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Nucleare: il pericolo "dell’atomo"

L' 8-9 novembre 1987 in Italia si votò il referendum sul nucleare. L'80,6% dei votanti, vale a dire circa 21 milioni di italiani su 25 disse no all'energia prodotta da centrali atomiche.

Sono passati ben 24 anni da quel referendum, ma la pericolosità dell'atomo e lo svantaggio economico non sono certo diminuiti, anzi sono aumentati. E che l'energia atomica fosse una tecnologia svantaggiosa, vecchia, pericolosa e sorpassata gli italiani l'avevano già capito. Affidare l'Italia, paese a rischio sismico, al nucleare è come chiedere a un cappone di passare il natale. Ma oltre i danni alla salute che una centrale nucleare potrebbe creare in caso di calamità naturale, in caso di incidente umano o in caso di attentato terroristico, è svantaggiosa economicamente parlando.

E' inutile dire che l'Italia acquista energia elettrica dalla Francia che viene prodotta da centrali nucleari che si trovano al confine pagando il doppio. Per costruire una centrale nucleare ci vogliono 10 anni per una spesa di 5 miliardi di euro, progettate per una vita media di 22 anni. Dopo tale termine le centrali nucleari devono essere smantellata con costi di smantellamento. Gli Italiani dovrebbero quindi pagare i costi di costruzione, di mantenimento e di smantellamento.

L'Italia non sarà mai energeticamente sufficiente, perché è priva di combustibile nucleare quale l'uranio. Bisognerebbe importarlo dall'estero. Gli italiani dovrebbero pagare anche i costi di importazione del combustibile. 

Infine il problema delle scorie è ancora aperto. Dove le metteremo? Tutti i nuclearisti, mica vorrebbero una discarica di scorie radioattive vicino casa? Saremmo costretti a portarle all'estero. Gli Italiani dovrebbero pagare quindi anche i costi di smaltimento scorie. 

Le bollette degli Italiani, non saranno più il doppio, ma il triplo. Il futuro per risolvere il problema energetico italiano è la green economy. Si possono sfruttare le fonti rinnovabili, come l'energia solare, l'energia eolica e l'energia idrica, in maniera sicura, in maniera economica e soprattutto senza nessun impatto ambientale e sulla salute dei cittadini.

Gli Italiani l'avevano capito nel 1987 e ne saranno più consapevoli quando andranno a votare nel mese di giugno i tre referendum promossi dall'IDV: uno sul nucleare, uno sulla privatizzazione dell'acqua e uno sul legittimo impedimento. 

Commenti all'articolo

  • Di claudio (---.---.---.99) 24 marzo 2011 14:01

    La stessa quantità di energia che produrrebbero 6 centrali EPR del tipo che vorrebbe il nostro governo è ottenibile semplicemente riconvertendo le nostre attuali centrali termoelettriche funzionanti con cicli a vapore in centrali a ciclo combinato o turbogas, con aumenti della loro efficienza per il 17% circa. L’operazione chiederebbe molto meno tempo della costruzione di centrali atomiche, darebbe lavoro ad aziende italiane (l’Ansaldo è tra le maggiori aziende europee del settore - le centrali atomiche le costruirebbero invece ditte francesi), non avrebbe impatti ambientali né ora né in futuro, e sarebbe molto ma molto più economica. Ecco l’inconveniente più preoccupante, laddove vige l’equazione minore flusso di denaro = minori tangenti. La disponibilità di uranio per il futuro è pari a quella di petrolio, la sua estrazione e il suo trasporto invece comportano rilascio di radiazioni ionizzanti (provocanti tumore e leucemie in chi ne viene esposto). Le centrali nucleari, oltre che non essere sicure, producono scorie che emettono radiazioni letali per 24.000 anni: bell’eredità che questi politici vorrebbero che lasciassimo ai nostri figli !!! FERMIAMOLI E VOTIAMO SI’ A GIUGNO

    • Di (---.---.---.17) 24 marzo 2011 15:27

      Finalmente una persona che anche se ha una opinione differente sul nucleare che ho io, ha delle motivazioni, delle argomentazioni che fanno pensare.

      Sinceramente non sono a conoscenza di tutte le informazioni che ha citato, ma siccome ho letto che è un Energy Manager, senz’altro sarà a conoscenza di tutto ciò. 
      Volevo porle alcune domande:
      1) Io sono il primo che cercherebbe altre forme di energia alternative come l’eolico e il solare, ma non le sembrano ancora troppo premature per soddisfare il fabbisogno italiano?
      2) Ho letto il suo commento nella quale dice che basta aumentare l’efficienza del 17% delle attuali centrali termoelettriche per produrre lo stesso quantitativo di energia prodotto dalle 6 centrali EPR. E’ la prima volta che sento dire questo e mi fido ciecamente, ma perchè non ne parla nessuno? Non può essere solo un fattore di tangenti dai.......
      3) Lo stato italiano sta subendo delle multe di centinaia di milioni euro a causa dello sforamento del protocollo di Kyoto sull’emissione di CO2, non sarà proprio a causa delle centrali termoelettriche italiane e della totale mancanza di piani energetici futuri?

      Cordialmente,
      Luigi
    • Di fulviob55 (---.---.---.49) 24 marzo 2011 17:31

      Mi scusi signor Claudio, senza entrare nel merito del nucleare sì o no: i turbogas funzionano a metano, combustibile fossile non infinito, come petrolio e uranio stessi, e, la combustione del metano, è responsabile del 20% dell’incremento dell’effetto serra.
      Tanto per dire che niente è veramente quello che sembra, anche in merito alla presunta semplicità di riconversione delle esistenti centrali termoelettriche.

    • Di Renzo Riva (---.---.---.214) 26 marzo 2011 01:40
      Renzo Riva

      di claudio,

      Dove ha appreso quanto lei ha scritto: "...attuali centrali termoelettriche funzionanti con cicli a vapore in centrali a ciclo combinato o turbogas, con aumenti della loro efficienza per il 17% circa".

      Ora non voglio darle una lezione di macchine ma serve puntualizzare alcuni punti fermi per capirne qualcosa.

      Un gruppo turbogas ha un rendimento massimo del 37%.

      Un gruppo "combined cycle gas turbine (CCGT)" può raggiungere nelle migliori condizioni un rendimento max. del 67% ma in pratica per un 57% si potrebbe fare una firma sopra.

      Quali sono in termini di percentuale i consumi odierni per le varie fonti?
      Riporto una tabella da me redatta.

      Il totale produzione anno 2008 è stato pari 311,2 TWh

      di cui in percentuale:

      Fossili______________________80,75%Nucleare_____________________0,00%
      Rinnovabili__________________18,70%
      Da rifiuti non rinnovabili__________0,55%

      Totale______________________100%

      di cui fra le Rinnovabili sul totale prodotto di 311,2 TWh

      Dello 80,75%

      Idraulica_________13,37%
      Eolica____________1,57%
      Biomasse_________1,90%
      Fotovoltaica________0,08%
      Geotermica________1,77%

      Totale___________18,69%

      Taccio sui costi che hanno sostenuto per la tecnologia eolica - max. anni 20 - e per quella fotovoltaica - max. anni 20÷25.

      Inoltre importiamo circa 29 TWh da elettronucleare pari a circa il 13% dei nostri consumi ovvero 311,2+28,8= 340 TWh
      Ecco il motivo per cui dico che l’Italia non è mai uscita dal nucleare!

      Dello 80,75% prodotto con le fonti fossili il gas la fa da padrone co quasi il 50%.

      Se poi guardiamo il panorama mondiale della produzione elettrica con il gas i dati sono questi di seguito:

      - Italia___________50%

      - USA___________20%

      - Gran Bretagna___20%

      - Germania_______10%

      - Francia__________5%


      Signor di claudio dica ora: a che percentuale vuole portare il consumo delle fonti fossili?

  • Di paolo (---.---.---.101) 24 marzo 2011 23:49

    Caro Lo Mastro , tu dici che gli italiani avevano capito 25 anni fa che l’energia atomica era una tecnologia "vecchia,pericolosa e sorpassata "

    Ma allora com’è che un popolo cosi’ intelligente ha scelto come premier Silvio Berlusconi ? 
    Mi sembra una contraddizione.
    Pensa a quegli idioti di Tedeschi ,Francesi ,Inglesi , ecc.. che si sono riempiti di elettronucleare e non hanno avuto l’intelligenza di eleggere un premier come il nostro Silvio . Che deficienti ! 
    ciao
  • Di Truman Burbank (---.---.---.228) 24 marzo 2011 23:53
    Truman Burbank

    C’è un punto opinabile nell’articolo principale:
    "L’Italia non sarà mai energeticamente sufficiente".
    Non è detto.
    Supponiamo di passare al nucleare, che le centrali nucleari esplodano in modo peggiore di Chernobyl e provochino trenta milioni di morti. Se si dimezza la popolazione italiana e comprendiamo che ci vuole uno stile di vita diverso, forse arriveremo all’auto sufifcienza energetica basata sul solare.
    Mi direte che l’ipotesi è apocalittica, non realistica. Non lo so quanto è irrealistica, se confrontiamo quanta gente è morta nel terremoto dell’Aquila, e quanta ne sarebbe morta in Giappone con lo stesso terremoto.
    E comunque quando si tratta di fare scelte di fondo è bene considerare anche gli scenari apocalittici.

  • Di (---.---.---.140) 28 marzo 2011 13:31

    Ma basta coi calcoli e le statistiche: le scorie prodotte dall’energia atomica NON si DEGRADANO...
    Milioni di anni per "spegnere" un reattore incontrollato (e le bombe perse ovunque?) non sono un risultato logico o accettabile da guistificare, solo per avere le lampadine accese in casa!!!
    I Giapponesi non sono stupidi, e spero che lo capiranno...
    Tanto non potranno fare come gli Ucraini dopo Chernobyl: le isole giapponesi sono piccole e loro sono milioni per spostarsi altrove!

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