Ora tocca a Milano divertirsi con la buffoneria melodica dei Pluck
Quali e quante creazioni mettendo insieme un violino, una viola ed un violoncello...
Fin qui, tuttavia, scelte di genere musicale a parte, poco di nuovo.
Lo stupore si trasforma, invece, in applauso a scena aperta (al Teatro Libero non può che accadere così!) quando all’abilità dei musicisti si associa una gestualità, una mimica ed una capacità di coinvolgimento del pubblico cui siamo poco abituati
Sono questi gli ingredienti che trasformano l’ora di performance della compagnia Pluck, un gruppo di tre musicisti formatosi nel 2002 e che ha cominciato a mietere successi ed estimatori in tutto il mondo, in un crescendo tale che nemmeno il “can can” finale riesce compiutamente a rappresentare.
La maggiore abilità sta nella capacità di accompagnare e trasportare il pubblico in epoche e generi musicali tra i più disparati creando situazioni, fraintendimenti ed ammirazione nello spettatore.
Si passa dai valzer di Strauss al Bolero di Ravel, da Bach ai Beatles; pur scostandosi dalla mera esecuzione, purista, dei pezzi, la qualità degli stessi si mantiene di alto livello; lo stacco da un genere all’altro viene sapientemente orchestrato e le gag utilizzate allo scopo, questo ritengo essere il merito maggiore, hanno il pregio di non porre mai la musica e l’esecuzione in secondo piano.
Le note musicali, gli accordi, certo arrangiati all’uopo, restano gli assoluti protagonisti; la mimica facciale e di tutto il corpo aiutano lo spettatore nel decifrare il messaggio ed esserne ancor più coinvolto.
Non stupisce che la compagnia Pluck si sia aggiudicata importanti riconoscimenti; geniale la capacità di coniugare commedia (cabaret) e musica. Valga pertanto l’invito del Teatro Libero in locandina: “Ora tocca a Milano divertirsi con la buffoneria melodica dei Pluck quando sfogano la musica in un clima di ditruzione attraverso delle armonie. Portate tutta la famiglia e divertitevi in una serata di totale imprevedibile incendio musicale!”
Cristiano Robbiati
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