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Lo scrittore Jared Diamond lancia il monito: 40 anni al "Collasso"

Un’altra estate è passata e nulla pare veramente cambiato. Supermercati traboccanti, climatizzatori a mille, prurigini esotico-turistiche, montagne di cibo sprecate, fiumi di energia dissipati in inutili fantasmagorie e modestissimi baccani rituali. L’opulento occidente tira dritto per la sua strada, quasi che il gioco debba non finire mai e la formula funzionare in eterno: i ricchi godono, i disgraziati piangono.

La novità è che nel villaggio globale nessuno è così povero da non potersi permettere un vecchio televisore o un’ora di internet con cui affacciarsi un momento sui “quartieri alti” e chiedersi “perché a me no?”. Dice il saggio che un nordamericano consuma 32 volte di più di un keniano e che il vero problema, oggi, non è tanto l’aumento della popolazione (in rallentamento, ma destinata comunque a toccare gli inquietanti 10 miliardi del 2100) quanto la volontà di tutti i terrestri di raggiungere gli standard dei più fortunati. Cosa che, se succedesse, richiederebbe altri 4 pianeti-terra oltre quello che già divoriamo.

Surriscaldamento globale, clima impazzito, siccità, deforestazione furiosa per fare spazio ai bovini necessari per ingozzarci di carne, oceani sempre più acidi, montagne di rifiuti, scorie radioattive praticamente eterne, un’isola di detriti di plastica che galleggia al centro del Pacifico. Pare che abbiamo tirato troppo la corda e che sia ora di dire chiaro “le cose come stanno”. Dice il saggio che il limite è lontano 30-40 anni; 30-40 anni ancora di questo andazzo e la soluzione del problema si sposterà dalle mani degli uomini alla forza delle cose: epidemie, carestie, guerre, migrazioni fuori controllo, rivolte, odio di classe, violenza diffusa, autoritarismi, razzismo, genocidi, crollo demografico. È già successo altre volte, e sembra non sia bello passarci.

Dice il saggio che l’unica via d’uscita ragionevole è un congruo abbassamento dei consumi dei ricchi e un sostenibile innalzamento di quelli dei poveri. Abbattere volontariamente l’idolo stolto della crescita infinita, prima che sia esso a caderci addosso. È il monito che un distinto professore di Los Angeles dallo straordinario talento multidisciplinare ha racchiuso in un libro meritevole di essere letto. Per un primo approccio nel web: “2050, la nostra scadenza”, dove, con l’implacabile pacatezza dei saggi, Jared Diamond spiega (in italiano) come e perché stiamo arrivando al “Collasso”.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.35) 11 ottobre 2012 10:08
    Damiano Mazzotti

    Non dimentichiamoci che Jared Diamond è americano, quindi la sua natura culturale è ottimista. Perciò fra 40 anni ci sarà il collasso totale stile Isola di Pasqua. In realtà il collasso è già iniziato: meno lavoro, meno cibo, meno consumi, meno nascite. Fra qualche mese o anni ci saranno molti più morti: per guerre (civili e non), per fame, per malattie e per omicidi a scopo di rapina e per omicidi intrafamiliari e non per eccesso da stress.

  • Di (---.---.---.160) 12 ottobre 2012 10:03

    Di profezie apocalittiche è piena la storia dell’umanità. Jared Diamond ha compiuto uno studio serio sulla sostenibilità di società contadine, evidenziando che venendo meno alcune premesse l’intero palco crolla. Ma solo relativamente a quelle società, altre società contadine sono andate avanti fino alla rivoluzione scientifaca e industriale. Studi sulla sostenibilità delle società industriali moderne - prive di aspettative ideologiche apocalittiche - non ne esistono. L’autore dell’articolo evita, ad esempio, di dire che la popolazione planetaria una volta raggiunti i 10 miliardi (nel 2050 e non nel 2100) comincerà una parabola discendente che ridurrà drasticamente la popolazione.

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