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Movimento 5 Stelle vs Uomo Qualunque

Le elezioni municipali del 6 e 7 maggio hanno dimostrato chiaramente quello che ormai era evidente da tempo: il movimento di Beppe Grillo avrebbe costretto le Tv, i giornali e il mondo della politica a non ignorarlo più, come invece avevano fatto per anni. Sin dal momento in cui il Movimento iniziò a mostrare una sua capacità di far proseliti tra i cittadini delusi dalla politica tradizionale, sono stati in molti - politici, intellettuali, buona parte dell'elettorato - a paragonare il Movimento 5 Stelle a quello dell'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, emarginandolo quindi dal dibattito politico. Ma le differenze tra i grillini e i qualunquisti credo siano sostanziali.

Per prima cosa il movimento di Giannini si scagliava contro una classe dirigente, quella del secondo dopoguerra, la quale era molto meno corrotta di quella odierna e non mostra vergogna nemmeno quando i suoi esponenti sono presi con le mani nella marmellata.

Secondo: l'epoca in cui l'Uomo Qualunque da movimento divenne partito fu un periodo dominato da forti contrapposizioni ideologiche sul piano nazionale ed internazionale: da una parte il Pci gravitante nell'orbita del'Urss, dall'altra il sostegno dato dagli USA a partiti come la Dc e quelli di matrice anticomunista. Oggi invece le differenze ideologiche tra destra e sinistra sono solo un aspetto di facciata della politica e non vengono più sentite da molti cittadini; quindi Grillo non ha fatto altro che rifiutare qualsiasi etichetta di appartenenza ideologica alla quale ormai sono in pochi a credere. 

Terzo: il Movimento 5 Stelle ha iniziato il suo percorso puntando a un nuovo canale di inforamzione, il blog, e rifiutando qualsiasi rapporto con la Tv, trattando di argomenti concreti, esortando i cittadini con idee innovative a mettersi in gioco nella politica dei comuni, lontano però dai vecchi linguaggi ridondanti di questa.

Un'altra differenza sostanziale tra il Movimento 5 Stelle e quello dell'Uomo Qualunque è il fatto che quest'ultimo trovò consensi in un paese con un grado di istruzione ancora piuttosto basso, mentre Grillo ha instaurato immediatamente un dialogo con cittadini laureati, dotati spesso di ottimi curricula.

Credo questi quattro punti bastino a marcare le differenze tra il movimento di Beppe Grillo e quello di Guglielmo Giannini, anche se sono certo che se ne potrebbero elencare molte altre. Di sicuro si possono trovare anche molte somiglianze tra i grillini e i qualunquisti, ma non penso siano determinanti.   

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.97) 10 maggio 2012 19:54

    L’antipolitica, intendendo con questa espressione il sentimento di profonda ostilità dei cittadini verso il ceto politico nel suo insieme, che scatta prepotente in tutte le fasi di crisi di regime, ha sempre giocato un ruolo determinante nella evoluzione della storia politica italiana. Nel 22/24 svolse un ruolo non secondario nell’affermazione del fascismo che sostitui il regime monarchico/liberale, allora si chiamava antiparlamentarismo e il fascismo ne era intriso. Nel 92/94 i ricordi sono freschi, Berlusconi, il non politico, l’imprenditore prestato alla politica che doveva fare piazza pulita del regime partitocratico corrotto e fallimentare, ecc., ecc.

    Dici bene solo nel 46/48 - al nuovo cambio di regime - l’antipolitica non svolse un ruolo decisivo, c’era la contrapposizione DC - PCI che faceva aggio su tutto.

    Credo che più che le differenze con il movimento di Giannini, la vera anomalia di Grillo è che non è dichiaratamente di destra, come lo è stato il fascismo, l’uomo qualunque e il berlusconismo (con l’appendice leghista). Al contrario si alimenta in prevalenza di flussi provenienti da PD, IDV e SEL.

    Ma su questo aspetto credo che bisognerà riflettere un po di più e aspettare le future evoluzioni del movimeto 5 stelle.

