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Ligabue riporta il rock a Napoli. Il meglio deve ancora venire

Castel dell’Ovo: è questa la location in cui ieri ha tenuto la conferenza stampa Luciano Ligabue per presentare il concerto partenopeo che si terrà il 20 luglio 2012 in Piazza Plebiscito. Luciano, lo si vede tranquillo, pacato e sorridente. Disponibile alle chiacchiere, un narra-storie. Uno che ama parlare di sé e raccontarsi sempre.

“Rock in Napoli 2012” arriva 10 anni dopo il concerto al San Paolo, quella manifestazione musicale firmata Ligabue, che lo stesso cantante ancora oggi porta viva nel cuore: “Al San Paolo le urla era come se fossero due stadi messi insieme. Sono cose che restano”.

Presente alla conferenza anche il sindaco De Magistris, che arriva con qualche minuto di ritardo, con tanto di convenevoli per la stampa tra strette di mano e saluti. Inoltre presenziano Riccardo Vitanza dell’ufficio stampa, Ferdinando Salzano per l’organizzazione dell’evento e Claudio Maioli (Riservarossa), amico e manager di Luciano.

Il concerto di Napoli diventa il finale di un piccolo tour del cantante di Correggio che ha deciso di rinunciare alla tournée estiva e che ha voluto regalare sole tre tappe al pubblico italiano, di cui appunto Napoli è l’ultima. Si tratta di 3 concerti “speciali” dice Salzano, che seguono quello di Londra, e di cui Napoli è un finale che ben si sposa per 3 unicità:

- Un’esibizione in uno spazio aperto della bella Napoli dopo ben 10 anni

- La prima volta per Luciano in Piazza Plebiscito

- Un connubio straordinario tra la stupenda piazza e la musica di Luciano

Piazza Plebiscito non vuol essere un ripiego allo Stadio San Paolo, specifica Salzano, anche se quello, dopo 10 anni, non sono più riusciti ad averlo. Poi Maioli aggiunge: “In un anno in cui non dovevamo fare concerti ci piaceva molto l’idea di suonare a Napoli per uno di questi quattro concerti perché ultimamente ne abbiamo fatti tanti al Nord… allora si sentiva il bisogno di farlo anche al centro Sud, al Sud insomma”. “La musica è plurale, è segno di apertura” sottolinea poi De Magistris che ringrazia Ligabue per aver scelto Napoli: “Ho avuto il piacere di conoscere il fratello a Bruxelles e mi ha colpito per le riflessioni che abbiamo fatto sul sociale. Attraverso la musica e la cultura noi possiamo unire e ricostruire questo paese… non trovo anomalo tutto ciò, ma lo trovo bello”.

De Magistris richiama l’attenzione sulla strada che vuol perseguire per la sua città, una strada che punti all’arte, alla musica e alla cultura. Le piazze di Napoli diventeranno aperte ad ogni tipo di questi eventi, saranno libere, come è stato reso libero lo stesso lungomare anche per ospitare tali manifestazioni durante l’estate, con la Ztl (nata per far posto alle regate, ma che è stata prolungata fino al 30 novembre, nonostante alcune critiche). Napoli accoglierà i tanti che verranno ad ascoltare Luciano, concederà Piazza del Plebiscito per la giornata del concerto e la Piazza sarà transennata con entrate speciali (vedi cartina sotto).

Ma come sarà impostato questo concerto? Ligabue non si sbilancia più di tanto con la stampa. Non per creare suspense e curiosità, ma perché, ribadisce più volte, vuol essere questo un concerto all’insegna della libertà. “Sarà uno spettacolo in cui ci sarà meno spettacolo rispetto al solito. Vogliamo che lo spettacolo sia il posto. […] Vorremmo per l’appunto tenere spenti gli schermi… e mettere in rilievo la musica”. Rispetto al curatissimo Campovolo 2.0 di luglio, concerto che per rimediare alle critiche sui difetti di quello famoso del 2005 è stato studiato attentamente in ogni dettaglio (numeri limitati, acustica, zone campeggio, spazio fan, ecc.), “Sotto Bombardamento Rock 2012” si basa su un concetto più “sciolto”. Ancora non è prevista la scaletta quindi. E sulla stessa linea si muove il tour, ogni città ha un concerto a sé. Dunque un concerto non da vedere, ma da sentire. “Chi mi segue veramente è perché prima o poi è stato ad un mio concerto” riflette Luciano che ringrazia le radio per aver creduto sempre in lui sin dagli esordi con Ballando sul mondo e "I Ligabue", scherza.

La nona edizione di "Moon and Stars" a Locarno sarà aperta dal correggese il 5 luglio (poi il 7 luglio a Cividale del Friuli e il 17 al Teatro Antico di Taormina) e ospite sarà Pino Daniele. Chissà che non arriverà a sorpresa anche a piazza Plebiscito (Liga non ne nega la possibilità). “Napoli si sa – poi spiega a chi gli chiede di descriverla – è una realtà bellissima e complessa. Si prova sempre a raccontarla, con superficialità. Napoli la puoi raccontare se ci vivi... io non ci vivo”. Il suo sarebbe uno sguardo da lontano che conta poco e per questo non si sente di raccontarla.

“Sotto Bombardamento” (il terzo inedito estratto da Campovolo 2.011) è un titolo che fa stranamente pensare anche alla situazione tragica in cui imperversa la città della rock star, dopo il terremoto. “Come pensi che stia reagendo la tua regione?” gli vien chiesto. Da parte degli emiliani c'è stata la dimostrazione di una grande dignità, racconta Ligabue, "ma nessuno può fare nulla da solo e c'è bisogno di uno Stato che dica 'noi ci siamo'. Io abito a 12 km in linea d’aria dall’epicentro. Gran parte delle persone dormono tuttora in tenda. […] E’ ovvio che da soli nessuno ce la può fare. Le istituzioni per prime devono far sì che nessuno si senta solo”. Il 25 a Bologna ci sarà il concerto sull’emergenza organizzato da Beppe Carletti dei Nomadi: un concerto in cui gli emiliani saranno tra gli emiliani.

SI parla anche del Liga “scrittore”: ultimo suo lavoro letterario pubblicato da Einaudi è “Il rumore dei baci rubati” grazie al quale Antonio D’Orrico lo ha addirittura definito “il Raymond Carver italiano”. E quando un giornalista gli chiede come si è sentito di fronte a questo paragone, Luciano risponde: “Un accostamento che mi ha inorgoglito. Ma io scrivo da un mio punto di vista, che credo sia molto personale… Certo mi fa piacere perché è il mio scrittore preferito”. Gli vien chiesto quali differenze, se ci sono, esistono tra l’ispirazione dello scrittore e quella di un cantante. Una canzone nasce da un’immagine. "Il meglio deve ancora venire" sono parole che il rocker avrebbe voluto sentirsi dire, confida, perché “il futuro non è scritto, se tu pensi che il futuro è tutto da giocare, allora ti rimbocchi le maniche nel presente”. Le canzoni richiedono parole sintetiche, una metrica e soprattutto parole che devono suonare e comunicare “parole che pronunceresti in un bar”, il racconto ha un respiro diverso. Liga è l’”uomo-concerto”, lo mostra attraverso le sue riflessioni. Scrive una canzone e si emoziona immaginando il momento in cui potrà cantarla dal vivo.

E nella città del pallone non poteva mancare la domanda sul calcio: “Quanto ti sarebbe piaciuto vedere Lavezzi in maglia nerazzurra?” Ride: “Tanto”. E a chi gli ricorda della sua carriera “politica”, per chiedergli se ha consigli da dare, anche alla nostra città, risponde ridendo: “Una cosa che ho capito da 3 consigli comunali è che quello non è il mio mestiere”. E De Magistris lancia là la battuta: “Ho giusto bisogno di un assessore”, viste le recenti dimissioni di Giuseppe Narducci. L’unico messaggio che ha voglia di lasciare e con cui chiude la sua conferenza è Il meglio deve ancora venire. E in attesa del 20 luglio, siamo sicuro che il meglio arriverà.

Il gruppo che accompagnerà Liga sul palco è formato da Federico "Fede" Poggipollini e Niccolò Bossini alla chitarra, José Fiorilli alla tastiera, Luciano Lusi per tastiere e programmazioni, Michael Urbano alla batteria e Kaveh Rastegar al basso.

Credit foto: Giorgio Mennella

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