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Libertà è partecipazione

Ed eccomi in diretta dalla Sardegna, dove mi trovo per vacanza. Qui la condizione è tragica. La ditta appaltatrice dell'acqua Abbanoa ha un debito che si aggira attorno ai 200 milioni di euro e nonostante le lotte contro la privatizzazione del bene e la vittoria al referendum, l'azienda che ha in appalto la gestione idrica spedisce bollette con conti altissimi. La regione, rappresentata da Ugo Cappellacci, ha concesso 50 milioni di euro per evitare il crac dell'azienda, ma il debito resta altissimo.

Il movimento pastori sardi continua la sua campagna contro l'indifferenza e l'apatia dei politici nei confronti del settore agro-pastorale, che in Sardegna rappresenta una realtà molto importante. Il costo d'acquisto delle materie prime è raddoppiato, mentre la rendita è calata del 30%.

Mi è capitato girando per la Cagliari di vedere fabbriche, ospedali, officine in stato di agitazione sindacale. Manifesti gridavano che gli operai non sono merce, gli stessi lavoratori chiedevano ciò che gli è stato tolto: i diritti e la libertà. Le tre bandiere dei maggiori sindacati sventolano, spinte da un vento del cambiamento che ancora soffia troppo piano. In Sardegna come in tutta Italia è necessario uno sconvolgimento, una rivoluzione, un cambiamento radicale che non riguardi solo il lavoro, il governo o le varie amministrazioni. E' fondamentale innanzitutto il risveglio delle masse, addormentate o narcotizzate dagli eccessi del Berlusconismo e della sua crudele infamia. Berlusconi e la sua cerchia hanno continuato a raccontare frottole agli italiani. Gli hanno dato una speranza che a loro sembrava duratura, ma non fu altro che banale retorica, lanciata da un vecchio incapace di governare e terrorizzato all'idea di tornare nella scandalosa fogna di reati e colpe nel quale è sorto.

Tuttavia posso dire di essere felice del fatto che la rivoluzione culturale, che a mio avviso deve scoppiare prima dello sconvolgimento politico, che trovo una ovvia conseguenza (se la moralità della politica di cui tanto parlavano uomini come Berlinguer e Pertini fosse viva in'Italia, gentaglia come Berlusconi non sarebbe mai nata, tuttavia questa s'è assopita in un lago d'indifferenza) si inizia a presentare in Sardegna e in'Italia. Innanzitutto ho notato una grande partecipazione alla politica, emblema di ciò sono gli straordinari risultati del referendum con il 98% di affluenza, ma soprattutto un manifesto che ho trovato appeso nelle vicinanze di casa mia. Era un foglio di grandi dimensioni sul quale campeggiava una scritta in rosso vivo. Libertà è partecipazione. La celebre e mitica frase di Giorgio Gaber. Ed era la cosa più vera e felice che questo periodo politico ha dimostrato.

L'indifferenza, tanto invisa a Gramsci, ha portato alla sottrazione dei diritti e delle libertà. La partecipazione ha portato alla riconquista dei beni di cui eravamo stati privati. Tuttavia la campagna è ancora lunga e si sa che i politici faranno di tutto per ostacolare il popolo. Ma il popolo è sovrano. Lui è la forza dello stato. Sarà il popolo ad alzare la bandiera della libertà, non appena il tiranno sprofonderà nel fango da cui è sorto.

Fino alla vittoria. Sempre.

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