    Intanto però una prima considerazione si può già fare, il carattere prepotentemente autoritariodel suo leader e la struttura incredibilmente verticistica è in linea con le precedenti esperienze (22/24, 46/48, 92/94) e spaventa.

     

  • Di Fabio Brambilla Pisoni (---.---.---.202) 11 maggio 2012 00:45

    Io credo che paragonare il M5S alle esperienze populiste avute dal nostro paese sia sbagliato per un semplice motivo: il tipo di elettorato attratto dalle liste civiche di Grillo sono persone desiderose di democrazia intenzionati ad usare mezzi democratici per entrare nella scena politica. Dopodiché speriamo in un nuovo atteggiamento da parte dei partiti. Vediamo chi, proveniente da quel contesto, avrà l’umiltà di abbandonare gli agi da nuova nobiltà dietro cui si era trincerato.

    • Di (---.---.---.4) 11 maggio 2012 20:03

      Nessuno abbandonerà gli agi da nuova nobiltà dietro cui si è tricerato. Dio acceca chi vuol perdere. Il vecchio ceto politico è già condannato, è solo questione di un altro pò di tempo e poi saranno spazzati via e sostituiti ... da chi ?!?!

      Questo è il problema. I militanti di M5s sono persone che dicono e fanno cose sensate, ma ciò che è insensato è Grillo.

      Va a Palermo e fa delle affermazioni che chi sta in Sicilia interpreta come un segnale ai clan.

      Giustifica Bossi quale vittima di un complotto, uno che in vita sua non ha mai lavorato, vivendo a spese del prossimo di politica, lui e la sua famiglia, se Bossi non è indagato è perché in Italia non esiste il reato di corruzione privata, la sua diventerebbe appropriazione indebita se la Lega lo denunciasse.

      Propone la fuoriuscita dall’euro con una lira svalutata al 60%, agli industriali andrebbe di sicuro bene, ridurrebbero gli operai a stipendi simili a quelli cinesi, un pensionato con mille euro si ritroverebbe con l’equivalente di 400 euro. Insomma propone il massacro sociale di almeno una metà della popolazione, a vantaggio di chi? ... rispondi tu Fabio.

      E’ il padrone assoluto del marchio del partito, ed è solo lui inappellabilmente che decide chi è dentro e chi è fuori, è lui con il suo staf di dipendenti che decide programma e indirizzi politici, emana un post in rete e nessuno del M5s può andare in televisione.

      Il 94 non è molto lontano possibile che si è dimenticato tutto del Berlusconi dell’epoca e dei metodi da lui usati?

      Sin dalle origini il ceto politico italiano è stato sempre corrotto, riottoso a sottostare ai controlli di legalità, intrecciato a mafie e massonerie, ha sempre praticato un clientelismo sfrenato (anche nel periodo fascista), con una pletora di giornalisti asserviti (fatta qualche rara eccezione) intorno. Ad ogni crisi di regime la destra economica ha sempre fatto in modo di liquidare la vecchia nomenclatura politica sostituendola con una nuova, ma sempre a lei fedele. E’ un dato storico incontrovertibile che in 150 anni l’Italia è stata sempre governata dalla destra politica, a volte quella autoritaria a volte quella moderata. Ad ogni crisi di regime il populiso o se si preferisce l’antipolitica ha sempre giocato un ruolo determinante (eccetto che nel 46/48).

      Qual’è a suo giudizio il ruolo di Grillo in questa nuova crisi di regime? ci porterà alla soluzione dei problemi strutturali della politica italiana o molto più semplicemente farà come Mussolini, nato a sinistra e trasmigrato a destra al servizio della confindustria?

