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Emiliano Di Marco

Emiliano Di Marco

Appassionato di Cyberculture_ Mediattivista_ Antimafioso_ Ambientalista_ Antirazzista_ Pacifista _ Seminatore fiducioso di tracce nella rete...etc. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionale all'Università di Napoli "L'Orientale", ha collaborato con la redazione napoletana del Corriere del Mezzogiorno

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  • Primo articolo mercoledì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.) 25 ottobre 2024 22:51
    Emiliano Di Marco

    Io personalmente i dubi li ho risolti in un altro modo. Se uno vuole vedere gli aspetti più torbidi della storia italiana recente, ha ampia scelta. Ti assicuro che certe interpretazioni che ho letto, secondo cui sarebbe stato un settore del PCI, legato all’URSS, a gestire le BR, sono credibili come quelle che sostengono che erano una cretaura della CIA, o degli inglesi, o dei francesi, o degli israeliani, o addirittura dei tedeschi. C’è anche l’interpretazione altrettanto credibile che in realtà le BR erano manipolate da ex agenti della CIA defenestrati dopo gli scandali seguenti al Watergate, ed al servizio di chissà quali potenti compagnie private con interessi nel petrolio, e trasversali al punto che questi avevano campi di addestramento in Libia.

    Del resto, sono passati più di 40 anni, e chi voleva riscrivere la storia ha avuto ampia disponibilità di tempo per fabbricare delle versioni alternative.

    La mano dei servizi si vede sicuramente dalla quantità di racconti sulle BR, che non arrivano da nessuna parte. La verità è che esiste una sola storia, sul sequestro Moro, che è il climax del lungo ’68 italiano, ed è il memoriale Morucci, che è stato concordato con la magistratura edi i servizi. Quella è la verità di Stato. E se vedi, è lo Stato che nega qualsiasi versione alternativa a quella. 

    Non c’è da stupirsi. Del resto, la storia delle BR (e della lotta armata) si può comprendere solo se si considera l’anomalia italiana. Con un sistema politico bloccato. Un PCI che rappresentava l’alternativa culturale in un paese bigotto e baciapile, ma che non poteva governare. Tutto questo, a nemmeno 30 anni dalla fine del fascismo. 

    Quando ero giovane, un decennio mi sembrava un’eternità. Ma oggi, ripensando ai ricordi di trent’anni fa, che mi sembrano avvenuti ieri, mi rendo conto di come il ricordo della guerra fosse così vivo negli anni 60 e 70.

    Per cui, quello dice Franceschi, va letto con attenzione. Perchè è la verità. Parte delle BR veniva da famiglie che erano state partigiane, che erano comuniste. Ed ritenevano di non ancora chiuso i conti con il fascismo.

    Se il nostro paese si fosse incamminato sulla strada di un riformismo di tipo europeo continentale, con un partito comunista più debole, ed un vero partito socialista, forse si sarebbe evitata una tragedia come la lotta armata.

    Ma certamente, se qualcuno pensa che Moro è morto solo per mano delle BR, non compreso quello che è successo nei decenni successivi.

    Con Moro, muore l’illusione italiana di avere una politica estera autonoma.

    Quindi, se c’è stata manipolazione...ad essere manipolati furono in tanti. Anche chi stava dalla parte del potere...

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.) 25 ottobre 2024 19:46
    Emiliano Di Marco

    Il problema dell’infiltrazione è stato affrontato anche da alcuni dei più importanti esponenti delle BR. Franceschini ne ha parlato, in maniera molto chiara, e tuttavia non ha mai ridotto l’esperienza delle BR a qualcosa di manipolato. C’erano, li hanno visti, o percepiti, personaggi ambigui, e loro stessi si chiedevano se certe vicende non fossero frutto di manipolazione. 

    Ma non è che si può ridurre tutta la vicenda a questo. Il punto non è: chi ha aiutato le BR (o altre organizzazioni) a diventare quello che sono diventate. Se uno si mette su questa direttrice trova una infinità di soggetti, organizzazioni, partiti, interessi, poteri, potenze (a livello scalare: dal locale al globale), etc. che potevano vedere con favore questo fenomeno.

