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Live: 9° Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace - I video

di Francesco Piccinini e Francesco Raiola

È appena cominciato il 9° Summit Mondiale dei Premi Nobel della Pace.

Nonostante l’assenza all’ultimo minuto di Mikhail Gorbachev, l’appuntamento all’Hotel de Ville è un’occasione importante, a ridosso del 60° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, per fare il punto della situazione su quelli che sono i problemi del mondo.



Bertrand Delanoe
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A introdurre è il sindaco di Parigi Delanoe, il quale, dopo un intervento introduttivo ha dato la parola al Walter Veltroni.


Il segretario del PD, copresidente del Summit, ha cominciato il suo intervento, in francese, citando Mandela “Ho combattuto contro la dominazione bianca e ho combattuto contro la dominazione nera. Ho accarezzato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivano insieme in armonia e con pari opportunità. E’ un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. Ma, se sarà necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire”.

Un omaggio, quello del segretario del PD, in perfetta linea con la sua storia e col suo amore per l’Africa.
 
“Non possiamo permettere che i diritti dell’uomo dipendano dal nostro colore politico – dice Veltroni - . Un leader sindacale in prigione è sempre un leader sindacale, che sia in Guatemala, in Polonia o in Turchia. Una città in fiamme è sempre una città in fiamme, sia che sia stata bombardata per terrorizzare la popolazione del Salvador o dell’Afghanistan”.

È un elenco delle restrizioni ai diritti dell’uomo, quello che fa Veltroni.


“Ci sono quelli che prima abbassavano la testa dinanzi all’invasione dell’Afghanistan perché era un paese dell’est o davanti all’invasione del Cile che era un paese dell’ovest. Oggi, dopo più di 20 anni è il momento di andare verso altre urgenze, parlare della Cecenia o dei dissidenti cinesi in prigione, della lapidazione delle donne in Iran, le torture di Abu Grahib o Guantanamo, - continua Veltroni - della riduzione delle libertà a causa della lotta al terrorismo (…) le vittime civili della lotta al terrorismo. Potremmo parlare delle migliaia di persone prigioniere nelle foreste colombiane, del coraggio, della passione civile di una donna che per noi tutti è il simbolo della libertà e dei diritti dell’uomo: Ingrid Betancourt che oggi è qui con noi, infine libera”


Walter Veltroni al Summit dei Premi Nobel per la Pace
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Tra gli ospiti chiamati a parlare in questa tre giorni parigina, ci sono Frederik Willem De Clerk, Premio Nobel nel 1993, Lech Walesa (1983), Betty Williams (1976), Maire Corrigan Maguire (1976), John Hume (1998), Luis Alberto Corsero, Presidente dell’Aria Foundation, che parlerà a nome di Oscar Arias Sànchez (1987), e tantissimi ospiti.

Una delle più attese è, però, proprio Ingrid Betancourt che esprime tutta la sua contentezza per poter essere qui oggi a parlare perché “un anno fa questo Summit aveva chiesto di fare di tutto per liberare gli ostaggi colombiani e la mia persona – dice la Betancourt - e il fatto che sia qui oggi è uno dei risultati di questo Summit”.

L’ex ostaggio ne ha anche per i suoi ex sequestratori: “Dopo che hanno cominciato a rapire militari e civili le cose sono cambiate. Non discutono più del programma né di portare avanti qualcosa di nuovo. Il programma delle Farc, in 12 punti, non ha nulla di nuovo e essendo diventati terroristi non sono un interlocutore valido” e conclude l’intervento con una parola di speranza, quella che i suoi compagni ancora nelle mani della Farc possano essere qui l’anno prossimo, come oggi lo è lei: “Spero che al prossimo Summit i miei compagni di prigionia potranno essere qui. Penso che stiamo abbandonando il mondo materialista del secolo scorso e ci stiamo incamminando verso un’epoca in cui i diritti dell’’uomo e la libertà saranno la nostra guida”

Quello dei diritti è un argomento che non è in cima alla gerarchia delle priorità del Governo in questo momento”.
 
Così il segretario del PD Walter Veltroni, a margine del 9° Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace, in svolgimento all’Hotel De Ville a Parigi, commenta l’impegno del Governo in materia di diritti.
 
In un video esclusivo per AgoraVox Italia, il capo dell’opposizione sottolinea come questa maggioranza non abbia la sensibilità necessaria, sottolineando però come “il nostro paese ha una tradizione di attenzione, di mobilitazione, di sensibilità che non riguarda solo una parte politica, ma che riguarda l’intera l’Italia”.
 
Sul problema dei diritti e l’importanza di questo Summit, Veltroni dice che “ci sono tantissimi problemi ancora da risolvere, ma la cosa bella di questo Summit è che ogni anno si fa un passo in avanti. Oggi la presenza di Ingrid Betancourt – continua Veltroni - era la testimonianza del fatto che le parole che vengono pronunciate, la pressione dell’opinione pubblica, l’impegno dei premi Nobel dei governi e dei cittadini ottiene dei risultati, come è stato per la liberazione di Ingrid Betancourt. Per cui bisogna continuare in questa direzione, continuare a premere perché ci sono ancora tante battaglie da vincere”.

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