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 Home page > Attualità > Religione > Non mi salvo da solo e voglio discutere il peccato originale

Non mi salvo da solo e voglio discutere il peccato originale

Il compito che mi do in questo mio contributo è di esplicitare le ragioni che portano un gruppo di cattolici a cercare un dialogo su un tema così importante da essere il cardine di tutto il cristianesimo, cioè il peccato originale.

Per farlo mi rifaccio ad un dibattito pubblico che qualche anno fa s’è svolto tra Bruno Forte e Vito Mancuso. Dalla colonne dell’Osservatore Romano Bruno Forte ha accusato di gnosi Vito Mancuso per quello che ha scritto nel suo libro del 2007 L’anima e il suo destino. A sua volta Vito Mancuso ha replicato dalle colonne del Il Foglio.

Questo minuscolo dibattito di cui certo la popolazione generale non s’è accorta porta in sé dei contenuti e dei significati che vale la pena esplicitare. L’unica necessaria premessa a questo lavoro è che mi muovo in questo ambito senza alcun titolo formale, solo per la passione che ho verso questo argomento come persona e come cristiano.

Iniziamo subito citando la citazione che Bruno Forte fa del libro di Mancuso: "un'offesa alla creazione, un insulto alla vita, uno sfregio all'innocenza e alla bontà della natura, alla sua origine divina" (167).

Non v’è dubbio che qualche strale se l’è cercato Vito Mancuso lasciandosi andare a parole che possono anche essere percepite come volgari e aggressive, e questo è vero come è vero che esprimendo questa aggressività Vito Mancuso ha comunque dato voce ad una rabbia che sento anche io e che viene anche dunque non solo da quegli scandali di cui il Vaticano s’è fatto protagonista.

LEGGI ANCHE: VITO MANCUSO RISPONDE A TELMO PIEVANI

In questa rabbia c’è un'offesa alla creazione, un insulto alla vita, uno sfregio all'innocenza e alla bontà Non ho la minima idea e non voglio interpretare le intenzioni di Vito Mancuso dicendo che ha usato quelle parole per dare voce a quel dolore, quella rabbia. Io dico che quella rabbia la provo e che le difese d’ufficio la fanno aumentare.

Intendiamoci le difese d’ufficio le faccio anch’io come medico, se mi trovo davanti a chi spara a zero sui medici, quindi il problema non sono le prese di posizioni ufficiali del Vaticano. Il problema che pongo e nella mia ignoranza lo faccio con le mie parole è quello di provare ad andare oltre i toni accesi e le reazioni a questi toni accesi e provare andare sui contenuti, e direi che non è difficile farlo. Bruno Forte è molto chiaro in quello che dice nel suo articolo del 2008. Proviamo a leggere assieme le parole che Bruno Forte scrive al termine del suo contributo:

“L'insieme di queste tesi si rifà a un'opzione profonda, che emerge da molte delle pagine del libro: quella che non esiterei a definire una 'gnosi' di ritorno, presentata nella forma di un linguaggio rassicurante e consolatorio, da cui molti oggi si sentono attratti. 'Io penso - afferma l'autore - che l'esercizio della ragione sia l'unica condizione perché il discorso su Dio oggi possa sussistere legittimamente come discorso sulla verità' (315). Il problema è di quale ragione si parla: quella totalizzante della modernità, che ha prodotto tanta violenza nelle sue espressioni ideologiche? O quella che il Logos creatore ha impresso come immagine divina nella creatura capax Dei?”

Trovate tutto l’articolo sul sito dello stesso Vito Mancuso se volete leggerlo. Dunque gli elementi di contrasto sono chiari, ve li dico come li vedo io dopo la lettura dei testi.

Vito Mancuso sostiene che la ragione, il nostro pensare non può essere in contraddizione con la rivelazione cristiana e da questa base viene il dramma.

