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 Home page > Attualità > Europa > Manifestazione nazionale contro il razzismo, 21 ottobre a Roma

Manifestazione nazionale contro il razzismo, 21 ottobre a Roma

ll 21 ottobre tutte e tutti in Piazza a Roma per dire che:
– migrare #nonèreato
– accogliere #nonèreato
– povertà #nonèreato
– solidarietà #nonèreato
– dissenso #nonèreato

L’appello per una grande manifestazione nazionale contro il razzismo, il 21 ottobre a Roma, permette alle tante e ai tanti, che non vogliono accettare come ineluttabile il processo di riduzione dei diritti, di convergere sulle strade della capitale.

Per l’uguaglianza, contro ogni forma di razzismo, per lo ius soli e i corridoi umanitari, contro l’esternalizzazione delle frontiere, i lager in Italia e in Libia, le leggi discriminatorie promosse dai Ministri Orlando e Minniti.

***
L’appello per la manifestazione

In un momento difficile della storia del paese e del pianeta intero, dobbiamo decidere fra due modelli di società. Quello includente, con le sue contraddizioni, e quello che si chiude dentro ai privilegi di pochi.

Sembriamo condannati a vivere in una società basata su una solitudine incattivita e rancorosa, in cui prendersela con chi vive nelle nostre stesse condizioni, se non peggiori, prevale sulla necessità di opporsi a chi di tale infelicità è causa. Una società che pretende di spazzare via i soggetti più fragili a partire da chi ha la “colpa” di provenire da un altro paese, rievocando un nazionalismo regressivo ed erigendo muri culturali, normativi e materiali. Una società in cui il prevalere di un patriarcato violento e criminale è l’emblema evidente di un modello tradizionale che sottopone le donne alla tutela maschile e ne nega la libertà. Disagio e senso di insicurezza diffuso sono strumentalizzati dalla politica, dai media e da chi ha responsabilità di governo. Si fomentano odi e divisioni per non affrontare le cause reali di tale dramma: la riduzione di diritti, precarietà delle condizioni di vita, mancanza di lavoro e servizi.

Eppure sperimentiamo quotidianamente, nei nostri luoghi di vita sociale, solidarietà e convivenza, intrecciando relazioni di eguaglianza, parità, reciproca contaminazione, partendo dal fatto che i diritti riguardano tutte e tutti e non solo alcuni. Scegliamo l’incontro e il confronto nella diversità, riconoscendo pari dignità a condizione che non siano compromessi i diritti e il rispetto di ogni uomo o donna.

Vogliamo attraversare insieme le strade di Roma il 21 ottobre e renderci visibili con una marea di uomini, donne e bambini che chiedono eguaglianza, giustizia sociale e che rifiutano ogni forma di discriminazione e razzismo.

Migranti, richiedenti asilo e rifugiati che rivendicano il diritto a vivere con dignità insieme a uomini e donne stanchi di pagare le scelte sbagliate di governi che erodono ogni giorno diritti e conquiste sociali, rendendoci poveri, insicuri e precari.

Associazioni, movimenti, forze politiche e sociali, che costruiscono ogni giorno dal basso percorsi di accoglienza e inclusione e che praticano solidarietà insieme a migranti e richiedenti asilo, convinti che muri e confini di ogni tipo siano la negazione del futuro per tutti.

Ong che praticano il soccorso in mare e la solidarietà internazionale.

Persone nate o cresciute in Italia, che esigono l’approvazione definitiva della riforma sulla cittadinanza.

Giornalisti che tentano di fare con onestà il proprio mestiere, raccontando la complessità delle migrazioni e prestando attenzione anche alle tante esperienze positive di accoglienza.

Costruttori di pace mediante la nonviolenza, il dialogo, la difesa civile, l’affermazione dei diritti umani inderogabili in ogni angolo del pianeta e che credono nella libertà di movimento.

Vogliamo ridurre le diseguaglianze rivendicando, insieme ai migranti e ai rifugiati, politiche fiscali, sociali e abitative diverse che garantiscano per tutte e tutti i bisogni primari.

Il superamento delle disuguaglianze parte dal riconoscimento dei diritti universali, a partire dal lavoro, a cui va restituito valore e dignità, perché sia condizione primaria di emancipazione e libertà.

Chiediamo la cancellazione della Bossi-Fini che ha fatto crescere situazioni di irregolarità, lavoro nero e sommerso, sfruttamento e dumping socio-lavorativo.

Denunciamo l’uso strumentale della cooperazione e le politiche di esternalizzazione delle frontiere e del diritto d’asilo. Gli accordi, quasi sempre illegittimi, con paesi retti da dittature o attraversati da conflitti; le conseguenze nefaste delle leggi approvate dal parlamento su immigrazione e sicurezza urbana che restringono i diritti di migranti e autoctoni (decreti Minniti Orlando) di cui chiediamo l’abrogazione; le violazioni commesse nei centri di detenzione in Italia come nei paesi a sud del Mediterraneo finanziati dall’UE. Veri e propri lager, dove i migranti ammassati sono oggetto di ogni violenza. Esigiamo che delegazioni del parlamento europeo e di quelli nazionali si attivino per visitarli senza alcun vincolo o limitazione.

