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 Home page > Tempo Libero > Incredibile ma vero! > MMXII: l’anno del destino per i Maya

MMXII: l’anno del destino per i Maya

Nei primi mesi del 2012 mi sono persa tra previsioni e transiti planetari, fine del mondo, Maya, mistero, Nostradamus, Terra, spread, crisi economica, disoccupazione… nel paniere del nuovo anno non posso dire di aver trovato granché.

Partiamo da un presupposto. Io non ho paura ma sono sull’orlo di una crisi di nervi. “A metà anno avrete la ricompensa: parola di Giove!”. Così recitava il mio Oroscopo a gennaio 2012, sto ancora aspettando la ricompensa! Mi restano pochi mesi, il colpo di fulmine e la cicogna non mi interessano, gradirei un lavoro stabile. Grazie!

Cominciamo dalle ipotesi: cosa accadrà o cosa potrebbe accadere il 21 dicembre 2012?

Le risposte sono tante. Fantascienza, scienza, storia e leggenda si mischiano. Sembra che l'uomo nel proiettarsi nel futuro abbia sempre bisogno di guardare indietro, scomodando dei, divinità, antiche e progredite civiltà dietro cui si nasconderebbero astrali antenati.

Il buon vecchio Adamo ed Eva o il Big Bang o la semplice evoluzione della specie di darwiniana memoria proprio non ci bastano. Che siamo derivati dai primati o dal fango o dalla costola di Adamo, dobbiamo sempre pensare che millenni orsono oscuri esseri siano venuti da lontani e invisibili o inabitati pianeti a civilizzarci lasciando nei monumenti storici i segni e le testimonianze più o meno evidenti della loro presenza.

E che durante questi viaggi abbiano anche provveduto a fornirci informazioni sul futuro del nostro pianeta.

Essere o avere, lasciare o prendere, andare o restare, sense and sensibility avrebbe detto la Austen, assonanza e allitterazione per indicare l'interezza di qualcosa, l'elemento irraggiungibile, la pienezza del tutto, il contorno e la forma di un contenuto, l'intero di una parte sospesa, spesso sognata, immaginata, remotamente persa nella realtà o magari mai intravista.

Sense and sensibility, ragione e sentimento, logica e istinto, forza e debolezza, acqua e fuoco, terra e aria, anima e corpo, Dio nelle mani, nelle mani di un passione, nelle mani di una schiena, nelle mani di una mano, nei polpastrelli di una vita, di un soffio che sfiora la mente e ti entra dentro come un pensiero e diventa materia.

Perché poi la ragione e il sentimento è quello verso cui viaggiamo un'intera vita. Soprattutto in questo momento "intenso" di tante cose da fare, tante, tante, tante e poco me, ahimé... perché davvero vorrei come Amleto potermi soffermare più spesso a ragionare sulla "quintessenza" della polvere, sulla "quintessenza" dell'uomo. E ancor più spesso mi verrebbe da dire come lui che "l'uomo non mi diletta... e la donna neppure" o almeno mi verrebbe da rifletterci un pò, per capire perché il diletto non c'è o perché ci dovrebbe poi essere.

Perché l'uomo non è mai un'equazione, ancor meno una semplice addizione. Perché la somma di noi va sempre oltre gli addendi e sprizza via dagli angusti spazi di un'operazione in colonna. Scava nelle rotondità dei numeri e cerca oltre la "chiarezza "dei risultati, in ciò che non si vede, non si sa di noi ma che comunque portiamo dentro; in ciò che neanche noi sappiamo o a cui non sappiamo dare un nome ma che è li, a condizionare le nostre azioni o il nostro "non agire"…

Nella fatidica data del 21 dicembre 2012 il pianeta potrebbe fermarsi, la polarità terrestre invertirsi e la Terra potrebbe cominciare a ruotare in senso contrario determinando eventi catastrofici oppure nulla, niente che possa determinare cambiamenti seri.

La ragione della vita, dunque, è un'equazione senza soluzione, è un limite all'infinito, è la radice all'ennesima potenza di un’incognita. Nulla è certo e, per dirla con Shakespeare, neanche la nostra stessa vita lo è perché "siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni..."

E il nostro quotidiano potrebbe essere solo un parto, un'illusione di una mente che già vive altrove. Quindi cari amici… Carpe diem, quam minimum credula postero!

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