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Manovra: il governo cede e si rimangia la norma sulle pensioni

Buonasera a tutti, scrivo perché sono sconvolto dopo avere letto le news su Il Messaggero sul Riscatto della Laurea. Ho 39 anni ed il 31 Luglio 2011 ho festeggiato per avere pagato la sessantesima ed ultima rata del riscatto Laurea! 5 anni di fila alla posta tutti i 30 del mese in quanto quel maledetto bollettino non si poteva pagare in nessun altro modo! Mi sento troppo preso in giro. Sono disposto a tutto, manifestazioni, sosta ad oltranza sotto al Parlamento, ma proprio non ci voglio stare..

Marco può stare un po' più tranquillo e con lui gli altri cittadini che negli ultimi due giorni si sono imbufaliti all'idea di aver buttato tempo e soldi per poter riscattare la laurea a fini pensionistici. Non dovrà più incatenarsi davanti a Montecitorio perché la norma non c'è più. Altro dietrofront del governo, che si è già dovuto rimangiare il “contributo di solidarietà” da imporre ai più ricchi e l'aumento dell'Iva, e che per accontentare gli amministratori di centro-destra ha dovuto ridimensionare i tagli agli Enti locali.

La protesta era ben giustificata se si pensa per un secondo a quanto può essere costato ad un professionista il riscatto della laurea. Le somme variano a seconda di una serie di fattori - età e posizione contributiva, sesso, periodo in cui viene fatta richiesta - ma parliamo comunque di cifre che si aggirano sui 4.500 euro per per ogni anno della durata del corso di laurea frequentato. Soldi che, se la proposta dovesse ritornare in auge e tradursi in realtà, non saranno serviti ad avvicinare il momento dell'entrata in pensione, ma soltanto ad aumentare il trattamento pensionistico. Insomma, una pensione un po' più sostanziosa, ma 5 o 6 anni di lavoro in più. Come pensate si possa essere sentito un medico sulla soglia della pensione, che prima di cominciare a lavorare ha dovuto studiare come minimo una decina d'anni?

Anche per quanto riguarda il servizio di leva: 12, se non 18 mesi per i più “fortunati” che hanno dovuto farlo in Marina prima dell'equiparazione della durata, votati a servire lo Stato, e che lo stesso Stato, “dalla sera alla mattina”, non riconosce più.

Sul riscatto degli anni della laurea e sul conteggio del servizio militare per il calcolo della pensione, il governo ha dovuto quindi cedere alle pressioni dei cittadini-elettori, più che delle opposizioni. La notizia è arrivata in mattinata, dopo il vertice tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e quello della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Ufficialmente, il problema più grande sembrerebbe essere la possibile incostituzionalità del provvedimento e l'ipotetico scenario di centinaia di migliaia di ricorsi che costerebbero molto più di quanto le finanze pubbliche ne guadagnarebbe se la norma entrasse in vigore. La norma avrebbe riguardato una platea tra i 100 e i 130.000 cittadini.

Ad ogni modo, questo governo ci ha abituati alle sorprese, e quindi non è detto che non se ne tornerà a parlare. L'argomento dovrebbe essere ridiscusso domani, “collegialmente”, a margine del Consiglio dei Ministri.

Insomma si naviga a vista, e non si sa bene dove andare a pescare i soldi. L'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 sembra sempre più una chimera, come hanno evidenziato gli analisti della Barclays Capital, ipotizzando che se la lotta all'evasione fiscale non dovesse dare i risultati previsti, nel 2013 l'Italia potrebbe registrare un deficit dello 0,9% del Pil. Mentre l'aumento della pressione fiscale di due punti percentuali nei prossimi due anni, come indicato dalla Corte dei Conti, potrebbe avere effetti ulteriormente depressivi sulla nostra economia. In altre parole: meno ricchezza, meno entrate per lo Stato. In pratica, un circolo vizioso.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.234) 31 agosto 2011 20:03

    Senza fine >

    Il 9 giugno scorso Berlusconi dichiarava che “l’attività del governo ha del miracoloso” tanto da meritare “un monumento”. Per arrivare al pareggio di bilancio, aggiungeva, basterà “un intervento inferiore a 1 punto di Pil”.
    Erano forse parole profetiche?

    A luglio il Parlamento ha approvato “di corsa” una manovra da 70 miliardi. A ferragosto, incalzato da Trichet, Merkel e Sarkozy, il governo ha varato una manovra bis da 45 miliardi per pareggiare il bilancio nel 2013.
    Ora, dopo l’atteso vertice di Arcore, Berlusconi si dichiara “molto soddisfatto” di una manovra che “è molto migliorata senza modificare i saldi”.
    Passano 24 ore ed i conti non tornano più per circa 15 miliardi, cioè per 1 punto di Pil.
    Metà della cifra dipende dal contributo di solidarietà cancellato e dai maggiori trasferimenti agli Enti locali. Il resto dal ½ punto in meno che registrerà di fatto il Pil rispetto alle stime “ufficiali” di crescita per il prossimo biennio.
    Tant’è che Bankitalia e Bce insistono da tempo sull’adozione di interventi e misure efficaci per lo sviluppo economico.
    Basterà una manovra ter?
    Intanto la crisi, la ex ripresa passata a semi crescita e poi a ricaduta, grava sul paese come Se fosse Stagnazione

  • Di Renzo Riva (---.---.---.82) 1 settembre 2011 00:10
    Renzo Riva


    Disposto a tutto no ma, a coglionare il prossimo,
    qualora riuscisse a farsi assumere statale sì.

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