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Lodi | Diamo un futuro ai bambini: il Festival della fotografia etica 2018

Festival della fotografia etica 2018 – In un giorno assorbi migliaia di immagini e decine di storie meritevoli di essere raccontate. Ma con il passare delle ore a rimanere impressi nell’animo e nel cuore sono alcuni scatti.

 E all’edizione 2018 del Festival della fotografia etica di Lodi sono gli sguardi dei bambini a restare impressi nello spirito. Sono gli occhi sgorganti di lacrime della piccola Rohingya in fuga dalle persecuzioni etniche del Myanmar o la lotta disperata lotta dei suoi compagni di viaggio per accaparrarsi un boccone degli aiuti umanitari. E ancora il bambino con un occhio accecato dai piombini delle pallottole sparate dall’esercito indiano nella valle del Kashmir e il piccolo afghano con ancora gli occhi per guardare la propria disperazione dopo essere rimasto orfano. Lo studente tra le rovine della sua classe distrutta dalle bombe in Yemen e la piccola amputata a una gamba dagli stessi ordigni di una guerra devastante ancora “invisibile” al mondo malgrado gli oltre 10.000 morti e le oltre 300.000 persone colpite da un’epidemia di colera.

A rincorrermi nei pensieri sono pure gli adolescenti educati per essere competitivinella Corea del Sud e quelli programmati per obbedire al regime in quella del Nord, i bimbi figli della violenza in Congo dove lo stupro è un’arma di guerra attuata ogni due minuti e la bimba terrorizzata dalla brutalità di una società priva di regole creata dall’avidità degli uomini della droga, dalla criminalità e della deforestazione nel polmone verde del mondo, l’Amazzonia. Vittime innocenti con un futuro di traumie disagio già scritto. Quello scritto sui volti oscurati delle ragazze rapide da Boko Haran per imbottirle di tritolo da fare esplodere nei mercati o da sfruttate per i piaceri delle milizie, ma pure negli occhi tristi dei giovani italiani feriti dagli abusi del clero e ancora sanguinanti per la fiducia tradita.

 

Un sorriso di speranza per il futuro

Possiamo fare finta che l’orrore vissuto da molti minori nel globo non ci riguardi, che sono occhi di bimbi lontani vittime di uomini malvagi appartenenti a culture incivili. Però le bombe assassine nello Yemen sono made in Italy, la ricchezza estratta nelle miniere da piccole mani per il nostro fiammante smartphone è a beneficio di multinazionali occidentali e cinesi, la siccità africana e le altre devastazioni climatiche del globo derivano dalle nostre emissioni di gas serra. E possiamo pure pensare che le storie narrate siano situazioni estreme dimenticando che ogni minuto nel mondo muoiono cinque creature con meno di 5 anni per malnutrizione e che le spose bambine sono più di 12 milioni nel mondo. E scordare che a scrivere pagine scure verso i fanciulli siamo pure noi nella stessa benestante Lodi, sede del Festival e salita alle cronache per un regolamento che discrimina tra bimbi italiani e stranieri in violazione con la Dichiarazione universale dei diritti umani e con la Convenzione sui diritti dell’infanzia. Eppure i bambini sono il nostro futuro, il futuro dell’umanità. E se vogliamo un futuro felice e giusto per tutti, dovremmo donare ai piccoli un presente sereno, ricco di opportunità e di speranza. Un presente come il sorriso della bimba salvata da naufragio certo senza il soccorso degli attivisti di Sea Eye (11).

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