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 Home page > Attualità > Politica > Napolitano, CL e lo sbadiglio. La colpa è nostra

Napolitano, CL e lo sbadiglio. La colpa è nostra

Prima ho dato un giudizio sintetico. Poi, considerato il tanto entusiasmo, i titoli strombazzanti dei giornali, dei blog, delle pagine e degli amici su Facebook, ho visto l'intervento integrale di Napolitano a Rimini. Volevo capire. E ho capito. 

Ora ho un giudizio meno approssimativo e più puntuale su questo discorso.

Il giudizio è un enorme sbadiglio, preceduto dalla delusione per la cravatta che manca, cominciato con la retorica sull'unità d'Italia (quando dice retoricamente che siamo stati bravi a non celebrare retoricamente l'Unità), proseguito con il passaggio sull'"andare avanti guardando indietro", e poi terminato con la prevedibile doppia tirata d'orecchie, una al governo che nega la crisi, l'altra all'opposizione che critica e basta.

Un lungo sbadiglio, dunque, interrotto da due picchi di attenzione. Il primo sull'accenno - tanto timido quando apprezzato - al superamento del Pil e alla sua inadeguatezza e parzialità rispetto all'obiettivo alto della felicità.

Il secondo - tanto marcato quando sfortunatamente scontato - sulla sviolinata a Ratzinger e alla "collaborazione tra comunità civile e religiosa". Poi basta.

Gli appelli alla buona volontà di Lupi e Letta sono stati dosati in quantità tale da risultare soporifera come il dolce troppo dolce a fine pasto, quando in bocca, nonostante gli zuccheri, ti rimane solo il sapore un po' amaro della politica che, «politica di tutti», va sempre negli stessi posti, sempre a ringraziare gli stessi poteri, gli stessi organizzatori. Troppo cattivo? Irriverente? Non credo. E, anzi, non voglio, o non vorrei. Perché la colpa non è di Napolitano. Quello è pure bravo, ogni tanto, quando si applica, si dimostra capace.

Lui prova e va apprezzato per questo. La colpa è del ruolo, della parte in commedia, e delle nostre aspettative. Il personaggio è troppo sfigato per emozionare più di così. E siamo noi a caricarlo troppo. Siamo noi, così insoddisfatti dal resto, delusi da chi dovrebbe entusiasmarci, dai capi di partito, capi popolo, di corrente, della televisione, a cercare lì rifugio, una luce.

E siamo noi, tutti noi, che quando finirà Berlusconi, quando smetteremo di cercare con ansia un nostro Re da contrapporre al Sultano, ci renderemo conto che il Presidente della Repubblica, chiunque sia, è una cosa di una noia mortale. Ed è giusto che sia così.

È una cosa dell'altro secolo, un mito che, senza alternative, bisognerebbe almeno ricondurre con forza nel perimetro delle cose umane, che alle volte soddisfano, spesso deludono e altre lasciano semplicemente indifferenti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.81) 22 agosto 2011 10:31
    Damiano Mazzotti

    Bravo Sappino.... I giovani dovrebbero inventarsi cose nuove... Come il Presidentedella Conoscenza della Repubblica, come il Presidente degli Investimenti in Ricerca e Sviluppo, come la Presidentessa delle Reti Sociali, ecc.

  • Di Toscana (---.---.---.89) 22 agosto 2011 14:02

    Si sarà uno sbaglio ma non è grande come quello che sta facendo ed ha fatto il governo negli ultimi 10 anni.
    Altro che tirata di orecche!
    Buona giornata dalla Toscana

  • Di paolo (---.---.---.169) 22 agosto 2011 14:09

    Pienamente d’accordo .

    Tuttavia da Napolitano ,cravatta o no , non ti potevi aspettare qualcosa di più o di diverso.
    L’uomo ha la retorica nel sangue ,aggravata dal suo passato politico da autentico equilibrista della politica ,ma è anche la figura istituzionale che rappresenta che lascia poco margine a chi non ha sufficiente coraggio . Altri presidenti ,seppur anch’essi retorici , perché tali li rendono le prerogative della funzione ,hanno mostrato maggior coraggio e hanno preso posizioni più decise .
    Napolitano è di una schiatta politica diversa . E’ un ex comunista riformista che andava d’accordo con tutti ,anche con la peggiore DC di allora.Non è un caso il fatto che è stato eletto plebiscitariamente.
    E’ da rilevare però che il crollo etico - morale ed il disprezzo istituzionale che ha portato Berlusconi hanno reso anche Napolitano un baluardo per la democrazia .Come dire che quando aumenta la disperazione ci si attacca a tutto .
  • Di pv21 (---.---.---.98) 22 agosto 2011 19:50

    Scribacchini smemorati >

    A fine 2009 Berlusconi dichiarava che eravamo usciti dalla crisi "meglio degli altri".
    Fino a maggio 2011 ha parlato di "ripresa" e poi di sicura "crescita" con la sua “sferzata” all’economia.
    Era il 9 giugno scorso quando Berlusconi dichiarava che "l’attività del governo ha del miracoloso" tanto da meritare "un monumento".
    Tremonti, che aveva previsto "in anticipo" (luglio 2008) la crisi globale, ora giustifica la sua manovra bis dicendo che "la crisi non era prevedibile".

    Qualche scribacchino è arrivato a difendere perfino le opposizioni pur di motivare le critiche a Napolitano.
    Il tempo è galantuomo e non cancella mai le Voci dentro l’Eclissi di uomini esempio di coerenza, rigore e impegno civile …

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