata, presa a modello in tanti contesti".

La responsabile dell'ufficio, Dorotea Passantino, ha sottolineato la possibilità e necessità di "estendere la mediazione penale fuori dal contesto giudiziario" e quindi allargando il più possibile questo approccio operativo, tutto improntato al dialogo e al tentativo di risoluzione dei conflitti e delle tensioni sociali in altri ambiti. È quanto peraltro già avvenuto in ambito scolastico con ottimi risultati, favorendo anche la nascita degli spazi di ascolto in cui le diversità e le differenze si possono esprimere. "Poi abbiamo iniziato a sperimentare la mediazione sociale anche in altri contesti esterni dove possono nascere i conflitti come nei condomini o centri aggregativi", conclude la dottoressa Passantino.

L'Ufficio di Mediazione Penale, si avvale anche della collaborazione dell'Opera Don Calabria, che è partner delle attività fin dal 2000 ed oggi rappresentata da Alessandro Padovani che ha sottolineato il ruolo del privato sociale "per portare la voce del territorio e fare da cerniera fra le varie istituzioni, tenendo alta la barra non sul tecnicismo del servizio di un ufficio ma favorendo proprio una dimensione di comunità".

In un contesto giuridico come quello italiano dove un istituto di buon senso come la mediazione fa fatica ad affermarsi già in ambito di contenzioso civile, quello della mediazione penale diventa una ulteriore sfida per rendere la società e la stessa giustizia più giuste. Per rendere possibile tutto ciò occorre comunicazione e cambiamento culturale a tutti i livelli e buone pratiche come quella messa in atto a Palermo.

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