• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Mercati finanziari: dove investire dopo la bufera

Mercati finanziari: dove investire dopo la bufera

In tempi di crisi economica e di tempesta sui mercati finanziari, seppur in leggera ripresa (mercoledì 7 settembre la Borsa di Milano ha chiuso a +4,24%), le banche ed i risparmiatori italiani si trovano costretti a rivedere le strategie di gestione del risparmio.

La parola d'ordine in queste settimane è "rischiare il meno possibile", a fronte ovviamente di tassi di rendimento molto contenuti rispetto al passato. Il comparto azionario non vive un periodo favorevole e di certo non attrae gli investitori più avversi al rischio, anche se la caduta dei listini offre la possibilità di acquistare titoli deprezzati in attesa di una prossima ripresa economica globale. 

E' preferibile rivolgersi dunque verso prodotti meno volatili e considerati di norma più sicuri, come il classico titolo di stato, da sempre "bene rifugio" per le famiglie che non vogliono subire lo stress da Borsa. 
 
I rendimenti però sono piuttosto magri: il Buono "ordinario" a 20 anni, di fresca emissione, garantisce interessi nominali crescenti (1,4% dal primo anno fino al 5,2% degli ultimi tre) ed un rendimento annuo effettivo lordo del 3,24%, circa la metà rispetto al Btp di pari scadenza (6,63%). 
 
I Buoni postali invece offrono tasso lordo del 2,21%, inferiore al 3,41% proposti dal Ctz (titoli a breve termine senza cedole) con scadenza aprile 2013. E' necessario sottolineare che sia i titoli di stato italiani che i buoni fruttiferi delle poste godranno di un trattamento fiscale favorevole anche dopo l'ultima riforma: aliquota al 12,5% rispetto al 20% applicato su fondi, corporate bond e azioni.
 
Per quanto riguarda le obbligazioni bancarie, che tanto piacciono alle famiglie italiane (secondo la Consob dal 2009 al 2010 la percentuale di detentori di bond bancari è salita dall'8,9% al 10,5%), è doveroso un ulteriore approfondimento.

Si tratta spesso di prodotti "da banco" collocati allo sportello, con un servizio di consulenza al cliente piuttosto scarso ed orientato soprattutto alla vendita (le banche in questo periodo hanno bisogno di molta liquidità anche per far fronte agli obblighi di accantonamento previsti dagli accordi di Basilea 3). 

I risparmiatori dunque potrebbero ritrovarsi in tasca un prodotto strutturato, non adeguatamente segnalato nel prospetto informativo. Infine, anche i bond bancari saranno penalizzati dall'aumento della tassazione dal 12,5% al 20% che riduce il rendimento offerto dalle cedole. Per esempio, un bond di nuova emissione del Banco Popolare, con il nuovo regime fiscale avrebbe un rendimento del 3,25% rispetto al 3,55% prima della riforma del governo, superato dal tasso netto del Btp (3,45%). 

Un'ottima alternativa sono i conti corrente renumerati, che rendono il denaro sempre disponibile ed offrono interessanti rendimenti (il Conto Vedo Sunshine del Gruppo Allianz Bank garantisce un tasso lordo del 4%, 2,92% netto, per sei mesi) oppure i conti deposito (Conto Freedom di Mediolanum offre il 3,75% lordo per 12 mesi, Conto Arancio il 3,50% lordo per le somme depositate per un anno) ma il denaro resta vincolato. 

Per i più giovani che vogliono costruirsi una pensione futura, integrativa rispetto agli assegni Inps che saranno sempre più ridotti, un piano di accumulo previdenziale per 25-30 anni, a partire da 100 euro al mese, è la soluzione più adeguata. In alternativa, chi volesse spuntare guadagni più interessanti, un Pac finanziario bilanciato (30-40% diviso per il comparto azionario ed il restante 70-60% investito in fondi obbligazionari) per un periodo medio di 5 anni può garantire interessi più alti, anche se il capitale non è garantito.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares