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Lettera SIAE agli autori per difendere il proprio monopolio

La SIAE, società italiana degli autori e degli editori, chiede agli autori di aiutarla a difendere il proprio monopolio nel mercato dell'intermediazione dei diritti d'autore alla vigilia di una possibile riforma dalle prospettive incerte. La concorrenza fa paura?

Fedez

La concorrenza fa paura. Non vi sono altre spiegazioni per giustificare il metodo e il merito dell'ultima iniziativa della SIAE, la Società Italiana degli Autori e degli Editori, da oltre settant'anni monopolista in Italia per ciò che riguarda la gestione dei diritti d'autore.

Dopo l'ingresso sul mercato di SOUNDREEF, società privata nata in Inghilterra ma che opera attivamente anche in Italia, il monopolio della SIAE è ormai vacillante.

Già nell'occhio del ciclone da anni per via dei bilanci in perdita e di una trasversale polemica da parte degli stessi operatori di settore circa l'inefficienza della società, colpevole di essersi nel tempo trasformata in una vera e propria azienda esattoriale alla pari di una aggressiva attività di recupero crediti, SIAE potrebbe essere coinvolta presto da una riforma dettata dalla direttiva europea "Barnier" a cui l'Italia si sarebbe dovuta adeguare già entro aprile.

I princìpi europei sul diritto d'autore vertono innanzitutto sulla liberalizzazione del mercato e sull'efficienza del sistema di gestione e ripartizione dei diritti d'autore. L'Italia non brilla per entrambi gli aspetti ma, nonostante questo, il Governo Italiano fa capire attraverso le dichiarazioni del ministro Dario Franceschini che la "smonopolizzazione" della SIAE non è cosa certa anche se è comunque necessaria una riforma importante dell'Ente. Franceschini ritiene infatti strategico il potere di rappresentanza in Europa di una Società con un patrimonio culturale così elevato come SIAE e che addirittura SIAE costituisca motivo d'invidia degli altri Paesi verso l'Italia.

Ma nonostante sul Governo premano pulsioni conservatrici l'incertezza sul futuro fa ugualmente tremare SIAE che nelle ultime settimane ha visto anche l'uscita di un autore di punta, Fedez, il quale ha deciso di farsi rappresentare da SOUNDREEF perchè quest'ultima offrirebbe un servizio più efficiente e trasparente rispetto a SIAE.

Il rischio che qualche altro big della musica italiana sia tentato di lasciare SIAE in favore della concorrenza ha indotto quindi SIAE a prendere carta e penna e scrivere una lettera a tutti gli 80.000 associati in cui sostanzialmente spiega come l'ente abbia avviato una importante autoriforma interna e come sia altrettanto importante che esso mantenga la posizione monopolista in Italia.

La notizia ha fatto scalpore e la lettera è stata resa pubblica da numerosi artisti tra gli stessi associati SIAE.

SIAE, nella lettera, parla anche di comportamenti strumentali da parte della concorrenza la quale avrebbe interesse a entrare nel mercato solo per profitto invece che per amore verso la cultura del diritto d'autore.

L'accusa suona stonata in quanto negli ultimi anni soprattutto SIAE è stata spesso accusata (anche da molti stessi autori) di essere una macchina esattoriale da cui non emergeva più il valore di un certo scopo culturale di amore per la musica e per un diritto d'autore innovativo che si abbini alla crescita culturale di un Paese e non la ostacoli.

Non si fa attendere la risposta di SOUNDREEF: "Nella comunicazione, SIAE si erge a custode di una creatività in pericolo, a paladina di un diritto d’autore a rischio, come se questo non fosse un tema caro a tutti noi che ci occupiamo di musica, a custode di una cultura che è ovviamente di interesse comune".

La società italo-inglese guidata da Davide D'Atri spiega inoltre come nella lettera inviata ai suoi iscritti SIAE non dica nulla circa i due punti fondamentali che riguardano oggi il rapporto con gli autori ovvero la velocità dei pagamenti e le modalità di ripartizione dei proventi del diritto d'autore. Proprio due tra gli aspetti che hanno convinto Fedez a lasciare SIAE.

Sembrano quindi lontani i tempi in cui SIAE dichiarava di non vedere SOUNDREEF come un concorrente e di non esserne minimamente preoccupata. La situazione, in attesa delle decisioni del Parlamento, è quindi sempre più tesa e la concorrenza è ormai realtà con tutti i suoi pregi e difetti.

"Noi crediamo fermamente che solo un buon servizio per gli autori possa fare la differenza nello sviluppo della cultura e nella crescita del mercato dei contenuti creativi" - dichiara Davide D'Atri di SOUNDREEF, il quale aggiunge: "Fanno sorridere oggi le promesse fatte da SIAE sui futuri investimenti per rendere più efficiente il proprio sistema di ripartizione, giunte solo con l’ingresso di un competitor sul mercato. Questo dovrebbe fare riflettere sugli effetti della concorrenza e sul conseguente miglioramento reale del servizio per gli autori e gli editori".

Al prossimo round.

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