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Lotte di potere tra Viminale e dintorni per le nomine ai vertici di polizia e servizi segreti

Le nomine del nuovo Capo della Polizia, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, e del presidente della commissione di vigilanza COPASIR, sono un passaggio cruciale per la tenuta del governo Letta e per l'esercito dei circa 1300 prefetti e viceprefetti del Ministero dell'Interno. 

Ammonta a 1292 unità il personale di carriera prefettizia del Ministero dell'Interno. Il numero e la composizione, aggiornata alla data del 31 marzo 2013 e fornita al quotidiano La Notizia dal Viminale stesso, è la fotografia di un affollamento tra struttura centrale e periferica. I prefetti sono 147, di cui 42 in sede centrale e 105 dislocati sul territorio nazionale. A questi si aggiungono 712 viceprefetti, di cui 222 al Viminale e 290 in periferia. Poi ci sono 413 viceprefetti aggiunti (su una dotazione organica di 852 unità), di questi ben 91 sono in sede centrale e 322 in periferia.

Tra i prefetti vanno contati almeno una ventina di profili coinvolti nelle gestioni commissariali. Ben 355 funzionari prefettizi, circa ¼ del totale, prestano servizio in sede centrale. A presidiare un territorio complesso e con aree ancora non completamente sotto il controllo dello Stato, se pensiamo ad esempio ad alcune prefetture della Calabria, sono quindi 937 funzionari prefettizi in totale.

I prefetti veri e propri sono 147, ma tutti e 1300, o giù di lì, fanno parte di una carriera caratterizzata dai privilegi, da tanti vantaggi e sicurezze, in cui il merito conta poco, fino ad un certo punto almeno. Gli stipendi vanno dai 2500 euro netti al mese per i viceprefetti, fino ai 6mila netti al mese per i prefetti delle città più importanti.

Stipendi da top manager per i capi dipartimento, fino ad arrivare ai record dell'ex capo della Polizia Antonio Manganelli, con 621.253,75 euro all'anno, il funzionario di Stato più pagato in Italia (anche se nell'ultimo anno lo stipendio era sceso fino a 447.000 euro annuali), il cui reddito va confrontato con quello del capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (del Ministero della Giustizia) Franco Ionta, con 543.954,42 euro all'anno.

Oltre al dipartimento di Pubblica Sicurezza, ovvero quello che governa la Polizia di Stato, fino a poco tempo fa retto da Antonio Manganelli, i capi dei dipartimenti del Ministero dell'Interno, tutti prefetti ovviamente, sono: Angela Pria (capo dipartimento Libertà Civili e Immigrazione), Alessandro Pansa (capo dipartimento Affari Interni e Territoriali), Luciana Lamorgese (capo dipartimento Politiche del personale), Francesco Paolo Tronca (capo dipartimento dei Vigili del Fuoco).

La valutazione delle attività svolte dai dirigenti di carriera prefettizia, come disciplinata dall'art. 16 del D.L. 19 maggio 2000, n. 139, compete ai prefetti stessi, tramite una “Commissione consultiva” presieduta dai capi dei dipartimenti del ministero dell'Interno, e ad apposite “commissioni di valutazione per la progressione della carriera”, mentre per i “dirigenti collocati in posizione di disponibilità”, ai sensi dell'art. 12 comma 2-bis della stessa legge, la valutazione viene effettuata dal capo del Dipartimento per le Politiche del Personale dell'Amministrazione Civile. Gli incarichi prefettizi vengono conferiti con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, mentre gli incarichi dirigenziali generali sono decisi dal Ministro dell'Interno sentito il presidente del Consiglio.

La procedura delle nomine, in particolare il funzionamento della commissione consultiva, è stata contestata più volte sia in ambito politico che nello stesso ambito ministeriale, in quanto si limiterebbe solo alla compilazione di “liste in ordine alfabetico di funzionari da proporre per la carriera di Prefetti, senza nessuna valutazione effettiva delle esperienze e dei profili professionali”, assumendo quindi il ruolo di scelte basate su criteri meramente politici, se non legati a delle vere e proprie cordate di potere.

Una convergenza difficile...

