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Mr Trump, rinunci o cambi registro

Gli Stati Uniti d’America si apprestano a votare per le elezioni presidenziali in una modalità davvero singolare, con riguardo ai due principali candidati.

Quando le nove Muse

con le Virtù s'incontrano,

trovano per i loro disegni

una sede atlantica,

che verdi rami di giardini

proteggono dalla calura,

dove traccia il reggitore

solchi per il grano.

Quando la Chiesa è valore sociale,

quando il pubblico palazzo è il focolare

allora al perfetto Stato si è pervenuti,

il repubblicano è a suo pieno agio.

(R.W. Emerson 1844, edito da Rizzoli 1990)

Il curriculum della democratica Hilary Clinton è conosciuto e consolidato, una donna legata alla politica oramai da molti decenni, mentre la parte repubblicana schiera l’outsider Donald Trump, uomo ricco e di spettacolo.

Il Tycoon usa una propaganda che fa leva sulla paura in economia, nei flussi migratori e propone una politica accomodante con gli Stati stranieri che non godono di regimi democratici.

La sua retorica non risulta essere in sintonia con la morale che è propria dei politici americani.

L’ultimo scandalo che riguarda Trump, ha come riferimento il suo giudizio su come un uomo ricco e famoso possa esercitare influenza sulle donne: un “vip”, a suo parere, può fare qualunque cosa al gentil sesso.

Il profilo di Trump potrebbe essere paragonato all’ex Presidente del Consiglio Berlusconi, che si mostrò favorevole a relazioni diplomatiche ed economiche con Russia e Libia.

Come interpretare questo genere di relazioni? Si tratta di ampia strategia, che permetterà anche a potenze non democratiche di conoscere i benefici dello Stato moderno e democratico, così da promuovere dei cambiamenti là dove non vi è libertà e democrazia, oppure si tratta di un ripiego della politica che favorisce solo l’economia dei grandi gruppi con l’aggravante del rischio di sottovalutare le possibili azioni offensive che le dittature possono porre in essere?

Perché sia verosimile la prima ipotesi, sarebbe necessario che i governati abbiamo una forte cultura, e non pare che Trump possa vantare di averne tanta. Pertanto sarebbe auspicabile che egli rinunci alla candidatura oppure che si allinei ai registri di valori del Partito che lo ha accolto.

Difatti, lo scompiglio creato dalla vittoria del Tycoon alle primarie del partito, ha generato forti scontri interni e vorrei riportare l’articolo del Prof. Daniel Pipes, uno dei principali esponenti repubblicani che lo scorso Luglio ha deciso di abbandonare il Grand Old Party, non riconoscendosi nei valori espressi da Trump.

Vorrei concludere ricordando Emerson, poiché secondo il critico letterario Harold Bloom, la mente di Emerson è la “mente” dell’America:

“Rendiamo la nostra educazione coraggiosa e preventiva. La politica è un dopo-lavoro, un povero rattoppo. Siamo sempre un po’ in ritardo. Il male è fatto, la legge è passata, e cominciamo con l'agitazione per l'abrogazione di quello di cui avremmo dovuto impedirne l'emanazione. Impareremo un giorno a sostituire la politica con l'educazione. Ciò che noi chiamiamo le nostre radicali riforme di settore: la schiavitù, la guerra, il gioco d'azzardo, l'intemperanza, è solo medicare i sintomi. Dobbiamo cominciare più in alto, vale a dire, in materia di educazione.”

(R.W. Emerson - Condotta di vita, 1860)

Foto: Michael Vadon/wikimedia

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