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Non sottovalutiamo l’istruzione tecnica!

In premessa i nudi dati, la fonte è CONFINDUSTRIA dal Convegno del 19 novembre 2010 “Oltre le apparenze: scuola e impresa del terzo millennio”.
Nel 2008 prima della crisi le imprese non trovano 181mila tecnici.
Nel 2009 nonostante la crisi le imprese non trovano 84mila tecnici.
Nel 2010 durante la “ripresina” le imprese non trovano 110mila tecnici.

Vi pare incredibile, vero? Com'è possibile? Per non parlare della carenza di ragazze ormai cronica.

In Italia troppi studenti frequentano il liceo, il che è abbastanza strano giacché alla fine siamo uno dei paesi con il minor numero di laureati.

Eppure l’istruzione tecnica per molti ragazzi rappresenta anche un trampolino di lancio verso gli studi universitari. Nell’anno accademico 2009-2010 più di un quarto (26,1%) degli immatricolati delle università Scientifiche italiane aveva un diploma di tipo tecnico. Segno di quanto queste scuole siano capaci di assicurare un’istruzione di alta qualità, in grado di preparare gli alunni a un cammino che li porti, in futuro, ad una laurea

Questi dati astratti hanno acquistato corpo e vita durante un incontro di Orientamento nella mia scuola, un ITIS. Perché dunque si trascura l'istruzione tecnica e professionale? Sia a causa della liceizzazione del sistema scolastico, sia dello scetticismo verso tipi di scuole ritenute di seconda scelta, fondamentale è poi la disinformazione. Proprio per dare una corretta informazione sono stati invitati a parlare ex allievi dell'ITIS, ora nel mondo del lavoro, che hanno detto qual è stata la loro esperienza nel passaggio dalla scuola al lavoro e cosa la scuola tecnica ha dato loro di importante e utile per il futuro.

Sono poi intervenuti gli ex studenti: due periti meccanici e un perito chimico. In primo luogo hanno sottolineato, per la meccanica, la varietà di possibilità di applicazioni. Ad esempio uno di loro, che ora lavora in una rubinetteria, ha progettato un innovativo attacco per snowboard che ha portato atleta e ditta produttrice al primo titolo mondiale di snowboard. Un perito da medaglia d'oro, insomma!

Mentre l'altro perito ora lavora presso una ditta che si occupa di ultraleggeri ed è leader in questo campo.

Entrambi rimarcano: sia l'importanza di una scuola, che oltre alle conoscenze scientifiche ha dato loro delle basi più tecniche. E tecnici così sono ora contesi, tanto che entrambi ricevono continue nuove proposte di lavoro.

Riguardo alla chimica il discorso è un po' diverso perché la richiesta, pur presente, è nel settore tessile oggi in sofferenza, ma qui si rivela la duttilità del tecnico: anche questi diplomati lavorano, magari non nella chimica, ma in campi diversissimi: il perito chimico presente ad esempio, dopo aver lavorato in un'industria tessile, è ora arredatore ed è grato alla scuola che gli ha permesso di ritagliarsi uno spazio a lui congeniale e di essere appunto duttile, capace di reinventarsi.

Doveva poi essere presente un altro perito chimico, che ha continuato gli studi e ora è veterinario, specializzato in chirurgia: la sala operatoria l'ha trattenuto.

Dunque pressante è l'invito di una come me che pure ha frequentato il liceo classico a prendere di nuovo in considerazione l'istruzione tecnica e professionale perché l'industria italiana di eccellenza e dunque l'intera società italiana ha fame di tecnici e tecniche preparati.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.26) 19 dicembre 2010 01:30
    Renzo Riva

    http://www.agoravox.it/A-cosa-serve-una-riforma-se-la.html

    MAGARI AVESSE SMESSO D’INQUINARE LE GIOVANI MENTI CHE INVECE SONO STATE FORMATTATE DA UN FILE SESSANTOTTINO CON MOLTI BACHI, WORM E TROJAN.
    La vera riforma sta avanzando a colpi di mancanza di liquidità.
    Vedrete il popolo rinsavirà da solo e manderà al diavolo TUTTI i cattivi maestri.
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

    Il presente articolo di cui inserisco il mio commento dà chiaramente l’esempio della formazione cattiva e deviata.
    La fotografia di due giovani con un pannello fot(t)ovoltaico ne sono l’emblema.
    Scritto poi da una persona che osa ancora definirsi insegnante che di tenica e tecnologia non ne capisce è tutto dire.
    Un dubbio però la riabilita: meno liceo più istruzione tecnica.
    Finalmente ma ci sono voluti 40 anni di stupidaggini classiste per giungere a ciò.
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.26) 19 dicembre 2010 01:39
    Renzo Riva

    LACRIME E SANGUE
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

    PROMUOVO UNA CAMPAGNA DI RACCOLTA ADESIONI PER INTRODURRE LA PENA DI MORTE PER I POLITICI PARTENDO DAL BASSO E FINO AL LIVELLO REGIONALE, CHE SPENDONO SOLDI CHE NON CI SONO E MAI CI POTRANNO ESSERE IN CASSA.
    .
    AL PARI PER I MAGISTRATI CORROTTI ANCHE PER FATTI MINORI O CHE NON APPLICANO LE LEGGI ESISTENTI (NESSUNO È OBBLIGATO A RESTARE IN MAGISTRATURA); VEDI SCALFARO CHE MANDÒ AL PATIBOLO PER LEGGE ESISTENTE E NON RITENNE DI DOVERSENE ANDARE DALLA MAGISTRATURA PER CONFLITTO DI COSCIENZA.

  • Di (---.---.---.141) 20 dicembre 2010 17:54

    Cara Maria Rosa, hai perfettamente ragione, sono oramai diversi anni che confindustria chiede continuamente al ministro della distruzione di sponsorizzare gli istituti tecnici, questi però costano di più dei licei (per via delle attrezzature dei laboratori), quindi, secondo la pazzoide amministrazione vigente è meglio mettere gli alunni in parking per 5 anni, se questi poi non vanno all’università, saranno altri soldi risparmiati.

    Cristiano

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