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 Home page > Tribuna Libera > Ma che legittimità hanno Caldoro e De Luca?

Ma che legittimità hanno Caldoro e De Luca?

Stipendi da fame, pensioni bloccate, leggi contro i lavoratori e una disoccupazione mai vista. Questo il bilancio di partiti e uomini che si preparano a chiederci il voto per quelle che ritengono semplicemente la consueta occasione per spillarci quattrini: elezioni amministrative.

Non c’è un centesimo, ripetono ogni giorno i colpevoli di questo sfascio, però ogni giorno spendiamo milioni e milioni di euro per armi, soldati e guerre e regaliamo miliardi alle banche responsabili del disastro. Abbiamo un Parlamento che occupa abusivamente le Camere grazie a una legge incostituzionale, su cui grava una sentenza definitiva e inappellabile della Consulta, un governo illegittimo, tenuto in vita dalla fiducia di parlamentari che nessuno ha mai eletto, che prende ordini dai proconsoli delle banche: Draghi, il Fondo Monetario Internazionale e la “Commissione”, il vertice, anch’esso mai eletto, di una truffa che chiamiamo Unione Europea.

Nessuno tra quanti pensano e votano le leggi che ci affamano ha la legittimità per farlo. Ci governa una banda di golpisti, sostenuti da un Parlamento delegittimato politicamente e moralmente che è responsabile dei mali che ci hanno colpito: l’inquinamento mortale della terra dei fuochi, l’assalto ai beni comuni, lo sfruttamento dei lavoratori, la disoccupazione, il malaffare.

Mai come oggi, mentre la miseria della gente cresce in maniera insopportabile e aumenta, invece, la ricchezza di ladri, maneggioni, faccendieri ed evasori, le elezioni regionali sono l’occasione per esprimere un giudizio politico sugli uomini che, senza alcuna legittimità, ci governano. In questo contesto andiamo al voto per elezioni che hanno un significato politico evidente: in discussione non è la regione, ma la legalità repubblicana, che da troppo tempo e impunemente è stata calpestata.

Voterò a condizione che la sinistra trovi finalmente il coraggio di dirlo forte e chiaro, senza mezze parole: noi non riconosciamo questo Parlamento illegittimo e non siamo più disposti a prendere ordini da un governo nato da una truffa. Non consentiremo più a nessun esponente di partiti che ci hanno sottratto a tradimento la sovranità, di spogliarci, affamarci e umiliarci; lo affermiamo con decisione subito e terremo poi questa linea con estrema durezza: in Campania non riconosciamo i ministri di un governo che ha avuto il coraggio di addebitare al nostro stile di vita i tumori delle martoriate terre dei fuochi. Siamo stanchi di prepotenze e collusioni con la malavita organizzata e ci prenderemo quello che ci spetta. Noi non vogliamo più guerre, leggi contro il lavoro e i lavoratori, tagli alle scuole e alla Sanità. Noi non vogliamo essere strumenti di una macelleria sociale che oggi riguarda i greci e presto toccherà a noi. Non accettiamo più Commissari governativi, cementificazioni e svendite dei nostri diritti e della nostra vita. Basta! Tutte le nostre risorse saranno investite, perciò, anzitutto per salvare l’ambiente e difendere la salute. Non un centesimo dei nostri soldi uscirà dalla Campania, finché il Parlamento dei “nominati” non sarà sciolto e non ci saranno regolari elezioni, deputati eletti direttamente dal popolo e governi che non siano sostenuti da minoranze trasformate in maggioranze da leggi elettorali illegali, illegittime e liberticide.

In attesa che questo accada, agiremo in totale autonomia, estenderemo all’acqua di tutta la regione la tutela che De Magistris ha appena coraggiosamente assicurato alla città di Napoli, inizieremo a bonificare i nostri territori, sperimenteremo modelli economici alternativi e rifiuteremo di avere a che fare con un governo servo dei banditi di Bruxelles.

A queste condizioni voterò: a condizione che il voto abbia i caratteri della disobbedienza di massa e di una vera, dichiarata rivoluzione di popolo. Ne sono certo: con me voterebbe non solo buona parte della sinistra che non vota più, ma persino la destra intellettualmente onesta.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.6) 12 marzo 2015 17:37

    "a condizione che la sinistra trovi il coraggio di dirlo forte e chiaro ... non riconosciamo questo Parlamento"

    Non succederà mai. Non lo dirà la sinistra, non la destra, non il centro. Chi rimane? C’è qualcuno che lo sta già dicendo, che non riconosce questo parlamento.

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