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Pref. Gianni De Gennaro

L'organizzazione ed il potere della casta dei funzionari di carriera prefettizia è solo una parte del problema per il governo Letta. Le poltrone pesanti che non hanno ancora trovato un successore sono due, e la difficoltà nell'individuare i profili adeguati non è solo di ordine politico. Oltre alla nomina del nuovo Capo della Polizia, c'è da individuare ancora un eventuale sostituto di Gianni De Gennaro al ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti. Un ruolo che il governo Monti aveva ritagliato su misura proprio per il potentissimo ex capo della Polizia e supercapo dei servizi segreti, liberando di fatto la riforma dei Servizi Segreti verso i mari burrascosi del ricambio organizzativo e funzionale. 

Gianni De Gennaro, il cui nome per molti è legato solo alla gestione dell'ordine pubblico a Genova durante il G8, ha una carriera di tutto rispetto cominciata nell'antiterrorismo e proseguita nell'antimafia, a Palermo, in collaborazione con Giovanni Falcone. Oltre ad essere stato testimone delle stragi di Palermo che hanno colpito i giudici Falcone e Borsellino, è stato il capo della Direzione Investigativa Antimafia, organismo auspicato dallo stesso Giovanni Falcone. De Gennaro è poi diventato direttore centrale della Criminalpol, capo di gabinetto al ministero dell'Interno, e capo dei Servizi Segreti, dopo una parentesi breve, ma intensa e significativa, nella gestione del commissariato straordinario ai rifiuti in Campania, nel 2007. Nel 2006 Gianni De Gennaro è stato insignito della prestigiosa medaglia per "Meritorious Achievement" dall'FBI, il premio è stato riconosciuto per la sua "trentennale" opera di "consigliere informale" dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. 

I candidati al ruolo di capo del dipartimento di Pubblica Sicurezza avranno il difficile compito di "traghettare" la gestione della sicurezza, e soprattutto il controspionaggio e l'intelligence italiana, verso nuove funzioni ed obiettivi, non più esclusivamente nazionali, ma collocati in una dimensione di coordinamento europeo, i cui primi effetti sono la nascita dell'Eurogendfor (EGF, la forza di gendarmeria europea), il cui comando generale si trova proprio in Italia, a Vicenza, nella caserma Chinotto.

L'Eurogendfor, è un corpo di gendarmeria che è stato creato dall'accordo siglato a Noordwijk, in Olanda, tra i cinque paesi dell'Unione Europea che hanno corpi di polizia miltare: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia nacional) e Olanda (Marechaussée) e, per l’Italia (Carabinieri). Il trattato che definisce i ruoli ed i compiti dell'Eurogendfor è stato siglato a Velsen il 18 ottobre 2007.

Si tratta quindi di una nuova definizione della “sicurezza nazionale”, in cui oltre alla lotta alle mafie, al terrorismo ed al narcotraffico, il contrasto all'immigrazione irregolare, si aggiungono i compiti di contrasto alle minacce alla sicurezza del paese provenienti dalla difficile transizione democratica della sponda sud del mediterraneo, la sicurezza dell'Unione Europea e la conseguente ricollocazione degli obiettivi della Nato fuori dalla tradizionale proiezione europea orientale. Una fase delicata in cui gioca un fattore determinante anche lo scioglimento dell'arma dei Carabinieri, una parte della quale entrerà nel corpo Eurogendfor e trasferita alle dipendenze di Chinotto a Vicenza, mentre il resto verrà probabilmente riassorbito nei ranghi della Polizia di Stato. 

I nomi dei candidati ai vertici di Polizia e Servizi Segreti

Pref. Franco GabrielliAl momento la partita per il vertice della Polizia di Stato vede tre “papabili”. Favorito n.1 per la nomina sarebbe il prefetto Franco Gabrielli, originario di Viareggio, attuale capo del dipartimento per la Protezione Civile, già nominato capo del Sisde dal governo Prodi nel 2006. Gabrielli ha nel suo curriculum un passato ai vertici della Digos e dell'Ucigos, a Firenze e Roma, prima di diventare direttore della Direzione Centrale Antiterrorismo. E' stato direttore del Sisde durante la riforma dei servizi segreti civili, diventati in seguito AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), ed ha affiancato in qualità di prefetto dell'Aquila Guido Bertolaso nella gestione dell'emergenza terremoto dell'Abruzzo. Gabrielli ha poi preso il posto di Bertolaso durante il periodo in cui la Protezione Civile da ente pubblico era stata trasformata in S.p.A. (in forza del decreto n 395 del 17 dicembre 2009 di Gianni Letta) prendendone poi il posto nel 2010, fino alla riforma del 2012 (decreto legge 15 maggio 2012 n. 59, convertito in legge 23 luglio 2012 n. 118) in cui il potere di decretazione dello stato di emergenza per le calamità naturali è stato riattribuito al ministero dell'Interno. Il prefetto Franco Gabrielli è stato anche commissario delegato per l'emergenza seguita al naufragio della Carnival Costa Concordia, ed ha coordinato gli interventi successivi ai sismi che hanno colpito l'Emilia.