Se certamente Vito Mancuso è tra coloro che più hanno lavorato su questo tema, lui lo fa anche per mestiere quindi con cognizione di causa, chi come me partecipa al dibattito per la sua passione sente il bisogno di dire con chiarezza che il punto di partenza che pone Vito Mancuso è buono. Provando ad esplicitarlo per conto mio domando come mai devo essere messo al bando e quello che dico deve essere considerato sbagliato e cestinabile perché nei miei ragionamenti metto in dubbio il peccato originale.

Immagino bene che il mio ragionamento sarebbe cassato da chi del mestiere, ma a me sembra che il punto vada posto in questa maniera. Se io penso con la mia testa e arrivo a dire che il racconto del peccato originale non sta in piedi e che bisogna rivederlo completamente, mi rendo conto che è un discorso che farebbe girare nella tomba mia nonna e tutte le persone come lei, ma vorrei che non mi si sputasse in faccia, vorrei che qualcuno si sedesse accanto a me e mi dicesse parliamone.

Bruno Forte per esempio arriva a dire che la posizione di Vito Mancuso è una gnosi dopo aver detto che lo ha letto non dico tutto, ma insomma abbastanza, e nella sua risposta Vito Mancuso dice di non essere uno gnostico, cioè lui crede di salvarsi da sé.

Provando a tirare le fila del discorso, a me viene da dire così.

Le posizioni di Vito Mancuso vengono viste da Bruno Forte come parole che portano l’acqua al mulino di chi pensa di poter salvarsi senza Cristo, lo gnostico questo fa, pensa di cavarsela da solo, senza un salvatore.

Ad un certo punto dico la sincera verità mi sono tolto dai piedi e ho messo da parte il dibattito tra Bruno Forte e Vito Mancuso che mi sembra troppo incentrato su loro stessi e ho provato a ragionare da solo.

Io non ho idea se ai piani alti, la dove le parole sono sofisticate e per pochi, di queste cose si discutere. Io so però quello di cui ho bisogno come persona che fatica a credere è di potermi confrontare con qualcuno che mi rispetta e sa dialogare e non con chi parte dal principio che sono una pecorella smarrita da ricondurre all’ovile.

Sono perfettamente consapevole del fatto che ridiscutendo così radicalmente il peccato originale porto scandalo e paura in alcune persone che vendono in questa discussione addirittura un pericolo. Ed è per questo che insisto nel porre la questione in toni civili anche se anche a me verrebbe da alzare le parole.

Provo a concludere portando avanti lo sguardo.

Uno dei commenti che viene fatto in questi casi è sempre quello della conseguenza del ragionamento. Cioè cosa succede se non c’è più il peccato originale. La paura che c’è è che togliendo il peccato originale non ci sia più la necessità di un salvatore, e quindi di Cristo.

Qui con i discorsi andiamo lunghi e invece voglio chiudere. Quindi mi limito a dire due cose. La prima è che con le sue parole e i suoi modi Vito Mancuso ha fatto una proposta alternativa al peccato originale e la seconda è che io vedo nella teologia di Hans Urs von Balthasar la più bella risposta. Dio non ha avuto paura di darci la libertà anche se sapeva cosa ne avremmo fatto e quando usa il termine teodrammatica Hans Urs von Balthasar descrive proprio il dramma di Dio nel renderci liberi. 

 

Foto: Wikimedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 13 marzo 2014 16:41
    Fabio Della Pergola

    C’è un’ampia convergenza dell’esegesi contempèoranea, anche cristiana, verso la convinzione che nell’Antico Testamento non si possa leggere affatto una "colpa originale" dell’umanità. O quantomeno che il tema si parecchio discutibile.

    Ad esempio: Luca Mazzinghi, docente di Teologia dogmatica: QUALE FONDAMENTO BIBLICO PER IL PECCATO ORIGINALE? UN BILANCIO ERMENEUTICO: L’ANTICO TESTAMENTO si può leggere qui http://www.qumran2.net/materiale/an...

    Ciononostante la dogmatica vaticana, alias ogni Papa, insiste sulla indisponibilità a qualsiasi discussione sul tema. C’è una evidente ideologia, si direbbe, che "vuole" interpretare l’umanità come originariamente peccaminosa, ma che - per farlo - si fa interprete di una parola divina... che non esiste.


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