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Ma che fine hanno fatto le Pussy Riot?

È passato più di un anno da quando cinque figure femminili con il volto coperto da passamontagna colorati cantarono una preghiera punk alla cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca - accorato appello per la liberazione da Putin e dal suo governo - che recitava:

Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin!
Caccia Putin, caccia Putin!
Sottana nera, spalline dorate.
Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi.
Il fantasma della libertà è nel cielo.
Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene.
Il capo del Kgb è il più santo dei santi.
Manda chi protesta in prigione.

Accusate di "teppismo motivato da odio religioso", tre di loro vennero arrestate. Yekaterina Samutsevich, 30 anni, Maria Alyokhina, 24 anni e Nadia Tolokonnikova, 22 anni, divennero così note internazionalmente e il loro caso suscitò l'indignazione dell'opinione pubblica mondiale, alla quale si presentò un esempio lampante di quanto la Russia tenga in conto il diritto alla libertà d'espressione (qui il video di marzo girato da una casa di lingerie tedesca, che a Mosca, in Piazza Rossa, ha fatto sfilare a meno quindici gradi una modella coperta da pochi centimentri di pizzo. La provocazione è pensata come gesto di solidarietà per le ragazze, vittime dell'oscurantismo).


Nell'ottobre scorso, Yekaterina Samutsevich passò ad un regime di libertà vigilata: non è ben chiaro se lo sconto della pena sia stato conseguenza di un suo dissociamento dal gruppo, o, secondo quanto detto dai legali, di una diversa strategia difensiva. Maria e Nadia, invece, continuano a espiare la "colpa" per la quale sono stati loro assegnati due anni di reclusione.

A fine novembre 2012 Nadia Tolokonnikova, madre di un bambino, chiese che la sua pena venisse posticipata sino al compimento dei quattordici anni di suo figlio, richiesta inoltrata anche da Maria a gennaio 2013. La Corte ha rifiutato la concessione alla seconda, probabilmente anche in seguito alla condotta da lei tenuta in prigione, considerata inadeguata (più volte aveva subito ammonimenti – 6 in totale - a causa del rifiuto a tornare in carcere dopo le ore di libertà concesse), mentre la domanda avanzata da Nadia è ancora sotto valutazione.

Il 26 febbraio 2013 Maria è stata destinata a 90 giorni in cella di isolamente per ragioni di sicurezza. Secondo quanto dichiarato dal personale del carcere, sarebbe stata la ragazza stessa a farne richiesta per incompatibilità di carattere con la compagna di stanza.

Il 6 marzo 2013 il difensore civico Vladimir Lukin si è interessato al caso delle due ragazze invitando la Corte moscovita a prendere in considerazione una riduzione della condanna, attualmente di durata biennale. Il tribunale ha accettato di valutare la petizione.

Il 20 marzo 2013 la Corte ha respinto l'appello delle due artiste a riconsiderare i termini della sentenza.

Il 26 marzo Nadia ha depositato al tribunale la richiesta di rilascio sulla parola, sino ad ora rifiutata per cattiva condotta, e per il fatto di non aver mostrato alcun pentimento rispetto al "crimine" commesso.

L'istanza non è stata ancora valutata, ma c'è da dire le speranze sono tiepidissime, vista sinora l'irremovibilità totale della Corte.

Una cosa è certa: pensarla diversamente, in Russia, è un'ipotesi da non considerare.

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.164) 30 marzo 2013 16:23

    Credo che siano sparite dalla ribalta mediatica perché qualcuno negli USA ha deciso che non vale più la pena di spenderci soldi e tempo.

    Alessandro Rossi

  • Di (---.---.---.90) 31 marzo 2013 10:07

    Le terrei in galera ancora un anno, così imparano a comportarsi come si deve.

  • Di (---.---.---.228) 31 marzo 2013 12:03

    I due commenti precedenti dimostrano che tira aria di restaurazione e che spuntano ripetuti rigurgiti di fascismo, come per il sostegno ai - tutt’ora (!!)- poliziotti assassini di Aldrovandi, come per il sostegno ai nostri eroici marò assassini di pescatori...

    L’elezione di un papa che è sospetto di appoggio alla dittatura di Videla e che certamente ha combattuto la teologia della liberazione chiarisce bene che la preghiera liberatoria delle Pussy Ryot non troverà sponda sulla chiesa cattolica. Quella ortodossa poi è sempre stata apertamente schierata dalla parte del potere...

    Con l’aria che tira è strano che le cinque giovani ribelli non siano già state crocifisse sulla piazza rossa.

    Immagino che la loro ribellione sia stata fortemente motivata dalla speranza che i loro figli possano crescere in un paese libero dall’oppressione del KGB, che è il vero referente di Putin, così come per Stalin lo era l’Ochrana, il servizio segreto zarista. Sono questi criminali servizi segreti che reprimono ogni idea libertaria.

    La speranza non muore mai, e l’ammirazione per il loro atto libertario e coraggioso neanche.
    Ringrazio molto l’autrice per questo importante articolo.

    GeriSteve

    • Di pint74 (---.---.---.249) 1 aprile 2013 10:51
      pint74

      Ribelli?L’aver offeso le credenze altrui con modi di fare igiuriosi lo chiami ribellione?
      Se si vuole rispetto bisogna darlo anche,quello che hanno fatto le "ribelli" è solo farsi pubblicità in modo osceno,con il beneplacido dei media,i quali evidenziano simili iniezie ma chiudono gli occhi sulle stragi perpetrate dalle truppe occidentali esportatrici di democrazia ed i loro alleati.
      Avrei voluto vedere cosa sarebbe successo alle ribelli se si fossero comportate così negli USA,magari in qualche influente chiesa locale...

  • Di (---.---.---.77) 31 marzo 2013 17:25

    Pensa prima di sparare cavolate e accomunarmi alla marmaglia fascista che sostiene gli assassini di ragazzi e gli uccisori di pescatori indiani. La ribellione ( se così vogliamo chiamarla) delle cinque coraggiose ragazze vale qualcosa solo se viene sbandierata ai quattro venti dai media occidentali. Avranno fatto il solito calcolo costi-benefici e avranno dedotto che il gioco non vale più la candela. Adesso, per par condicio, dato che non lo facciamo mai, interessiamoci un po’ degli sciagurati detenuti rinchiusi a Guantanamo senza uno straccio di processo, dei messicani mitragliati mentre cercano di attraversare il confine con gli USA, di tutti gli innocenti che lo zio Sam manda a friggere sulla sedia elettrica, degli sciagurati civili che vengono ammazzati per sbaglio dai droni, dei 90.000 morti della guerra in Afghanistan, dei 150.000 morti della guerra in Iraq, della guerra che abbiamo innescato e portiamo avanti in Siria con agenti provocatori e contractors... Lungi da me pensare che qualcuno dei fatti prima elencati sia da ritenersi più grave della carcerazione delle cinque coraggiose ragazze Au revoir !

    Alessandro Rossi

    • Di (---.---.---.93) 1 aprile 2013 01:38

      insomma bisogna occuparsi e interessarsi solo di quello che dici tu e cioè di quello che combina l’occidente. Come se il cervello dovesse essere per forza monodirezionale. Evidentemente si può rifiutare la guerra di bush, l’infamia di guantanamo ma anche la punizione assolutamente sproporzionata di cinque ragazzine da parte di un regime intollerante e violento.

      In conclusione: brava l’autrice e pedante il commentatore

    • Di (---.---.---.202) 1 aprile 2013 10:27

      Sarà che voglio che si parli solo di quello che pare a me ( ho detto questo ? e quando ? ), sarà che il mio cervello funziona in modo unidirezionale ( ? ), ma quello che educatamente intendevo mettere in evidenza è che gli esportatori di democrazia che si permettono di fare la paternale a tutto il resto del mondo violano il diritto internazionale continuamente, in modo brutale e sistematico. La vicenda delle pussy riot a confronto è una bazzecola.

      Alessandro Rossi

  • Di (---.---.---.234) 15 giugno 2013 12:06

    putin osvobody nemmedleno pussy riot

  • Di (---.---.---.234) 16 giugno 2013 14:28

    putin osvobodi nemmedleno nadya tolohhikobа

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