• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Muro nel Sahara: una firma, un colpo di piccone

Muro nel Sahara: una firma, un colpo di piccone

Stefano Salvi lancia la petizione contro il muro nel deserto del Sahara.

Muro nel Sahara: una firma, un colpo di piccone

Un muro di 2700 km divide chirurgicamente il deserto del Sahara e rende profugo in Algeria il popolo saharawi. Difficile persino anche solo da concepire come immagine, quella di un muro, secondo per dimensioni soltanto alla Muraglia cinese, costruito sulle immense distese di sabbia. Eppure, nonostante le tanto sbandierate celebrazioni del ventennale della caduta del muro di Berlino, di questo monumento all’ingiustizia non si conosce l’esistenza e non si parla.
 
Stefano Salvi, inviato storico di Striscia la notizia, da sempre impegnato a denunciare soprusi e angherie di ogni ordine e grado, ha personalmente dichiarato guerra mediatica al muro.
 
Ha realizzato un reportage nel Sahara occidentale e ha pubblicato su www.stefanosalvi.it, la prima webtv d’inchiesta – di cui è editore e reporter – immagini che si commentano da sole: l’imponenza del muro ripreso a poche decine di metri di distanza, il perimetro minato, gli agghiaccianti racconti dei Saharawi sulle sevizie subite, le ripetute violazioni dei diritti civili perpetrate quotidianamente dai Marocchini.
 
I Saharawi aspettano di indire il referendum per l’autodeterminazione del loro popolo dal 1991, anno da cui ha preso avvio con una risoluzione Onu la missione Minurso (Mission des Nations Unies pour le Referendoum dans le Sahara Occidentale) che ancora non ha dato alcun esito, nel frattempo convivono con questa “cicatrice” nel loro deserto.
 
Se non si fa niente, se non se ne parla, se non si protesta, se non si prende posizione contro il muro nel Sahara, allora si è complici.
 
Per non essere ipocriti, festeggiando il ventennale della caduta del muro di Berlino e facendo finta che il muro nel Sahara non esista, firmiamo tutti la petizione “Abbattiamo il muro della vergogna”.
 
Stefano Salvi è stato invitato a proiettare il video del reportage girato nel Sahara occidentale nell’aula del parlamento europeo in seduta plenaria: in quell’occasione, porterà le firme raccolte con la petizione e chiederà conto ai parlamentari europei del perché questo muro costi all’Europa circa un milione di euro al giorno da trent’anni.
 
Più firme, più colpi di piccone contro il muro della vergogna.
 
Contact:
 
www.stefanosalvi.it
 
[email protected]

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares