• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Massimo Ciancimino dà cinque versioni differenti sul documento contraffatto: (...)

Massimo Ciancimino dà cinque versioni differenti sul documento contraffatto: "c’è un puparo"


Ai pm che lo hanno interrogato dopo il fermo per calunnia ai danni di De Gennaro, Massimo Ciancimino avrebbe fornito cinque versioni diverse di come ha avuto quel documento contraffatto. Avallando, sabato scorso, l'ipotesi di un puparo che avrebbe manovrato le sue rivelazioni. Domani a Palermo è previsto il suo interrogatorio al processo Mori.


Sarebbero almeno cinque le versioni che Massimo Ciancimino avrebbe fornito ai magistrati di Palermo su come ha avuto i documenti sull’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, tra cui quello contraffatto che gli è costato l’accusa di calunnia aggravata ai danni di De Gennaro. Quattro le ha raccontate tutte, una dopo l’altra, nel solo interrogatorio di convalida del fermo tenutosi venerdì 24 aprile, raccolto dai pm in un verbale di più di 100 pagine, nel carcere di Parma, quando ha anche rivelato di avere ricevuto un pacco con dei candelotti di esplosivo, poi ritrovati dalle forze dell’ordine, in base alle sue indicazione, nel suo cortile.

Quando la scorsa estate Ciancimino depositò quella lista di nomi, dichiarò di avere visto suo padre aggiungere personalmente il nome di De Gennaro alla lista, collegandolo con un freccia al nominativo Gross. Poi la polizia scientifica ha scoperto che quella dicitura è stato apposto al documento in tempi successivi alla sua stesura. Dopo l’arresto, ai i Pm che gli chiedono chi sia stato fornirgli quella carta lui prima risponde “alcuni amici”, dice che è arrivato in una busta anonima a suo padre nel 2002. Poi cambia versione: dice di averlo ricevuto lui “con una busta anonima che ho distrutto”.

L’interrogatorio prosegue, Massimo Ciancimino è molto agitato e provato dall’arresto. Cambia ancora il racconto: il documento lo avrebbe ritrovato rovistando tra delle fotografie mentre ricercava la documentazione necessaria alla realizzazione del libro Don Vito.

Passano diversi giorni. Il figlio di Don Vito viene trasferito a Palermo, al carcere di Pagliarelli, dove sabato scorso i pm l’hanno interrogato di nuovo. Stavolta racconta che a consegnargli i documenti sarebbe stato un uomo misterioso, che la DIA sta già cercando di identificare, che si sarebbe presentato come amico di suo padre. “Mi precisò che voleva che io consegnassi questi documenti ai magistrati ma mi disse che non voleva essere coinvolto”, avrebbe detto. Avvalorando la cosiddetta tesi di un “puparo” che avrebbe manovrato le sue dichiarazioni, suggerendogli di volta in volta cosa rivelare ai magistrati, avanzata nei giorni successivi al suo arresto, che anche il procuratore aggiunto Ingroia aveva detto essere probabile.



Tra i documenti consegnatigli da questa persona, stando all’ultimo racconto di Ciancimino, ci sarebbero anche le lettere all’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio in cui si faceva riferimento al “galantuomo” De Gennaro (leggi l’articolo), di cui AgoraVox ha pubblicato questa mattina una versione inedita con la firma autografa (verificata dalla scientifica) di Vito Ciancimino.

Nello stesso interrogatorio Massimo Ciancimino avrebbe anche rivelato ai pm che tutti i documenti che per anni ha detto di essersi spedito da fantomatiche cassette di sicurezza in giro per l’Europa, li avrebbe invece conservati tutti in uno sgabuzzino nel palazzo di casa sua.

Domani Massimo Ciancimino sarà ascoltato dai magistrati del processo Mori, in cui tutte queste carte sono state depositate. E dovrà finalmente scegliere una sola versione dei fatti.


IL DOCUMENTO: Ciancimino scrive a Antonio Fazio: "La Dc mi inviò De Gennaro per prepararmi al triste evento"
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares