• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Opportunità e Concorrenza

Opportunità e Concorrenza

Ho parlato tante volte degli Ordini Professionali, e di come le consideri caste di stampo fascista che di fatto ostacolano il libero mercato, la libertà delle persone di autodeterminarsi e la tanto decantata crescita. Non uso l'aggettivo 'Fascista' a caso (come invece fanno molti, ndr), è proprio un tratto del modello economico fascista quello di dividere le professioni in corporazioni.

Abolire gli Ordini, o riformarli, da come sono oggi concepiti, sarebbe un passo importante per lo sviluppo ed il progresso.

"L'iscrizione all'albo mi garantisce la qualità del profesionista" eccepisce qualcuno. A parte che c'è gente che lavora coi piedi anche tra gli iscritti all'albo, vien da chiedersi a questo punto a cosa servano la scuola ed il percorso di formazione affrontati.

Ma perché abolire gli Ordini Professionali dovrebbe aprire il mercato ed essere in generale uno stimolo per la società? E' questo che molta gente non capisce. Avere più professionisti di una categoria, significa più concorrenza, e quindi minori spese per i clienti. Gli Ordini, poi, impongono delle tariffe minime ai loro membri; prima lo facevano alla luce del sole, poi il Governo Monti ha spuntato loro un po' le unghie ed abolito i minimi, ma sembra che sotto sotto questo gioco continui.

Un altro buon motivo sono le opportunità di lavoro, perché diventare avvocato, idraulico o estetista non è così facile: oltre ai vari studi e titoli da conseguire, si dev'essere anche esaminati da un'altra commissione di vecchi tromboni, che già svolgono la professione, e che certo non hanno molta voglia di trovarsi in casa dei nuovi concorrenti.
Altro pesante limite che gli albi impongono al mercato è quello del 'numero chiuso': esistono dei coefficienti, calcolati sugli abitanti, che impongono un numero massimo di professionisti operanti in una città, rendendo l'accesso al lavoro ancora più difficile.

La mia proposta in merito segue due direttrici: una è quella di rivalutare e potenziare scuole e corsi professionali, affinché il titolo conseguito sia effettivamente qualificante nel mondo del lavoro, la seconda invece è la riforma degli Ordini, da organi di autogoverno ad organi di autocontrollo.
Compito degli Ordini, cioè, sarebbe quello di vigilare sul rispetto dell'etica, della deontologia professionale e della concorrenza. Organi il più possibile 'terzi' composti da magistrati, tecnici anti-trust e rappresentanti di categoria, democraticamente eletti.

Caso particolare è l'Ordine dei Giornalisti, di cui auspicavo l'abolizione, ma non per gli stessi motivi, ma per liberare l'informazione dal cappio con cui l'Ordine la controlla. Il modello per la riforma resta comunque valido.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.113) 27 maggio 2012 18:37

    Parole sante Enea .Il corporativismo degli ordini professionali non solo è un blocco per l’economia ma non garantisce neanche ,anzi tutt’altro, la qualità professionale .

    Esperienza diretta in un esame di abilitazione per geometri ,testimoni oculari ,presente il presidente del Collegio dei Geometri della provinca (evito riferimenti perché ci sono state anche denunce):
    - candidato A ,ben preparato ma assolutamente non protetto ,esame approfondito ,a tratti ostile ,con domande ambigue con il chiaro intento di farlo cadere , anzi su certi argomenti mette in difficoltà la " commissione " giudicante ,poi alla prima incertezza bocciato ,senza neanche un sussulto di vergogna e con il mormorio dei presenti sconcertati .

    -candidato B , un disgraziato sul quale era lecito porsi domande circa la liceità del diploma , un asino ben conosciuto ma assolutamente "garantito " dal gioco delle protezioni , domande del tipo "cosa si usa per fare un buco " ,risposta " il piccone " , bravo vai ,abilitato .

    Questo perché A non aveva santi ma se avesse aperto uno studio tecnico avrebbe portato via lavoro alla lobby , mentre B andava alle dipendenze di una impresa edile "molto influente "(per non dire altro) a fare cantieristica .

    Abolirli sarebbe un atto di decenza .
    ciao

     

  • Di (---.---.---.185) 1 settembre 2012 21:53

    ciao! caro di paolo, anch’io sono d’accordo con quello che affermi e sull’abolizione degli ordini, ma ti ricordo che siamo in Italia e fare dei cabiamenti radicali come la cancellazione degli inutili ordini professionali è praticamente impossibile.
    Qunidi dobbiamo rassegnarci....
    Ciao!
    Marco 80

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares