Buffalo, la bici che cambia la vita
AGIRE Trek e World Bicycle Relief – Sono più di 11.000 le biciclette che saranno donate alle persone bisognose residenti in alcuni paesi dell’Africa e dell’America del Sud.
È il risultato della raccolta fondi avviata nel periodo natalizio (ne avevamo scritto qui) dal costruttore di bici Trek e da World Bicycle Relief, l’organizzazione no-profit fondata nel 2005 e con già all’attivo la consegna di oltre 600.000 cicli e la formazione di più di 2.500 ciclomeccanici nei paesi del terzo mondo.
Un crowdfunding al quale hanno aderito più di 7.000 cittadini e organizzazioni di 27 paesi con una donazione media di 171,51 euro per un totale di 1.818.918 dollari, cifra che sarà convertita in oltre 11.000 Buffalo Bike. Un modello appositamente progettato per spostarsi sulle accidentate strade delle zone rurali del Sud del mondo e caratterizzato da un robusto telaio, da pneumatici antiforatura adatti per percorrere sentieri di terra e fangosi e da una semplicità costruttiva per riparazioni rapide e una manutenzione ridotta.
Peculiarità sono pure la presenza di un comodo cavalletto doppio e di un solido portapacchi capace di accogliere oggetti ingombranti e pesanti (supporta fino a 100 kg). Tra i destinatari, infatti, ci sono agricoltori e piccoli imprenditori, soprattutto donne, che necessitano di un mezzo di trasporto affidabile per portare la propria merce. Le bici andranno, però, anche agli studenti per consentirgli di arrivare a scuola senza fare stancanti tratti a piedi e a operatori sanitari per portare assistenza medica nei villaggi più remoti.
Un’iniziativa lodevole che ha il merito di dimostrare quanto sarebbe semplice migliorare le condizioni di vita della popolazione più povera al mondo se le aziende avessero quel poco di sensibilità necessaria per avviare progetti similari che, per altro, richiedono ridotto budget promozionale e hanno un ritorno di immagine considerevole.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox