Lo sfogo di Grillo e il buio oltre la siepe
Dura 11 minuti l'intervento di Beppe Grillo sul tema del presunto "spirito dialogante" el M5S con il terrorismo islamico. Un video in cui torna a rifilare dell'ebetino a Renzi, minacciandolo di querela per avere dichiarato che il M5S dialoga con il terrorismo ma non con il governo.
Dunque, tutto parte da un articolo di Alessandro Di Battista, esponente di primo piano del M5S e molto vicino a Grillo, che più o meno è sul tema : "La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita da James Foley (il giornalista americano decapitato dall'ISIS) è in parte figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Graib". Dichiarazione che esprime plasticamente il livello culturale di Di Battista, che nel frattempo ha ribadito tutto "tal quale" malgrado i ripetuti inviti a chiarire meglio.
Il concetto, se così si può definire, espresso da Di Battista scaturisce da una forma primordiale di processo logico-deduttivo che associa azione e reazione, prescindendo dalla qualità intrinseca delle medesime. Ad Abu Ghraib (carcere di Quantanamo-Cuba) sono rinchiusi, in tuta color arancio (la stessa fatta indossare dai terroristi a Foley durante l'esecuzione), prigionieri di guerra catturati nelle campagne in Iraq, Afganistan ecc... Carcere duro, indubbiamente ma ben lontano dalla pratica messa in atto dai "tagliatori di teste". Prendere l'uno per giustificare, o comunque dare un senso logico accettabile all'altro, è una operazione semplicemente vergognosa e mistificante.
Immediatamente il circuito mediatico nazionale, che tiene perennemente sotto schiaffo i pentastellati, ha approfittato dell'incauta e squinternata dichiarazione dell'esponente grillino per far partire le solite bordate. Apre le danze lo stesso premier Matteo Renzi: "Il M5S dialoga con i terroristi dell'ISIS ma guai a farlo con il governo", che contiene una malignità gratuita, ovvero che il M5S sia congruo al terrorismo islamico, falsa fino a prova contraria, ed una verità incontestabile, ovvero che il M5S rifiuta il dialogo con il governo sulle riforme ed in particolare su quella della giustizia civile sotto esame in questi giorni.
La reazione del M5S a questa dichiarazione del premier, ribadita anche da un tweet di Orfini (PD), non si fa attendere ed ovviamente avviene con il solito lessico colorito. Ci pensa poi Di Maio, il vicepresidente pentastellato della Camera, a chiarirne i termini: "Non si discute con chi fa accordi sulla giustizia con un pregiudicato per frode fiscale ..ecc." che , diciamocelo francamente e in linea di principio non fa una grinza. Questo scontro probabilmente chiude definitivamente la breve parentesi di pseudo dialogo che si era inaugurata tra il PD e il M5S.
Ma è l'intervento diretto di Grillo il più significativo. Vediamone i contenuti:
"Non sono né scomparso né latitante. Intervengo perché c’è una campagna stampa contro il M5S che è vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo… Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio, che se tornassi indietro non solo non parlerei con lui, come ho fatto, dicendo che è una persona non coerente e non affidabile, come gli ho detto, ma direi che è un bugiardo, un falso e un ipocrita ... cui seguirà una querela... "
Dunque, atteso che al netto del linguaggio colorito se non triviale che Grillo usa come rafforzativo, il contenuto è assolutamente in linea con la realtà politica di ciò che sta avvenendo sotto gli occhi di una opinione pubblica narcotizzata. Mi domando chi nel PD ha interesse a scavare sempre di più un solco profondo con il M5S. Ma era veramente impossibile evitare di strumentalizzare la dichiarazione estemporanea di Di Battista e di circoscriverla per quello che era, ovvero la sparata di un tizio che confonde capre e cavoli, che fa solo del qualunquismo, con i soliti stereotipi dell'Occidente cattivo ed il resto del mondo buono?
E perché proprio ora, quando in ballo c'è la riforma della giustizia (per ora solo civile), che notoriamente coinvolge poi quella sulle intercettazioni e sulle responsabilità personali dei magistrati, tutti temi notoriamente molto cari a Silvio Berlusconi? Qual è la componente del PD che ha più interesse a pilotare il partito verso la confluenza con Forza Italia? E' un modo per limitare il potere ricattatorio di Angelino Alfano? Oppure è la conferma che ormai nel PD, democristianamente riformato, non c'è più spazio per formule di sinistra?
Una risposta arriva dallo stesso ex cavaliere di Arcore: "Renzi sta sbandando ma noi sulle riforme gli daremo una mano". Una mano sulle riforme, tutte, quindi anche su quelle per ora annunciate ma non affrontate, se mai lo saranno, tra le quali brillano il conflitto di interessi, il falso in bilancio, le frequenze televisive ecc.. tutte cosucce che Silvio non gradisce, o meglio gradirebbe se e soltanto fossero fatte da lui stesso. Quindi cosa è questa collaborazione ad ampio spettro che ogni giorno si implementa di più, una sorta di voto di scambio? Tu mi appoggi sulle riforme fiscali ed economiche e per far digerire il rospo al popolo bue ed io congelo tutto quello che ti da fastidio, che ti tocca personalmente? E' questo il patto tacito del Nazareno?
Qui la faccenda sta prendendo una piega che soltanto i ciechi non vedono. Il paese va sempre più a picco ma il ronzante Silvio è sempre con la manina tesa nei confronti di colui che ha sempre considerato come "il fglioccio prodigo" ,colui che meglio e di più gli somiglia. Ma allora è Silvio che tiene per il collo Matteo, come sostiene una mia carissima amica francese, o viceversa, o entrambi?
Insomma cosa c'è dietro la siepe? Il buio per il paese?
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