Altro candidato in pole position per il vertice della Polizia di Stato è il prefetto Alessandro Pansa, di Eboli (SA), che vanta invece nel suo curriculum una esperienza iniziale nella lotta di contrasto alle mafie in Calabria maturata nella seconda parte degli anni '70. Nel 1982 è poi passato a Roma per occuparsi di attività investigative di contrasto al narcotraffico. Specializzato in contrasto della criminalità economica è da considerarsi tra i padri fondatori dello SCO, il Servizio Centrale Operativo della Polizia, di cui è stato capo tra il 1996 ed il 2000. Nominato prefetto è stato direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell'immigrazione. L’11 luglio 2003 è poi diventato direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere. Il 7 novembre 2005, è stato poi nominato vice direttore generale della pubblica sicurezza, nonché direttore centrale della polizia criminale. E' stato prefetto di Napoli e, tra il 6 luglio 2007 fino al 31 dicembre 2007, è stato “Commissario di governo per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania” nel momento apicale della crisi dei rifiuti. In seguito al drammatico pogrom di Ponticelli del 13 maggio 2008, è stato nominato dal governo BerlusconiCommissario delegato per l’emergenza degli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Campania”. Dal 2010 ha assunto l’incarico di capo del dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno.

Il terzo candidato, considerato una sorta di erede naturale di Manganelli, è il prefetto Alessandro Marangoni, di Gorizia, colui che sta attualmente guidando la Polizia di Stato ricomprendo ad interim l'incarico. Ex questore di Palermo e Milano, tra il 2008 ed il 2012, da quarant'anni ai vertici del Ministero dell'Interno, ha ricoperto incarichi anche a Verona, Torino e Napoli. E' stato in servizio tra il 1992 ed il 1996 alla Direzione Investigativa Antimafia. Nel 2005 è diventato questore di Padova. E' stato nominato dal Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, vice capo vicario in seguito alle dimissioni seguite allo scandalo che colpì il suo predecessore, il questore Nicola Izzo.

Al toto-nomine vengono accreditati anche altri funzionari prefettizi, meno esposti dei precedenti sul piano "politico", dei quali viene riconosciuta però la competenza tecnica e professionale: Giuseppe Pecoraro, Pasquale Piscicelli, Bruno Frattasi e Giuseppe Procaccini (capo di gabinetto del Ministero dell'Interno con Maroni e con la Cancellieri).

Altre grane per il governo Letta, oltre la nomina del capo di Polizia, riguarderanno poi l'individuazione della figura che dovrà prendere l'incarico di sottosegretario con delega ai Servizi, un ruolo che era stato creato appositamente per Gianni De Gennaro. Si tratta di una sorta di figura di coordinamento alla transizione dei servizi segreti. Per il ruolo di sottosegretario con delega ai servizi il PD avrebbe candidato Marco Minniti, mentre il candidato del Pdl sarebbe Fabrizio Cicchitto.

Last but not least, l'ultimo tassello istituzionale che interessa gli organismi di pubblica sicurezza riguarda la nomina del presidente del COPASIR, la commissione parlamentare di vigilanza sui servizi segreti, un ruolo che spetta alle opposizioni e che è stato richiesto dal gruppo parlamentare di Sinistra Ecologia e Libertà, candidando il parlamentare Claudio Fava, che in qualità di europarlamentare è stato membro della "Commissione d'Inchiesta del parlamento europeo sui voli CIA e le consegne straordinarie (extraordinary rendition)", una vicenda che in Italia ha visto la condanna a 10 anni dell'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari, per il sequestro dell'imam Abu Omar. SEL non ha avuto nemmeno una vicepresidenza di commissione, ma per la presidenza del COPASIR dovrà vedersela con il M5S di Beppe Grillo il quale, non pago delle venticinque vicepresidenze di commissione ottenute finora, ne ha richiesto la presidenza fin dal primo giorno di insediamento dei gruppi parlamentari, meravigliando i più attenti osservatori, ai quali non sfugge certamente il compito della commissione, in una fase di transizione come quella in corso. Un transizione che richiede sicuramente esperienza e capacità di vigilanza democratica, coraggio e capacità di inquadrare il contesto politico. 

