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Li scegliamo noi i nostri eroi

Dopo la lettera inviata dal Presidente Giorgio Napolitano alla famiglia Craxi, si sta per concludere, qualcuno direbbe finalmente, il momento di celebrazione massima in memoria dell’anniversario di Bettino Craxi. Mancheranno soltanto i "tributi" di pochi altri, Renato Schifani e Silvio Berlusconi, non fra i politici "più puliti" di questo meraviglioso Paese.
 
Napolitano, impegnandosi a esprimere tutto il dispiacere in questo periodo triste per la famiglia Craxi, ha sottolineato come il leader del PSI sia stato trattato col braccio di ferro, in maniera dura e senza eguali. Le mazzette, i conti in Svizzera, gli appalti truccati cosa sono? Napolitano ha definito tutti gli "errori" di Bettino come "fenomeni degenerativi ma denunciati".
 
Le considerazioni sono due da fare: se la giustizia ha ancora un valore nel nostro Paese le parole del Presidente non hanno poi grande efficacia, considerando che in primis si stava facendo giustizia a quel tempo e come secondo, non è detto che un reato, prontamente segnalato e denunciato, acquisti minor rilevanza una volta intravisto alla luce del Sole.
 
Considerando la situazione odierna degli uomini del nostro Governo, forse quella "minor rilevanza" ha un suo significato, dato che come abbiamo detto prima certa "gentaglia" sguazza nella politica con condanne a suo carico già da anni. Insomma, se da una parte si spera almeno di dedicargli "un giardino", se non è possibile una strada, dall’altra parte c’è chi non è interessato alla commemorazione, come a Palazzo Marino, dove non c’è stato nessun momento toccante o ricordo particolare.
 
Ma i sondaggi dicono che non vi è alcun motivo per celebrare Bettino Craxi, il popolo ha ancora momenti di lucidità, sicuramente di più rispetto a chi li governa. E allora la conclusione è che forse vedremo qualche monumento in onore del leader del PSI, qualche strada, qualche piazza, qualche simbolo che lo ricordi fino alla fine dei tempi. Questa consuetudine è da ritrovare anche nelle parole di Marcello Dell’Utri, che definì Mangano "un eroe".
 
Allora teneteveli i vostri eroi, noi preferiamo ancora gente come Falcone e Borsellino.

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