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Milano da bere... Per chi?

Le Amministrative di Milano sono ormai alle porte. Scendono nel capoluogo lombardo i big della politica italiana. Lo scontro esce dai confini territoriali della Città e si sposta su quello del mero confronto politico Nazionale. Milano è da anni in fase di avanzato declino e le gestioni che si sono susseguite hanno davvero lasciato a desiderare. Si stilano dati e confronti dopo la partecipazione soprattutto di Vendola, sponsor di Pisapia e di Berlusconi, alfiere dell'uscente sindaco Letizia Moratti. Resta però il dato ineludibile di una scena che non cambia da anni. Berlusconi continua malgrado tutto, a fare da lepre, con una sinistra che insiste nell'errore di corrergli dietro accettando il terreno ed il metodo di confronto. L'ottimismo di Vendola sembra giustificato, se solo si pensa a chi rimpiange la "Milano da bere" degli anni 80. Basterà questo a cambiare il destino di una città che un tempo era considerato il faro indicatore di un percorso da seguire?

La battaglia politica per il rilancio di una città importante come sicuramente è Milano passa ancora una volta attraverso strade e consuetudini lontane da quella stessa realtà. “B” ha fatto ormai lezione a tutti; non posso davvero scriverlo con soddisfazione ma semmai con diffidenza e insoddisfazione. La posta in palio è alta, il modo di intendere la gestione pubblica, la quotidianità della vita di milioni di Persone, di quegli stessi Cittadini che popolano una grande Città come è Milano, passa ancora dalla stessa strada.

La campagna elettorale che dovrebbe in realtà anteporre la candidatura della Moratti a quella di Pisapia e Palmeri, si è trasformata, come da anni accade, in uno scontro politico tra partiti e “Big” della politica italiana. Nessun problema a definirlo come un errore. Soprattutto per la sinistra, che continua a inseguire Berlusconi sul suo terreno, accettando metodi e consuetudini a lui più congeniali. Fare chiarezza su questo non vuol dire gettar via tutto quello che di buono viene proposto, ma semmai è un tentativo per riportare il tono della discussione a livelli di naturale competenza, sottolineando la necessità di proporre un modo di fare politica che sia partecipato, attraverso un vero coinvolgimento del Cittadino e non della “nomenklatura” partitica che corre a imprimere il suo marchio… 

Credo che al Cittadino milanese interessino di più le cose concrete, le nuove prospettive, i fatti, piuttosto dello scontro tra loghi e icone. Solo la chiarezza, anche espositiva, può favorire almeno col tempo, una vera trasformazione dell’agire politico che ancora oggi mantiene una distanza marcata dalla Gente. Il resto è cronaca. Pisapia è una realtà con la quale le forze conservatrici dell’asse Pdl-Lega dovranno fare i conti fino all’ultimo giorno. Ieri (domenica 8 maggio, ndr) si è registrato un bagno di folla che ha suggellato un round vinto ampiamente dalla coalizione di centrosinistra che sostiene "l’Avvocato" proposto da Sel. Per l’occasione l’Arco della Pace è stato riempito, secondo stime ritenute “equilibrate” e attendibili (come potrebbe non esser così visto che a scriverlo è lo stesso Corriere…) da un numero di persone oscillante tra le 5mila e le 10mila, intervenute per ascoltare il leader di Sel, Vendola, precipitatosi nel capoluogo lombardo a tirare la volata “all’Avvocato”, antagonista principale della Signora Moratti.

Ovvio che questo abbia scatenato la corsa al confronto; con il risultato di vedere “B”, al momento sconfitto sul piano numerico della partecipazione popolare. Le parole di Vendola sono state chiare e senza tentennamenti. Il confronto con altre grandi città, Roma su tutte, indica la Milano di oggi come una realtà in fase di netto declino. Le proposte dei tre candidati vertono soprattutto sul problema delle infrastrutture, ma l’approccio alla risoluzione di questa come di altre importanti questioni, è sicuramente diverso. L’attenzione verso il sociale, per esempio, argomento con il quale la Signora Moratti sembra aver litigato da tempo immemorabile, credo possa essere la cartina di tornasole più rilevante. Qualcuno è arrivato addirittura a rimpiangere la “Milano da bere” di Craxiana memoria, chiaro segno di una flessione che in questi anni ha veramente sfiorato una decadenza significativa… 

Resta comunque da vedere se la Gente avrà voglia di prendersi la responsabilità in prima persona partecipando al voto; così dovrebbe essere, ed è altrettanto auspicabile, oltre al fatto che potrebbe risultare l’inizio di una presa di coscienza nuova che favorirebbe non poco il distacco da una fase politica e storica dai connotati ormai chiari e ampiamente denunciati.

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