    • Di (---.---.---.157) 12 maggio 2012 09:32

      Io preferirei che tutti noi, assodato che la politica tutta ha fallito, trovassimo un modo (e forse il mezzo sono proprio i social network) per unirci ed esprimere la nostra rabbia e per trasformarla in ENERGIA POSITIVA e COSTRUTTIVA per un domani migliore. Avere la forza di fare questo sarebbe una dimostrazione di grande vigore e di capacità di esprimere non solo il DISSENSO ma anche un PUNTO DI VISTA CHIARO E CONDIVISO che ci porti fuori dalla crisi. Sembrano solo belle parole... ma iniziamo a proporre qualcosa. Cosa? La novità potrebbe essere quella di costituirci in un gruppo dove ognuno puo’ proporre soluzioni per uscire dalla crisi. Mi sono stancata di sentire sempre i soliti politici che ci rifilano le loro belle analisi e i loro bei piani (pre elettorali) per fronteggiare la crisi. Mi sento soffocare dalla impossibilità di esprimere a gran voce la grande demagogia che percepisco dalle parole di tutti i politicanti. E’ ora di uscire dall’anonimato. Mettiamoci la faccia, la voce, le parole e soprattutto le idee. Ma le idee di ognuno possono arricchirsi con la condivisione delle proposte degli altri e questo ce lo dobbiamo inventare. Questo modo di uscire dalla crisi deve essere fatto insieme da tutti coloro che hanno idee e che vogliono esprimerle. COSTITUIAMO UN GRUPPO?
      DOVREBBE ESSERE UN GRUPPO CHE SI RIUNISCE, CHE PROMUOVE INCONTRI, CHE PROPONE ARGOMENTI DI DISCUSSIONE E NON SOLO RIFLESSIONI SULLA CRISI.
      MI PIACEREBBE POTER DIRE AD ESEMPIO ORGANIZZIAMO UN INCONTRO IN OGNI CITTA’ NEI PARCHI CITTADINI DOVE LO SPAZIO E’ APERTO A TUTTI PER PARLARE, PER ESPRIMERSI, PER PROPORRE. DIAMO SFOGO ALLA NOSTRA VOCE.

  • Di Fabio Brambilla Pisoni (---.---.---.204) 14 maggio 2012 15:38

    Hai detto che i sostenitori del M5S dicono e fanno cose sensate. Bene! Non è forse un serbatoio da cui potrebbero giungere nuove figure politiche per il futuro? Grillo è una parte importantissima del movimento, avendolo fondato, ma lui in politica non entra. Egli è il comunicatore e il portavoce. Sono convinto che le idee e le iniziative di chi è attivo nel M5S abbiano largo spazio. Il paragone tra Mussolini e Grillo non funziona. Il primo si rivolgeva a uomini (che uomini non erano) violenti, ignoranti, odiati persino da Mussolini stesso; gente che aveva solo voglia di prevaricare e usare violenza, almeno parlando di quelli che hanno permesso al fascismo di mettersi in mostra. Oggi invece di squadristi non ne vedo e preoccupato non sono. Beppe Grillo usa un linguaggio diretto e parecchio provocatorio, a volte eccessivo, a mio parere, ma il suo movimento a conti fatti non mi crea disagi. Due anni fa (o giù di li) Bersani in un’intervista al Tg5 sosteneva che pur di discutere con Berlusconi dei veri problemi del paese sarebbe stato disposto a recarsi ad Arcore. Questo si mi preoccupa: il leader dell’opposizione si sarebbe recato (genuflesso) nella residenza privata del sultano. No!
    I luoghi dove parlare di queste cose ci sono: i palazzi istituzionali. Il Berlusconismo e i suoi sostenitori si sono presentati in politica con il volto della democrazia nascondendo (per chi non ha voluto vedere) volontà monopolizzanti e liberticide, instaurando un vero e proprio regime tuttora in atto e che tiene il mitra puntato contro Monti. Il massacro sociale è già in atto e viene da questi personaggi che ho appena citato.
     Criticare il M5S dove si ritiene necessario è doveroso, ma paragonarlo a Mussolini o a Giannini, piuttosto che al primo Bossi non mi può trovare d’accordo. La differenza sta principalmente nel tipo di elettorato, ma anche nel fatto che il suo leader fa politica senza entrare nel palazzo. Poi stiamo a vedere. Non credo che il M5S spazzerà i partiti, ma io gli do il benvenuto; molto meglio del turiamoci il naso e votiamo Dc. Per il momento qui il profumo è di pulito.

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