    Del resto, la storia delle rivoluzioni è fatta anche di questo. Lenin non si fece aiutare dai tedeschi per ritornare in Russia, con il famoso treno blindato? E i tedeschi, che erano in guerra con la Russia, non erano interessati a liberarsi di un fronte? Certo che fu aiutato. 

    Quando Franceschini disse "Moretti si credeva Lenin", non dice qualcosa di ben preciso?

    Cmq, per ritornare alla tua domanda. Qualcuno dei nomi che hai citato ha pagato con il carcere, a lungo. Se c’è qualcuno che è stato favorito nella latitanza, non è tra quelli che stanno in Italia, o hanno fatto decenni di carcere.

    Ma favorire una latitanza, non è una questione che può fare un singolo, per proteggere un parente. E’ una cosa più complessa. Una lunga latitanza, come dimostrano quelle dei mafiosi, può essere fatta con un livello di protezione statale.

    Uno Stato non regala una latitanza a qualcuno solo per proteggere il buon nome di un ufficiale, o di un politico.

    Quando poi la latitanza è internazionale, gli Stati che la proteggono devono essere almeno due...

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.) 25 ottobre 2024 16:07
    Emiliano Di Marco

    Caro Gianni, di questa presunta parentela non ne so granchè. Tuttavia, non sarebbe l’unica. Ci sono stati diversi esponenti della costellazione della lotta armata in Italia che avevano illustri parentele. Non solo tra le forze armate. Ci sono state anche delle aree grigie. Il caso più famoso è quello del figlio di Donat Cattin, sulla cui vicenda è stato pubblicato un libro molto interessante, "Il figlio terrorista. Il caso Donat Cattin e la tragedia di una generazione", di Monica Galfrè, Einaudi editore.

    Io concordo abbastanza con lo sfondo in cui viene collocata la vicenda. C’è una questione generazionale che attraversa la storia della lotta armata in Italia, in cui il l’evocazione del parricidio, come conseguenza di una resa dei conti in un paese che non riusciva ad incamminarsi sulla strada della modernità, come nella vicenda Moro, è una chiave di lettura da non sottovalutare.

    Ci sono stati molti brigatisti che venivano da famiglie di destra, o tradizionali. Ci sono stati anche recentemente casi di persone che avevano parentele molto strette con uomini e donne che lavoravano con i servizi, o che appartenevano ad una sorta di "borghesia nera". 

    Si possono fare tutte le ipotesi che si vuole. Ma non va esclusa la questione generazionale. Almeno per gran parte di loro, il fascino della lotta armata era legato a profonde vicende personali. Non dimentichiamo che erano poco più che ventenni. Questo dato viene spesso trascurato, ma sarebbe utile ricordare come eravamo a vent’anni.

    Poi, in qualche caso, è possibile che dette parentele abbiano prodotto comportamenti ambigui. Un come quando si cerca un dialogo e si lanciano dei segnali, quando si intuisce quale percorso è più compatibile per riuscire ad attirare lo sguardo. Perchè nella mediaticità del terrorismo, c’è una questione a proposito dello sguardo che si vuole attirare. 

    Magari, coloro che hanno capito come interpretare il loro ruolo in chiave sistemica, hanno avuto qualche privilegio. O l’hanno fatta franca. Ma non per la parentela con un singolo, ma per la sistemicità che hanno interpretato, anche inconsapevolmente...

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.70) 21 ottobre 2013 19:37
    Emiliano Di Marco

    A titolo di chiarimento, e prima che lo chieda un rappesentante legale del Gabriele Capitelli, citato nell’articolo, riporto per dovere di cronaca il comunicato stampa, relativo all’esito favorevole del ricorso presentato contro la notifica antimafia delle prefetture di Napoli e Caserta. Ovviamente si conferma, alla data odierna, tutte le altre notizie riportate, salvo sentenza o provvedimento giudiziario opposto.


