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Omicidio Stradale: populismo giuridico o autentica necessità?

La Camera ha approvato il disegno di legge che introduce il reato di "omicidio stradale" non ritenendo sufficiente le norme già in vigore per l'omicidio colposo. Il PD esulta motivando che si è soddisfatto un bisogno dell'opinione pubblica. Ma quali criteri devono ispirare una legge in campo penale?

Il disegno di legge sull'omicidio stradale è stato approvato dalla Camera dei Deputati con 276 voti a favore, 20 contrari e 101 astenuti. Il testo dovrà però tornare al Senato essendo state introdotte delle modifiche. Contro ha votato Sel, mentre Fi e M5S si sono astenuti. Ecco cosa cambia in sintesi: l'omicidio colposo diventa reato, aumento delle pene per chi lo causa la morte di una o più persone guidando in stato di ubriachezza o sotto effetto di droghe e pene severe anche per chi si dà alla fuga dopo aver provocato incidenti mortali.

Il deputato del PD, Alfredo Bazoli, ha spiegato in aula che "La legge dà una risposta alle richieste dell'opinione pubblica, inasprendo in modo considerevole le pene e le sanzioni per i comportamenti più gravemente lesivi da parte del conducente di un veicolo, dentro un quadro equilibrato e ragionevole, in cui pene e sanzioni sono graduate a seconda dei differenti comportamenti. Abbiamo dunque introdotto due nuove fattispecie di delitto, quella di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, rendendole autonome dalla fattispecie generale di omicidio colposo".

Da tempo si discute circa l'opportunità di prevedere tale fattispecie autonoma di reato. Da un lato c'è una larga fetta di giuristi che ritiene già sufficienti le norme esistenti ponendo invece l'accento sulla certezza del diritto e sulla corretta valutazioni delle aggravanti. Dall'altro c'è una politica sempre più populista, attenta al lato emotivo dell'opinione pubblica, spesso fuorviante nell'indicare la via giusta, però funzionale al ritorno in termini di consenso.

Il rischio che si sia fatta una legge superflua per cercare un consenso popolare non è affatto da sottovalutare. Ma uno Stato di diritto può permettersi tale "superficialità giuridica"?

E' lo stesso Bazoli a spiegare il punto di vista della maggioranza: "Il disegno di legge si è reso necessario per la acuta sensazione di ingiustizia che episodi di morti a causa di incidenti stradali hanno generato nell'opinione pubblica, che si è fatta larga la richiesta di una maggiore severità nel trattamento di questi comportamenti, sia per garantire meglio la giustizia in grado di comminare la giusta sanzione a chi ha commesso un reato, sia per creare un potente effetto deterrente e dissuasivo, nell'ottica di prevenzione cui dovrebbe assolvere la sanzione penale".

Premettendo che la funzione della sanzione penale è anche (e credo soprattutto) quella della riparazione e reintegrazione del reo nella società, le dichiarazioni di Bazoli non sciolgono del tutto il dubbio se non fosse già possibile con le norme in vigore attuare sanzioni severe e proporzionate alla gravità dell'azione commessa.

Spesso in altri casi, del resto, si è visto come l'inasprimento delle pene detentive non abbia prodotto in realtà una proporzionale riduzione dei reati.

Per il presidente dei deputati PD, Ettore Rosato, la legge serve anche per educare: "Con il provvedimento approvato oggi vogliamo introdurre un deterrente per aumentare il nostro senso civico. La corretta educazione stradale non può prescindere da una riforma degli aspetti penali, nelle parti che si sono dimostrate meno efficaci. L'aggravio delle pene, il raddoppio della prescrizione, e la revoca della patente sono graduati in proporzione alla gravità della violazione per perseguire davvero i crimini della strada. Perché oltre all'educazione, anche norme più precise e pene certe servono a fare buoni cittadini".

Ma vediamo in breve quali sarebbero queste norme che aiuteranno a migliorare il senso civico dei cittadini.

La pena carceraria base per la violazione del codice della strada rimane compresa tra 2 e 7 anni. La pena sale tra 8 e 12 anni nei casi considerati "aggravanti" ovvero la guida in stato di ebbrezza grave (con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe). Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio). 

Puniti più fortemente camionisti e conducenti di autobus per i quali la pena massima scatterà con un tasso di 0.8 g/l.

Oltre al carcere è prevista la revoca della patente che si potrà riottenere solo dopo 15 anni in caso di omicidio o 5 anni in caso di lesioni. Se l'omicida è fuggito dopo il fatto occorreranno 30 anni per riavere la patente.

Raddoppiano, inoltre, i termini di prescrizione. L’arresto è obbligatorio in flagranza nel caso più grave (forte ubriachezza e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo. Il pm, inoltre, potrà chiedere per una sola volta di prorogare le indagini preliminari.

Ma c'è anche chi ritiene che le nuove norme siano deboli e insufficienti. "E' Giorgia Meloni (FDI) che commenta: "Con questa legge, tra attenuanti, patteggiamenti e condanne lievi, difficilmente qualcuno in Italia andrà in carcere per l'omicidio stradale. Come sempre noi continuiamo a stare al fianco delle famiglie delle vittime, sperando che quello di oggi sia solo un debole segnale per raggiungere un risultato giusto e per evitare che l'unica certezza per chi commette un omicidio stradale sia l'impunità, come accaduto fino ad ora".

Se l'unica certezza finora è stata l'impunità e, come sospetta la Meloni, lo sarà anche con le nuove norme, allora la domanda iniziale ritorna con tutto il peso delle non risposte. Il problema è di far applicare le leggi e soddisfare la domanda di giustizia delle vittime. Questo si poteva fare con le leggi già in vigore oppure per il motivo che non si riesce a far funzionare la macchina giudiziaria e a soddisfare il bisogno di giustizia, ci si illude che introducendo una legge specifica spinta dal sentore popolare basti a risolvere il problema? Il rispetto del dolore dei familiari delle vittime si soddisfa con la certezza di diritto ma anche con la diffusione di una cultura giuridica che aiuti tutte le parti a trovare la via giusta, al netto di onde emotive e populismo.
 

 

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