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Manifestazione Fiom: quando le assenze contano!

Per anni, nelle fabbriche della piccola, della media quanto della grande industria, è stata la colonna portante e militante della Sinistra, quella vera e storica. Perfino dopo il “tradimento” liberista, in pieno governo Prodi-D'Alema, la Fiom-Cgil si è rivelata un fedele servitore – o meglio: servo – del partito di riferimento,all'epoca già Pds. Che sabato si sia consumato l'ennesimo atto di una storia di amore, servilismo, tradimenti, convenienze e chi ne ha più ne metta?

Alla manifestazione, che è stata indetta per chiedere maggiore impegno su lavoro e pensioni insieme a reddito di piena cittadinanza di disoccupati e studenti, erano presenti in tanti, molti gruppi di sinistra in primis ed esponenti e forze politiche poi, ma si sono notate anche grandi e laceranti assenze.

Landini, il segretario generale della Fiom, non ha avuto peli sulla lingua: Chi non c’è parla da solo!”

Il riferimento - è inutile che ci si sprechi in inutili rigiri di pensieri e parole - è soprattutto, non tanto alla “nomenclatura” del Pd tout court, ma soprattutto a colui che fu l'erede di Sergio Cofferati alla guida della Cgil stessa, dal 2002 al 2010, ed ora è stato designato, dopo esser transitato alla politica, segretario del Pd.

In Italia, il giochino del sindacalista che diventa politico è un balocco vecchio quanto vergognoso ed indegno messo in atto da molti: lo stesso Cofferati, Pezzotta, D'antoni, Polverini e prima di questi hanno fatto scuola Bertinotti, Marini, e prima ancora, negli albori della Repubblica, Carlo Donat-Cattin.

Qualcuno dirà: “Che la politica abbia il miele?” Di più: ha potere, prestigio e molti, molti quattrini. E tutto in cambio di consensi. E non ci vuole certo un genio a dirlo! Da notare che il sindacalismo è diviso, ma unito nella brama di scalare la politica; in tutte le sigle si fa a gara a chi prima si butta in politica, specie dopo aver ricoperto la carica di segretario.

Tornando alla manifestazione, Landini si è rammaricato nel constatare che proprio il suo vecchio ex segretario, con il quale avrà condiviso intere stagioni di lotta e travagli, ora alla guida del più grande partito di sinistra, mancasse. Beh,certamente non sarà il solo a esser rimasto male. Noi, nemmeno più quello!

Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e aver paura di essere qui!”. Landini non è stato affatto duro in questa frase. Anzi. La manifestazione della Fiom era in primis sul lavoro e sulle pensioni, due dei più grandi vulnera della società italiana, circa le quali la politica ed il nuovo governo non stanno facendo una beata efficace cippa.

Il riferimento è chiaro, quanto lapalissiano. Epifani e gli altri suoi“compagni” non hanno presenziato per non mettere a rischio la già precaria alleanza-tregua con il partito del Caimano. Già, proprio lui, il responsabile ad un buon 70% della catastrofe della situazione socio-politica ed economica italiana attuale. Due exempla su tutti: la Legge Biagi e lo scudo fiscale. Il primo, responsabile della precarietà di un'intera generazione, al quale anche i figli di molti pidiellini debbono dire grazie; il secondo ha reso possibile che si scudassero centinaia di miliardi sottratti precedentemente al fisco senza vergogna e con dolo, con una sanzione vergognosissima del 5%, dove altrove è arrivata anche al 50%; anche qui molti pidiellini ringraziano, un po' più felici. Per non parlare delle delocalizzazioni, dello smantellamento dello Stato sociale, della spartizione di appalti pubblici tra amici della cricca. Un esempio lampante? Le casette de L'Aquila.

Ma le porcate si sprecano!

Insomma, se cercavate il colpevole, oltre il fatto che molti guardandosi allo specchio si scoprirebbero complici – ognuno ha la sua parte di colpa – ipso facto: è qui per questo il Cavaliere, con tutta la sua banda di coppieri, pappagalli, paggi e donnette da osteria incartapecorite!

Ed il Pd, per causa di forza maggiore ha detto sì, proprio a quella specie di partito, del quale, appena il giorno prima, sarebbe stato pronto a bruciarne la bandiera sulla pubblica piazza - un po' come fanno i “compagni” nordcoreani con la bandiera americana a Pyongyang.

Alla manifestazione però, del Pd c'erano Civati e Orfini, ma a titolo personale. Poi, nota positiva - nonostante le corbellerie che di tanto in tanto spara a raffica qualche "pescivendolo" - l'adesione del M5s. E' stato polemico con Epifani anche l’altro ex capo della Cgil, anche lui esponente del Pd, Sergio Cofferati, dicendo: “Avrei sperato che il mio partito ci fosse”.

Landini ha puntualizzato quanto sia importante che il lavoro torni al centro della discussione politica, ed ha accettato di buon grado l'adesione simbolica dei due capigruppo del M5s, Crimi e Lombardi. Il M5s ha dato disponibilità (dispute su scontrini permettendo) all' impegno comune “sulla base di progetti condivisi e comuni”. Vedremo!

Bellissima la stima dimostrata al Sindacato da parte del costituzionalista Stefano Rodotà: “La Fiom in questi anni si è battuta per i diritti di tutti, e ha tenuto alta questa bandiera … La Fiom e voi tutti vi state battendo per i diritti dei più deboli, dei minacciati e di tutti coloro che adesso non hanno la forza di essere insieme per rivendicare il vivere civile e i diritti delle persone e dei lavoratori”.

Così ha parlato l'insigne difensore di quella Costituzione il cui primo articolo è ormai tristemente noto a noi tutti, non tanto per la chiarezza delle sue belle parole, ma per la sua continuata disapplicazione. Infine, nel corso della manifestazione, dal palco, Landini ha tuonato che senza discontinuità il governo non può durare. Ha ribadito come l’Imu vada cancellata solo per chi ha patrimoni bassi, impedire altresì un nuovo aumento dell’Iva, ed iniziare a ridurre la tassazione sul lavoro dipendente, contrastando anche l'evasione fiscale.

In soldoni, per il Segretario l’emergenza primaria è il lavoro, con la difesa e l'ulteriore creazione di nuovi posti ed in ultimis ha aggiunto un commento alla presenza di Angela Merkel in Italia in visita a papa Francesco: “Si deve costruire un’Europa sociale, oppure non ce la farà neanche la Germania”.

Per commentare in ultimis solo il primo dei punti, il problema è definire cosa si intenda per discontinuità. Quella con il governo Monti o quella con il governo Berlusconi? Noi riteniamo che il governo opterà per un diabolico e faustiano miscuglio di entrambi. Il Pd di Enrico Letta, membro “trilaterale” dell'Aspen Italia, vero ricettacolo di straordinari interessi lobbistici mascherati da illuminismo liberale, sa bene che la strada da percorrere è quella che noi abbiamo appena adombrato. Speriamo di sbagliarci. Nel frattempo, un altro sindacalista in politica si è opportunamente ed adeguatamente sottomesso alle regole della politica che usa e disusa i sindacati a proprio uso e consumo. Peccato che sia il pensiero sia la filosofia sindacale vengano così banalmente barattati. Nel frattempo, però, Landini ha fatto, suo malgrado e non, il punto della situazione sotto molti aspetti.

Speriamo che duri! Brutta cosa i sindacalisti in politica!

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