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Mercato globale: quale democrazia?

Per oltre un secolo ci hanno lavato il cervello, aiutati dai preti, che il comunismo fosse una ideologia materialista, negatrice di ogni libertà, dimenticandosi che il sistema capitalista è esattamente uguale, avido oltre ogni decenza, senza rispetto per l’uomo e l’ambiente, diffusore di una cultura, di una ideologia e di una prassi dove è evidente che tutto si compra.

Entrambi i sistemi hanno bisogno di milioni di schiavi salariati la cui sola “libertà” è quella di scegliere, come a Taranto, di morire di inquinamento o di fame.

La globalizzazione ha accentuato questo fenomeno e lo Stato che ancora si richiama falsamente al comunismo (che non c’è mai stato al mondo), la Cina, si distingue per imporre a centinaia di milioni di schiavi salariati le peggiori condizioni di sfruttamento e di nocività.

Oggi le classi subalterne nel mondo (ormai tutto in mano al capitale multinazionale, al mercato globale, alle banche) sono sottoposte a condizioni di sfruttamento sempre più dure, senza più alcuna certezza del posto di lavoro che ormai è legato alla decisione dei proprietari di delocalizzare dove la manodopera costa di meno o le tasse sono inferiori, o a nuovi soggetti che entrano nel mercato e praticano prezzi inferiori facendoli fallire.

E non puoi nemmeno prendertela con la politica, in mano a ridicoli personaggi, ignoranti e ladri, perché essa è totalmente ininfluente sulle scelte economiche dove, ripeto, contano solo le decisioni dei singoli capitalisti e delle banche, all’interno della logica del mercato globale,

In questo contesto generale affoga l’Italia spinta giù anche dalla gigantesca truffa che si nasconde dietro una sigla politica che si chiama “Popolo della libertà”, in cui il popolo non può nemmeno decidere chi eleggere. Quanto alla libertà chiediamo quale sia quella dei cittadini di Taranto, degli operai dell’Ilva, dei disoccupati, dei senza casa, degli agricoltori e dei cittadini di Caserta avvelenati dai rifiuti tossici gentilmente spediti dagli industriali del Nord?

Questa famosa “libertà”, invocata genericamente da tutti, ma in particolare dalla destra populista, di che cosa è fatta, quali sono le sue componenti principali? Sono tre: la libertà religiosa, quella di voto, la libertà economica.

Su quella religiosa, almeno in Europa, non ci sono problemi, le guerre di religione sono alle spalle, l’ateismo è tollerato e, in genere, i cosiddetti cristiani nella vita reale non applicano quasi nulla dei principi che dicono di condividere e di considerare sacri.

Quella di voto, almeno in Italia, è una libertà condizionata, quasi inesistente, sia per la presenza di una legge elettorale truffa (o porcata) che ci impedisce di eleggere persone di nostra fiducia, sia perché tutte le informazioni che circolano sono manipolate da chi possiede giornali e TV (la famosa libertà di stampa) in mano ad oligarchie economiche e ai partiti politici che si sono spartiti la RAI.

Quanto alla libertà economica, alla faccia dei marpioni che affermano che le classi sociali non esistono più, essa è ferocemente e duramente stabilita dalla forza del denaro e della proprietà privata a fronte di un vasto proletariato che non possiede nemmeno la casa per abitare e può solo vendere la propria forza lavoro.

L’unico modo decente di parlare di libertà economica a queste persone dovrebbe necessariamente riguardare un reddito di cittadinanza, un programma adeguato di edilizia popolare, da realizzarsi con tutto il denaro che viene sprecato con le spese militari, per gli enti inutili come le province e il Senato, con il finanziamento pubblico dei partiti e dell’editoria, l’8 per mille alle chiese, la TAV, ecc. ecc.

Si può incominciare a parlare di democrazia solo se nessuno viene lasciato indietro senza reddito e senza casa, e la tanto decantata Costituzione è segno che va aggiornata visto che non ha reso esecutivi il diritto al lavoro e ad un alloggio e permette ad un monopolista dei media di diventare primo ministro.

Quella che oggi si continua fraudolentemente a chiamare democrazia è in realtà il dominio delle oligarchie capitaliste, delle banche, dei proprietari dei media, delle mafie, delle associazioni segrete, delle lobby, dei politici di professione, dei sindacati, che vogliono solo che le cose restino come sono.

Disoccupati, precari, popolazioni inquinate sono oggi senza rappresentanza politica. Devono capire che si devono fidare solo di se stessi, autogestire l’antagonismo, far crescere nelle iniziative e nelle lotte, una nuova classe dirigente.

 

Foto: Wikimedia

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