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Lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio

 

Il Parco dello Stelvio, da nazionale, diventa un Parco interregionale, la cui gestione verrà affidata, secondo la logica dello spezzatino, alle Province autonome di Trento e Bolzano ed alla Regione Lombardia, sulla quale si estende il 70% dell' area protetta, senza ascoltarne il parere della Lombardia stessa. Ferruccio Tomasi, presidente del Consorzio, ha affermato: «Non mi hanno informato, ho saputo tutto per vie traverse. Il parco perderà il contributo governativo di 5 milioni di euro all' anno».

Il governo ha assunto questa decisione, considerato un atto incostituzionale in quanto viola la competenza esclusiva dello Stato in materia d'ambiente, a dispetto anche della lettera-appello «per il mantenimento dell' assetto unitario del Parco Nazionale dello Stelvio», firmata da Club Alpino Italiano, Fondo Ambiente Italiano, Federparchi, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Touring Club Italiano, Wwf Italia e indirizzata al premier Silvio Berlusconi. Proseguono le associazioni: «Metà della superficie del Parco si trova nel territorio amministrativo della Regione Lombardia, che ne subirà gli effetti senza essere stata formalmente coinvolta in alcun tavolo istituzionale».

In tal modo, hanno sottolineato le varie associazioni naturalistiche, ambientaliste e del turismo, la decisione del governo di «cancellare 75 anni di gestione unitaria di un patrimonio naturalistico montano di indiscussa eccellenza e notorietà avrà sicuramente una ricaduta sull' immagine e sulla credibilità dell' Italia». 

Oltre a questo, nel pacchetto di promesse alla SVP in cambio la sua astensione, sono entrate due norme significative: un contingente bilingue nelle forze dell' ordine e lo sblocco degli arretrati della quota variabile che lo Stato deve versare al Trentino Alto Adige per il periodo 2000-2005 pari 725 milioni di euro per la provincia di Bolzano e, non potendo fare figli e figliastri, di 1,3 miliardi per quella di Trento. Tutto tagliato, tutto congelato in tutte le voci di spesa, ma non queste.

Con il provvedimento concernente le forze dell’ordine, lo Stato fa l’ennesima concessione agli indipendentisti sud-tirolesi, mutilando in parte una delle poche materie ancora di sua esclusiva competenza, sancita dall’art. 117, comma h, in materia di ordine pubblico e sicurezza e, quel che è peggio, ponendo le premesse per la “germanizzazione“ anche delle forze di polizia di stanza in provincia di Bolzano. Se tanto mi dà tanto, infatti, c’è da presumere che, nel tempo, si possa arrivare al reclutamento degli agenti di polizia sulla base dell’appartenenza al gruppo linguistico dichiarato, come già avviene per gli altri posti delle pubbliche amministrazioni. La componente linguistica italiana verrebbe, ancora una volta, mortificata e relegata sempre più ad un ruolo marginale nella realtà altoatesina. 

Ma occorreva onorare la cambiale rilasciata alla SVP perché questa si astenesse sul voto di fiducia al Governo, astensione pressoché determinante, posto che i due senatori del partito localista altoatesino hanno contribuito considerevolmente al raggiungimento di quella risicatissima maggioranza di 314 voti di fiducia.

Tornando al Parco, una volta, quindi, soppresso il Consorzio che gestisce la struttura e il trasferimento di competenze ai citati Enti territoriali, non è dato di sapere, allo stato, come questa co-gestione verrà organizzata, ma c’è da presumere che la prima cosa di cui gli Enti neo-affidatari del Parco si occuperanno e preoccuperanno sarà di creare un ente, un organismo, un comitato o lo si chiami come accidenti più si preferisce, con il quale distribuire poltrone e prebende, quelle prebende che specie nelle due province autonome sono da sempre molto doviziose.

E così, ancora una volta, il governo Berlusconi ha mercanteggiato la propria sopravvivenza, in questo caso barattando un pugno di voti con parte del patrimonio storico/naturalistico nazionale, non coinvolgendo tutti i soggetti interessati alla vicenda, anzi mostrandosi totalmente sordo agli autorevoli appelli che gli venivano rivolti perché ripensasse quella decisione.

Ancora una volta, questo governo appare sempre più asservito ai desiderata del suo leader che sempre più assume le connotazioni di un autocrate il quale assoggetta le istituzioni repubblicane al proprio personale tornaconto, che sia politico o di altra natura.

In questo cumulo di immondizia materiale e morale, che tanto stupefatto risalto ha avuto sulla stampa di tutto il mondo, si perde e si svende la dignità di un’intera Nazione.

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