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Obama: primi contatti internazionali tranne... Trova l’escluso

Non è passata che una settimana dall’insediamento di Obama alla Casa Bianca, ma il nuovo presidente ha già fatto parlare di sé. Per le prime decisioni su Guantanamo, l’ambiente e l’economia, da una parte. E per i primi contatti internazionali, dall’altra.

In rapida successione, il presidente USA ha parlato con i protagonisti della scena politica mediorientale (il presidente egiziano Mubarak, il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, il premier israeliano Olmert, il re saudita Abdullah, quello giordano Abd Allah); con i Paesi confinanti (ha incontrato il presidente messicano Calderon e ha telefonato al primo ministro canadese Harper); con l’ONU (il segretario generale Ban-Ki Moon); con la Russia (ha telefonato al presidente Medvedev); con gli alleati europei (Sarkozy, Brown, Angela Merkel).

Obama durante il discorso di Berlusconi al Congresso USA, nel 2006
Obama durante il discorso di Berlusconi al Congresso USA, nel 2006


 

E’ notizia di oggi il colloquio con il primo ministro australiano Rudd e il presidente colombiano Uribe. Inizia a definirsi, intanto, la scaletta dei viaggi internazionali che il presidente americano compirà in questo primo anno di mandato: rispetterà la tradizione destinando la prima trasvolata al frontaliero Canada (il 19 febbraio), poi si recherà a Londra per il G20 (aprile) e da qui si sposterà al vertice NATO franco-tedesco di Strasburgo-Kehl e forse al summit UE di Praga, per poi visitare le capitali europee Parigi e Berlino. Probabile, subito dopo, una trasferta a Mosca.

Povero Silvio. Non una chiamata, non un sms, neanche un’email dal Blackberry presidenziale. Deve limitarsi a esprimere soddisfazione per il dialogo Obama-Medvedev, che, come era evidente ai più, non hanno certo bisogno del pontiere di Arcore per parlarsi.

E il nostro premier era già stato snobbato nel primo giro di telefonate seguito alla vittoria elettorale del candidato democratico a novembre: sin da allora si era subodorato che i rapporti tra Obama e Berlusconi, e ben prima della gaffe sull’abbronzatura, non fossero idilliaci:

Per di più, Obama aveva tagliato fuori l’Italia dell’ultrasettantenne tinto, chiacchierato passacarte di George W. Bush, dal giro europeo della scorsa estate. Resta il G8 di luglio in Sardegna, quando il nostro premier potrà finalmente accogliere Apicella, le gemelle dell’Isola dei famosi e il presidente americano nel solarium sul terrazzo di Villa Certosa. E regalare a tutti un tubetto della crema abbronzante extra dark che usa lui. Sempre che a quel tempo ci saremo ancora, nel G8

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