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 Home page > Attualità > Cronaca > Ma il Papa può "dare le dimissioni"?

Ma il Papa può "dare le dimissioni"?

La risposta, non proprio scontata, è sì, anche se sarebbe più appropriato parlare di "rinuncia" o di "abdicazione" del soglio pontificio. La spiegazione la troviamo nel Codice di Diritto Canonico (Codex Iuris Canonici), il codice normativo del diritto vaticano, aggiornato l'ultima volta da Giovanni Paolo II, che lo ha promulgato nel 1983.

Nel Libro II, parte II, "La costituzione gerarchica della Chiesa", il primo capitolo della prima sezione, "Il romano Pontefice e il collegio dei vescovi" recita:

Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.

Letteralmente per "abdicazione" s'intende l'abbandono con l'indicazione di un successore; le dimissioni sono, invece, la semplice rinuncia. Anche se il Pontefice non può nominare un successore (che dev'essere scelto dai vescovi riuniti in concilio) così come farebbe, ad esempio, un monarca, egli può ordinare che s'indica un Conclave che designi il suo successore. A partire dalla "rinuncia" comincia un periodo di "sede vacante", come avviene normalmente dopo la morte del Papa, che termina in concomitanza con la fine del Conclave e con la proclamazione del nuovo Pontefice. 

Esistono numerosi esempi, nella storia della Chiesa, sebbene non proprio recenti. Nello specifico, non si assisteva alle dimissioni del Papa da più di 600 anni. L'ultimo fu Gregorio XII, nel lontano 1415. Tra gli altri "papi dimissionari" troviamo persino un santo, Clemente I, poi San Clemente, che venne fatto prigioniero dall'imperatore Nerva (secondo altri, da Traiano). Esiliato, pare che Papa Clemente abdicò per non lasciare i suoi fedeli senza guida.

Esiste anche un precedente omonimo di Papa Ratzinger, Benedetto IX, che fu Papa ben tre volte. Ma più che di abdicazione si dovrebbe parlare di "compravendita" della carica papale. Benedetto "vendette" letteralmente il suo ufficio al suo padrino (sembra, in cambio di diversi chili d'oro), forse per potersi sposare. Ma fu una rinuncia di breve durata; poco dopo l'ex Pontefice tornò a Roma deciso a riprendersi la carica, salvo perderla altre due volte prima di essere scomunicato.

Il caso più famoso, citato persino da Dante nella Divina Commedia, riguarda Celestino V, "il Papa del Gran Rifiuto", che abdicò in favore del ricchissimo Benedetto Caetani, divenuto Papa Bonifacio VIII, lo scandaloso pontefice protagonista dell'episodio dello "schiaffo di Anagni".

Se la notizia della rinuncia di Benedetto XVI arriva come un fulmine a ciel sereno, capace di lasciare di stucco anche il Cardinal Sodano, le ragioni della scelta dell'anziano Pontefice vanno forse ricercate in una frase che l'allora Cardinale Ratzinger pronunciò riguardo Papa Giovanni Paolo II, sempre più stanco e provato dalla malattia: "Se la salute peggiora, il Papa può anche dimettersi". Era il 20 maggio 2012. La prima profezia del futuro Papa?

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Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.148) 11 febbraio 2013 15:37

    Certo che può darle! Quando non vuol fare la fine di Pisciotta o di Giovaani paolo I.

  • Di Antonello Barmina (---.---.---.39) 16 febbraio 2013 23:36
    Antonello Barmina

    A questo punto si aprono prospettive interessanti per gli ecclesiasticisti e i canonisti. Ad esempio sarebbe interessante conoscere lo status giuridico dell’ex romano pontefice. In particolare possiamo chiederci se Joseph Ratzinger riacquisti la capacità penale copo averla persa con l’elezione.

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.226) 17 febbraio 2013 15:30
    Giacomo Nigro

    Se in politica seguissero il “Santo” esempio del Pontefice, Benedetto XVI, vedremmo profilarsi veramente un mondo nuovo! Posso iscrivere nell’elenco dei grandi papi, al secondo posto dopo Celestino V, anche Benedetto XVI. 

    Mi sono commosso alle dimissioni di Papa Benedetto che dopo aver guidato la Chiesa nell’ultimo sofferto periodo del pontificato precedente e diretto la Chiesa per otto anni come ha potuto, ha avuto il coraggio e la scelta di tempo di aprire una via nuova a questa Chiesa che è sommamente in difficoltà per colpe proprie e secolari. Un grande uomo questo tedesco antipatico.

  • Di (---.---.---.112) 17 febbraio 2013 20:12

    Vigore e umiltà >

    Il Cardinale Ratzinger ha seguito, da osservatore privilegiato, gli ultimi anni del Pontificato di Papa Wojtyla. Lo ha visto accudire con ogni cura e “sollevare” dagli impegni più gravosi degli affari curiali.
    Per conto del Papa ha visto agire, sempre più, soggetti autorevoli che hanno così “sopperito” al Suo ruolo di “guida”.
    Un ruolo che, tuttavia, non può e non deve essere distinto dalla funzione “unificante” del Papa. Pena l’emersione di “individualismi e rivalità” che possono generare “insidiose” deviazioni ed alimentare “laceranti” divisioni.

    Benedetto XVI°, con il decadere del vigore fisico e della forza d’animo, ha visto questo profilarsi nel Suo futuro.
    Per chi crede.
    Il Figlio di Dio ha scelto di “non scendere dalla Croce” perché voleva “farsi carico”, fino in fondo, del travaglio dell’umana caducità.
    Un Papa, che è solo un uomo, non è tenuto a “farsi” eroico testimone delle sofferenze umane.
    La prima ed inderogabile responsabilità del Papa è quella di preservare, sempre, la “integrità” e la continuità del ministero Petrino.

    Da questa ferrea convinzione la sofferta decisione (diritto-dovere) del teologo Ratzinger di “rinunciare” a tanta Carica.
    La Sua “fragilità” di essere umano non ha offuscato la Sua capacità di scegliere “per il bene della Chiesa”.
    Una scelta, grave, che reca tutta l’impronta di una Fede, senza miracoli

    • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 21 febbraio 2013 12:34
      Giacomo Nigro

      Il Papa memore di quanto ha fatto, a sostegno fisico e morale, al tempo della fine del pontificato del suo predecessore, ha voluto evitare per se lo stesso trattamento. Ha indicato una strada umana nuova anche in presenza dell’alto magistero spirituale di cui è investito. L’infallibilità messa in dubbio è una rivoluzione benigna.

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