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Manifestazione Roma. Successo del giornalismo di frontiera

I gangster dell’informazione, come il fido Fede hanno detto che a Roma, a manifestare, c’erano 10mila persone. Guardate le immagini e giudicate voi stessi su come si possa usare la televisione per dire menzogne e far credere alla gente che si dicono verità: il numero di 300.000 persone è approssimativo. In piazza e nelle strade vicine non si poteva entrare per la grande folla.

Da tempo, ove si eccettuino gli 800.000 presenti per il Primo Maggio, non si vedeva una manifestazione di piazza così numerosa e su un tema che spesso è ritenuto poco importante. E malgrado ciò, i servi del signore dell’informazione, onorevole, presidente, capogoverno, proprietario di ville, televisioni, giornali e piccole case, cioè casine, hanno tratto motivo per strumentalizzare tutto e continuare a fare propaganda per il loro padrone.

Il cambia bandiera Capezzone ha detto che era una manifestazione politica, perché c’erano, guarda un po’, bandiere di partito, come se ai partiti non fosse permesso di partecipare alle manifestazioni; il piduista Cicchetto e altri della stessa banda, compreso il loro padrone, hanno detto che la manifestazione era una farsa perché in Italia c’è la massima libertà di stampa.Boom. Persino il direttore di RAI 1, preoccupato di quello che stava succedendo, ha sentito il bisogno di affacciarsi al teleschermo per rassicurare gli spettatori che non era successo niente.

E invece qualcosa è successo: innanzitutto questa voglia di ritorno in piazza, poi la denuncia di un sistema informativo, quello italiano, che, secondo tutte le agenzie di stampa internazionali occupa il 70° posto nel mondo, dopo le isole Tonga, per quel che riguarda la libertà di poter fare un minimo d’informazione critica e libera; poi l’incontro con i precari della scuola, che hanno bocciato senza scampo il Ministro Gelmini per la sua politica scolastica.



Altro che sei meno, come ha scritto in copertina "L’Espresso" nell’ultimo numero: la minestra, scusate, la ministra ha fatto tagli per 200 milioni di euro, ha buttato sulla strada, quest’anno 80.000 laureati, l’anno prossimo altri 100mila, accorpando classi sino a raggiungere i 35 alunni, eliminando bidelli, applicati e aiutanti tecnici e dando soldi pubblici solo alle scuole private, in gran parte nelle mani del Vaticano.

Si tratta di quella stessa ministra che si è diplomata in una scuola privata cattolica di Brescia, che si è laureata con 98 su 100 dopo tre anni di fuoricorso e che si è abilitata a Reggio Calabria, perché altrove correva il rischio di essere bocciata a ripetizione, come il figlio di Bossi, il quale, dopo tre bocciature, è stato sistemato presso l’Ente Fiera di Milano con lo stipendio di 13.000 euro al mese, alla faccia dei precari e dei professori, pagati, quando riescono a lavorare, a 1200 euro al mese. 

Ma torniamo a Roma. Roberto Saviano ha detto che verità e informazione non sempre vanno d’accordo. E’ stato ribadito che l’informazione è il cane da guardia del Governo e infine tutti hanno reclamato i diritti in vigore in tutti gli altri paesi liberi, dall’Inghilterra, dove qualche ministro si è dimesso per scandali sessuali, denunciati dai giornali (molto minori di quelli compiti dal nostro Premier), agli Stati Uniti, dove un giornale, il Washington Post, è stato capace di fare dimettere il presidente Nixon e un altro giornale, il New York Times ha messo in crisi un altro presidente, Clinton, colpevole di reati sessuali fatti non a letto, ma sotto la scrivania, con la segretaria.

E anche noi in tutto questo abbiamo avuto la nostra piccola parte e continuiamo ad averla da questa emittente che, al momento e per sua fortuna non ha trovato padroni e non ha servi.

Commenti all'articolo

  • Di Stefano Brigante (---.---.---.58) 6 ottobre 2009 10:17

    Carissimo,

    fai sapere a i giullari Fede, Feltri, Minzolini ecc che a Piazza del Popolo c’era la stampa italiana che conta cioè tutti, mancavano solo i veri servi e il sindacato dei servi, pertanto 10.000, 20 o 2, è la solita questione di numeri, erano rappresentati tutti e tutti dicevano la stessa cosa che la stampa in queste condizioni non va e che i nostri politicanti di turno non sono in grado a relazionarsi ai mass media come in tutti gli altri paesi evoluti.
    Berlusconi e i suoi quattro cani che latrano usano i mezzi di comunicazione come i dittatori africani degli anni 70 e 80.
    Credo sia tutto.

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.148) 6 ottobre 2009 12:02

    Comincio dal 3 ottobre, quando in piazza c’ era anche Barbara, precaria, insegnante, siciliana, a Roma non li ho contati e non si sono contati nè li hanno contati, i docenti precari, questura e stampa, ma le forze della Polizia le erano attorno, a lei, sulle scale del Ministero della Pubblica Istruzione, non su un palco. Il video della sua lezione, grande straordinario, che ci coinvolge tutte e tutti per l’Emergenza Cultura è questo:
    http://www.youtube.com/watch?v=eI56... e vi prego di vederlo e diffonderlo se ritenete che c’è un’Emergenza Nazionale, per tutte e tutti. Io non sono precaria ma pensionata garantita. E ancora...
    Oggi 6 ottobre si chiude a Salemi il Festival Internazionale del Cinema Religioso‏, gestito da Sgarbi e dall’Assessore al Nulla, Checchini. Passa questo lo Stato e la chiesa, viene finanziato dalle Istituzioni tutte, con un attivismo degno di dittatura, che ha permeato e sedato i nostri corpi e cervelli. Lo spettacolo continua con noi protagonisti?
    Ieri 5 ottobre è stato ospite del Festival di cui sopra, Lele Mora e Fabrizio Corona: non è gossip!
    Intanto a Napoli, questo succedeva, mentre noi ci contiamo, con l’Ordine che reclama Libertà e fà giornalismo di Frontiera..."la facoltà di Scienze Politiche della Federico II è stata chiusa, blindata e militarizzata, impedendovi l’accesso a qualsiasi studente. Tutto ciò per garantire una lezione sul diritto costituzionale a cui doveva partecipare Gianfranco Fini. La facoltà, per l’occorrenza, è stata ripulita di sana pianta, trattamento riservato esclusivamente per queste grandi occasioni; la pulizia della facoltà non ha riguardato solo polveri e acari ma gli altri suoi soliti abitanti, gli studenti.Attorno alla facoltà è stata allestita una vera e propria zona rossa, impedendo agli studenti, non solo l’accesso alla facoltà, ma anche alle strade limitrofe. Noi studenti in presidio fuori la centrale abbiamo distribuito volantini e comunicato con striscioni e interventi al megafono per ribadire che mai accetteremo la chiusura delle nostre facoltà, maggior ragione per consentire l’intervento di un fascista in giacca e cravatta, colpevole dell’omicidio di Carlo Giuliani e responsabile della legge razzista Bossi-Fini. Il tentativo di avvicinarsi alla facoltà di Scienze Politiche è stato impedito da uno schieramento di polizia in assetto antisommossa. Successivamente siamo saliti al rettorato della Federico II che tutt’ora stiamo occupando. Il Rettore Guido Trombetti, che tanto si proclama aperto e disponibile alle esigenze degli studenti, ha scelto di presidiare e fare gli onori alla lezione del fascista invece di confrontarsi e di dare spiegazioni ai suoi studenti.

    Amen...perchè se non ci è chiaro qual’è l’Emergenza e come affrontarla, è un de profundis e a noi rimane accendere un cero.

  • Di Marina Carrara (---.---.---.69) 6 ottobre 2009 13:59

    C’ un’imprecisione: non siamo al settantesimo posto al mondo come libertà d’informazione, ma al settantatreesimo... Marina

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.217) 6 ottobre 2009 14:55

    Caro Pino, è da un bel pò che la seguo e che ricordo che gran persona che lei è.
    La ringrazio a nome se non di tutti ma di molti, per il suo modo di essere giornalista.
    Sebbene io nutra una profonda stima nei suoi confronti, mi dispiace ma le voglio esprimere il mio disaccordo per il suo articolo (spero il primo di una lunga serie qui su AV).
    Mi dispiace caro Pino, ma io credo che il giornalismo di frontiera sia il suo, quello di Abbate, quello di Saviano, quello di Capacchione, quello di Pascarella, quello di Palmesano, e quello dei tanti giornalisti bravi minacciati e offesi da chi la libertà di stampa la stupra a colazione a pranzo e a cena.
    Ma si può dire tutto sulla manifestazione del 3 ottobre, tranne che sia stata una manifestazione per la libertà di stampa e per l’informazione libera.
    Ho scritto qui come la penso http://www.agoravox.it/Manifestazione-per-la-liberta-di.html , spero che legga il mio articolo, se ha due minuti di tempo. 
    Bisognerebbe partire da un assioma principale, e cioè che la libertà di stampa e l’informazione libera in Italia non esiste, così come non esiste in tutti quei Paesi dove gli editori sono i padri padroni dai quali dipendono la maggior parte delle dinamiche economiche del Paese nel quale lavorano e stampano. Trovo difficoltà ad accodarmi ai 300mila di piazza del popolo, anche perchè se noi tutti abbiamo un urgente e impellente voglia e bisogno di verità, non possiamo mentire dicendo che un’informazione libera dal controllo di Berlusconi, sarebbe un informazione libera.
    Credo che lei nella sua lunga esperienza non si sia mai sognato di scrivere che la sua Sicilia senza la Mafia sarebbe un luogo perfetto, perchè sa bene quanta corruzione sia diffusa a tutti i livelli sociali, sa bene cosa vuol dire scarso senso civico e scarso rispetto delle istituzioni, sa bene cosa vuol dire scarso rispetto delle leggi e delle regole basilari di etica, sa bene che un cancro senza un organismo nel quale placidamente convive, non sarebbe niente.
    Che la stampa serva degli screzi del sultano di Arcore sia una spada di Damocle per l’opinione pubblica dell’intero Paese, bhè, non basterebbero 10mila blog e 10mila giornali per ricordarlo.
    Basterebbe spiegare ai cittadini che se un giornale non censura, ma "omette" la verità, è la stessa cosa di censurare, ai fini informativi. Non lanciamo cattivi messaggi alla gente, non facciamo disinformazione, se veramente odiamo Berlusconi e i suoi scagnozzi, non possiamo imitarli, ma nel senso opposto.
    Il Sole 24 ore non scriverà mai dell’incapacità della Marcegaglia, L’Unità non scriverà mai delle cazzate di Soru, Il Mattino e Il Messaggero non scriveranno mai male dei Caltagirone.
    E non sono miei opinioni, sono dati di fatto facilmente appurabili.
    Caro Pino, se è possibile, attendo una sua risposta.

    Con stima, CogitoergoVomito (o Alessandro, come vuole).

     
     

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