Chiediamo canali di ingresso sicuri e regolari in Europa per chi fugge da guerre, persecuzioni, povertà, disastri ambientali.

Occorrono politiche di accoglienza diffusa che vedano al centro la dignità di chi è accolto e la cura delle comunità che accolgono. Politiche locali che antepongano l’inclusione alle operazioni di polizia urbana. E occorre un sistema di asilo europeo che non imprigioni chi fugge nel primo paese di arrivo.

Il 21 ottobre uniamo le voci di tutte le donne e gli uomini che guardano dalla parte giusta, cercano pace e giustizia sociale, sono disponibili a lottare contro ogni forma di discriminazione e razzismo.

Per adesioni: [email protected]

https://www.facebook.com/events/281944142306771/

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.48) 7 ottobre 2017 19:04

    FUORI rotta >

    E’ opportuno, se non doveroso, ricondurre ai suoi termini essenziali il progetto concepito dai fautori dello “jus soli” e dello “jus culturae”.


    Si prevede che a un/a bimbo/a (specie se nato/a in Italia), figlio/a di stranieri in possesso di un pluriennale permesso di soggiorno, previo l’assenso dei genitori nonché la assidua frequenza dei nostri istituti scolastici, venga “riconosciuto” lo status di cittadino. Alla maggiore età potrà comunque rinunciare alla cittadinanza così conferita.

    Ciò precisato.


    Un qualsiasi soggetto che fin da bambino risieda in modo regolare e stabile nel nostro paese ha diritto, al pari dei cittadini, di usufruire del collettivo sistema d’istruzione e di offerta professionale, nonché dell’assistenza sanitaria e sociale necessarie.

    Eventuali carenze o complicanze possono e sono da superare mediante delle normali ed “oculate” disposizioni giuridico/amministrative.


    Ergo.

    NON SERVE affatto che la cittadinanza diventi una sorta di gratifica, “concessa” pro tempore e per interposta persona, che poi il beneficiario può tranquillamente ricusare (nota: esito che mal si concilia con Articoli quali il 22 e il 52).


    Valenza ben diversa ha il conferire tale status, richiesto da un/a neo maggiorenne, avendo prima “accertato”, in modo puntuale, la acquisizione convinta e professata dei caratteri che qualificano la nostra cultura e del sistema-modello di convivenza in vigore.


    Importante è mantenere la rotta. Aggiornare il patrimonio di norme e valori è giusto se preludio di un Ritorno alla Meta

  • Di pv21 (---.---.---.48) 8 ottobre 2017 19:26

    FUORI tema >

    La cittadinanza, concepita come Jus soli, è perfino collocata al centro di una “campagna culturale e civile”. Quel passo basilare, si sostiene, da fare subito per integrare e conquistare l’animus di un/a bimbo/a d’origine straniera.

    L’alternativa, si avverte, è che cresca sentendosi estraneo e respinto.


    NOTA. Come se il sistema di valori, di regole e di rapporti sociali, assimilati e maturati durante l’adolescenza, dipendesse dall’avere o meno lo status di cittadino. Sarebbe una nuova “conquista” culturale e sociale che comunque dipenderebbe dalla volontà dei genitori e che il beneficiario potrebbe ricusare appena maggiorenne.


    Per contro. Equità e giustizia sociale vogliono che chiunque risiede per anni in modo regolare e stabile nel nostro paese ha diritto d’usufruire del collettivo sistema d’istruzione ed offerta professionale, nonché dell’assistenza sanitaria e sociale necessarie.

    QUESTO e solo questo è il tema che, magari, richiede fin da subito un qualche provvedimento “integrativo” di tipo giuridico/amministrativo.

    Cambiare l’entità cittadinanza non può dipendere da Riflessi e Riflessioni interferenti

  • Di pv21 (---.---.---.132) 9 ottobre 2017 19:59

    Drammi >


    Sembra che tra certi insegnanti crei grande sconcerto il fatto che un alunno non sappia dire se e quanti sono i bambini “stranieri” nella sua classe.

    Oppure che un altro (filippino) soffra perché non sanno dirgli se potrà partecipare a gare di nuoto indette tra più Plessi Scolastici.


    Chissà cosa direbbero gli stessi alunni sapendo che sarà una sostanziale conquista “culturale e civile” per l’intero paese il fatto che con lo “jus soli” degli adolescenti così negletti, previo l’assenso dei loro genitori, potranno ricevere da subito lo status di cittadini e che dopo, appena maggiorenni, lo potranno, volendo, ricusare.


    TUTTO fa dramma per chi cerca il Consenso Surrogato via …

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