    Emiliano Di Marco 21/10/2013


    Comunicato stampa Consorzio Icaro

    Il Tribunale Penale di Napoli, presieduto dal Giudice D’Auria, all’udienza del 18/10/2013, ha assolto perché il fatto non sussiste il professore Gabriele Capitelli e Antimo De Angelis, rispettivamente ex presidente ed ex vicepresidente del Consorzio Icaro, dai reati a loro ascritti per aver trascurato la gestione di un bene confiscato al fine di favorire la criminalità organizzata. Dopo quasi tre anni di attesa, si chiude una brutta pagina nella lotta al recupero dei beni confiscati alla camorra dove, proprio coloro i quali avevano raggiunto i migliori risultati in questo campo, sono stati fermati da accuse tanto ingiuste quanto infamanti. Questa sentenza di piena assoluzione restituisce un po’ di quella dignità che il Consorzio Icaro ed il suo storico presidente si sono conquistati in oltre 20 anni di onesto lavoro.

    Ben più di due anni fa la struttura consortile è stata interessata da un’informativa prefettizia che è non è un’interdittiva antimafia, ma una mera informazione della Prefettura, non avente alcuna valenza interdittiva. L’ex presidente e il suo vice del Consorzio Icaro sono stati indagati per l’accusa di aver trascurato di gestire una parte di un terreno agricolo confiscato sito nel Comune di Pignataro Maggiore di cui, in realtà, si occupava un colono che pagava il fitto ai vecchi proprietari: fatti questi che il GIP del Tribunale di Napoli ha ritenuto che neanche costituissero reati. Nel 2005 lo stesso consorzio aveva ricevuto l’affidamento giuridico e non il materiale possesso del bene in questione, che presupponeva la redazione in contraddittorio dello stato di consistenza e l’immissione in possesso, dal Commissario Prefettizio, allora operante nel comune di Pignataro Maggiore. In pratica è stato sottoscritto un documento di assegnazione al Consorzio a cui non è mai seguita la materiale consegna da parte del comune del terreno. Tale elemento è risultato di fondamentale importanza in quanto non ha consentito al Consorzio stesso di rendersi conto della sua reale ubicazione, oltre che della grandezza e delle condizioni, entità e condizione. Se ciò fosse avvenuto, per esempio, ci si sarebbe potuto accorgere subito che su questi Beni vi era un pescheto coltivato e si sarebbe potuto intervenire per individuarne i conduttori e i beneficiari. Del resto, il colono che gestiva l’area aveva un contratto regolarmente registrato e coltivava il pescheto anni prima che venisse affidato al Consorzio Icaro.L’“Informativa Atipica” rilasciata dalle Prefetture di Napoli prima e di Caserta poi non evidenzia alcun rapporto della struttura con la criminalità organizzata ma riporta le circostanze di fatto indicate ed inerenti la gestione del pescheto e conferma, in modo inequivocabile, che non vi è preclusione alcuna per il Consorzio Icaro a continuare a gestire o acquisire servizi.

    Alcuni enti invece hanno proceduto in autonomia alla rescissione dei contratti in essere, provvedimenti che sono stati impugnati dallo stesso consorzio nelle opportune sedi giudiziarie. Il Tribunale Regionale amministrativo della Campania ha definitivamente disposto l’annullamento dell’informativa antimafia atipica, ex art. 1-septies del D.L. 629/1982, rilasciata dalla Prefettura di Caserta, n. prot. 1575/12b.16/ANT./Area 1^ del 19 giugno 2012 e dell’informativa antimafia atipica, ex art. 1-septies del D.L. 629/1982,rilasciata dalla Prefettura di Napoli rilasciata in data 17 aprile 2012,riguardanti entrambe il Consorzio Icaro nonché i provvedimenti di revoca di rescissione disposti dagli enti.  Tra i beni confiscati di cui, da anni, il Consorzio si è occupato con successo figurano la Comunità per Minori “Stella Marina” di Castelvolturno, lo Sportello Immigrati istituito presso il bene confiscato di Castel Volturno, la Fattoria Agricola con Comunità per Disabili (Maiano) in Sessa Aurunca ancora condotta da una cooperativa associata al Consorzio e, nello stesso comune di Pignataro Maggiore, i beni “100 Moggia” e “Villa Ligato”, ove sono state realizzate iniziative di carattere sociale finalizzate ad aiutare persone svantaggiate, ricevendo solo consensi e apprezzamenti per l’operato.

    Santa Maria Capua Vetere, 18 ottobre 2013    

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.74) 22 dicembre 2012 11:12
    Emiliano Di Marco

    Mi fa piacere ma, se interessa, forse può essere utile anche ricordare questa notizia:
    http://www.ilsole24ore.com/art/noti...


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