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Libia: la Camera approva mozione. Il teatrino leghista

La Lega ha tenuto in ostaggio il governo sulla politica estera. Ma non su questioni sensate, ma su stupidaggini. Perché, sulla Libia, fissare una data di fine del conflitto non è possibile. Perché dire che aumenterà la benzina è troppo facile. Serve solo a riempire le urne padane. Ma così non si governa. La politica estera di un Paese è cosa seria. Non si può fare in Via Bellerio. Governare significa mettere da parte l’arma del ricatto elettorale e smetterla con quel provincialismo che non porta da nessuna parte.

Alla fine, dopo giorni e giorni di discussioni, musi lunghi e minacce, la maggioranza si è ritrovata compatta nel votare una mozione promossa dalla Lega e corretta, diciamo così, da qualche mano pidiellina. Dopo più di una settimana, quindi, la possibilità che il Governo cadesse sotto gli ultimatum di Bossi, è svanita.

Ma ci rendiamo conto di quello che è successo? Uno dei due pilastri che compongono la maggioranza ha esposto l’Italia al ridicolo, con reprimende arrivate da ogni parte: non ultima, ieri, quella della Nato. La Lega ha tenuto il Governo appeso per un filo sull’unica questione che mai dovrebbe diventare oggetto di giochetti patetici ad uso e consumo interno: la politica estera.

E invece no, perché Bossi ha pensato che brandire l’arma del pacifismo fosse utile in campagna elettorale, specie se a poche settimane dalle Amministrative: uno smarcamento di quelli belli tosti, un po’ di cagnara, ed ecco che le urne padane si riempiono. Basta dire che si spendono tanti soldi per mandare gli aerei su Tripoli e che la benzina aumenterà: il gioco è fatto.

Le conseguenze? Sotto gli occhi di tutti. Berlusconi costretto a fare l’equilibrista, non potendo permettersi di dire mezza parola in più del dovuto, pena il rischio o di far storcere la bocca ai leghisti o di imbarazzare i partner occidentali.

Vi pare possibile? Vi pare possibile che la politica estera di un Paese come l’Italia si debba fare in via Bellerio? Vi pare possibile che si sia persa una settimana a discutere su mozioni e risoluzioni contenenti date di fine delle ostilità? Vi pare normale che il 5 maggio, quando a Roma si riunirà il Gruppo di Contatto sulla Libia, il Governo italiano sia costretto a dire ai partner che “il Parlamento ha votato una risoluzione che stabilisce la data in cui dovrà finire la guerra”? No, non è normale. Non è decente. E’ imbarazzante.

Ci hanno raccontato per anni che la Lega si è responsabilizzata, che ha acquisito una cultura di Governo. Ci hanno detto che Maroni è una persona riflessiva, che Bossi è diventato saggio, che Calderoli è un uomo dall’illuminata visione. Ecco, sarebbe ora di mettere in pratica tutte queste qualità. Perché avere cultura di governo significa prima di tutto mettere da parte l’arma del ricatto elettorale ed abbandonare quel limitante provincialismo che non porta da nessuna parte.

Altrimenti davvero la Lega rimarrà un qualcosa fermo sulla sponda del Po.

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