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.42) 31 maggio 2013 17:43
    Sandro kensan

    Se non sbaglio il Copasir va per legge o per regolamento parlamentare all’opposizione. Quando governava il PD è andato al PDL, quando governava il PDL è andato al PD.

    Trovo legale che la presidenza del Copasir vada al M5S in quanto unica opposizione, sia perché rappresenta 1/4 degli eletti sia perché PD e PDL sono al governo. Trovo vergognoso che la presidenza del Copasir sia data alla lega che si è presentata alle elezioni in tutt’uno col PDL senza il quale non avrebbe preso nessun deputato o quasi. Lo stesso vale per SEL che ha percentuali ridicole e non supera la soglia di sbarramento ma si è presentato in coalizione con il PD e quindi ha qualche deputato.

    Perché non vogliono dare la presidenza del Copasir come prevede la legge?

  • Di (---.---.---.95) 31 maggio 2013 19:55

    La questione non c’entra niente con la “legalità” o la legittimità del M5S, che è una forza di opposizione esattamente come SEL e come la Lega. La questione è politica e verrà risolta politicamente. Il M5S ha ottenuto già il voto dei componenti PD-PdL nelle commissioni dove ha ottenuto le vicepresidenze (25) e le segreterie (3). Nell’articolo mi sono limitato semplicemente a mettere in evidenza le competenze di Claudio Fava sul tema di cui stiamo trattando. Se poi qualcuno mi fa sapere quali sono quelle di Crimi, sarò ben felice di prenderne atto.
    Aggiungo solo che l’argomento per cui SEL non sarebbe una vera forza di opposizione perchè i parlamentari sono stati eletti in coalizione con il PD non è sufficiente. SEL e PD avevano sottoscritto e fatto sottoscrivere agli elettori delle primarie un accordo che poi il gruppo parlamentare del PD non ha onorato. Tutto qui. Cosa ben diversa, il M5S ritiene di non dovere assumere nessuna responsabilità di governo, finchè non avrà la maggioranza assoluta dei seggi. Auguri. Mi sembra che alle comunali però le cose non siano andate bene...


    La composizione del COPASIR è disciplinata dall’art.30 della Legge 124 del3 agosto 2007. Al comma 3 del predetto articolo si legge infatti che "Il presidente è eletto tra i componenti appartenenti ai gruppi di opposizione e per la sua elezione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti." La commissione è un organismo bicamerale composto di 10 membri, con una composizione che garantisce la parità dei gruppi. 


    A che serve il COPASIR? L’oganismo verifica che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Per l’esercizio di questo compito, è dotato di poteri di controllo e funzioni consultive. I presidente del Consiglio ed il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza sono tenuti a rendere periodicamente al COPASIR una dettagliata serie di comunicazioni.

    Il Comitato svolge periodicamente audizioni del Presidente del Consiglio dei ministri, dei vertici degli apparati di sicurezza nonché di persone non appartenenti al Sistema in grado di fornire informazioni utili alle funzioni di controllo. In casi eccezionali e con delibera motivata, il COPASIR può svolgere anche audizioni di dipendenti del Sistema, previa comunicazione al Presidente del Consiglio che può opporsi per giustificati motivi.

    Il comitato può effettuare inchieste interne e può acquisire documenti e informazioni sia dal Sistema di informazione per la sicurezza e dagli organi della pubblica amministrazione, sia in direzione dell’Autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, ai quali può richiedere copie di atti e documenti relativi a procedimenti ed inchieste in corso, anche in deroga al segreto di indagine.

    Naturalmente per fare le cose di cui sopra ci vuole comunque una maggioranza, esattamente quella necessaria ad eleggere un presidente del comitato.


    Insomma, non è una pazziella... smiley


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