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Mutui: cosa scegliere tra tasso variabile e tasso fisso?

Mutuo a tasso fisso o mutuo a tasso variabile? In questo momento di crisi finanziaria molte persone si chiedono quale tipo di finanziamento sia il più adatto per l’ acquisto casa, la ristrutturazione, la surroga, la liquidità, che si tratti di privati o di aziende: se fino all’inizio dell’estate sembrava che gli indici Euribor e BCE (mutui tasso variabile) oppure l’ IRS (mutui a tasso fisso) fossero sul punto di riprendere a salire seppur lentamente, invece ora tali indici si sono di nuovo fermati e le previsioni indicano che la loro crescita sarà ancora molto lenta; a crescere a quanto pare sono invece gli spread bancari.

In molti sostenevano che i mutui a tasso variabile erano e saranno più convenienti dei mutui a tasso fisso, nonostante questi ultimi siano molto più economici rispetto ad anni fa (l’IRS è praticamente ai minimi, ma sempre più alto di circa un punto e mezzo percentuale rispetto all’ Euribor): sia nei mesi passati che adesso tale affermazione rimane corretta, soprattutto visto che si sente da più parti che la BCE potrebbe abbassare dello 0,25% il costo del denaro, da 1,50% a 1,25%.

A parità di altre condizioni, ciò porterebbe ad un abbassamento medio di circa 20 euro per la rata mensile di un mutuo variabile da 100.000€. Ma da come potete informarvi tramite questo articolo, la situazione generale delle banche italiane non è tra le più rosee: ciò porta appunto alla crescita degli spread, vanificando in parte i vantaggi degli indici dei mutui agli attuali livelli.

Confrontando i dati medi di settembre, vediamo che i mutui a tasso variabile hanno tassi di interesse a circa il 3% con rata da 555€ per un mutuo ventennale da 100.000€, mentre i mutui a tasso fisso si attestano sul 4,6% con rata mensile, per lo stesso tipo di finanziamento, da 638€; inoltre, confrontando gli spread ad esempio dei mutui CheBanca oppure Intesa San Paolo (di cui potete prendere visione, assieme ad altri, accedendo a questo archivio mutui), si nota come siano saliti, per i finanziamenti fissi ventennali, di mezzo punto/un punto percentuale rispetto alla primavera, mentre per i mutui variabili l’incremento è inferiore.

In definitiva si può consigliare di richiedere ora un mutuo a tasso variabile (magari con cap), sapendo che per i prossimi anni gli indici dovrebbero restare bassi; poi in futuro c’è sempre la possibilità della surroga, della sostituzione o della rinegoziazione per passare ad un mutuo a tasso fisso.

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