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Lettera aperta a Marco Travaglio

Lettera aperta a Marco Travaglio

Nell’editoriale del 20 febbraio, sul Fatto quotidiano, Travaglio invia una dolente lettera aperta a Santoro, che in sintesi può essere definita una lettera di rinuncia a partecipare ulteriormente alla trasmissione Annozero, visto che gli sgherri della destra, giornalisti o politici, riescono a coprire delle loro grida chiunque voglia spiegare, portare fatti con serietà e verità.

Personalmente non riesco da tempo a sopportare questo immondo teatrino il cui copione è identico da anni, che è servito solo alle destre e alla casta dei soliti professionisti della politica e dei pennivendoli, che senza questa asfissiante presenza non sarebbero noti a nessuno e probabilmente senza stipendio.

“Annozero” e “Ballarò” format quasi identici, pur ascritti in quota alla “sinistra sparita”, sono sceneggiate disgustose, che non informano, spesso creano mostri che, per la loro notorietà saranno eletti, anche se nel loro collegio elettorale non li conosce nessuno.

Travaglio è l’unico giornalista italiano degno di questo nome, l’unico che può definirsi libero in quanto scrive per un giornale senza padroni, l’unico che rifiuta il finanziamento pubblico della editoria, a fronte di una massa di servi che scrivono solo ciò che può far comodo ai loro padroni, senza dignità, senza scrupoli, senza timore di essere perseguiti, con coperture politiche e legali che permettono a un “giornalista” come Minzolini di fare un comizio di beatificazione di Craxi sul TG1, in prima serata, usando un “pubblico servizio” per contestare le sentenze definitive dei tribunali della nostra Repubblica.

Caro Travaglio, la madre di tutte le battaglie sul terreno della informazione è quella di delegittimare il potere dei partiti in RAI. Potere decisivo che è diventato opprimente, con Rai1 e Rai2 totalmente in mano a uomini di Berlusconi, creando così un monopolio da regime dittatoriale.

Se è vero che in democrazia ogni potere deve avere un contrappeso, sul terreno mediatico siamo all’anno zero. E’ ora che ci si metta in testa che la RAI è dei cittadini. Viene tenuta in vita dai soldi del canone, e non può essere che venga usata contro i suoi finanziatori, a fini privati, e non come istituto indipendente, il cui direttore generale, con ogni potere, sia eletto dai cittadini, tra le molte personalità indipendenti dal potere economico e da quello politico e religioso.


E’ una battaglia possibile, di indubitabile democrazia. La sospensione del pagamento del canone fino quando non ci saranno le elezioni di una personalità indipendente, che deve rendere conto solo ai cittadini, non rieleggibile dopo due mandati, è uno strumento potente e reale.

Basterebbe buttare addosso al fortino dei partiti ed in particolare di Berlusconi, tutta la potenzialità di movimenti come quello di Grillo, del popolo viola, un po’ di dipietristi, e di quegli elettori che tengono alla legalità, sono contro i monopoli, e pensano semplicemente che un servizio pubblico deve essere senza pubblicità, gestito nell’interesse dei cittadini, e non un feroce circo dove i dirigenti si spartiscono tutto il lottizzabile, e ne hanno fatto l’ufficio di collocamento dei propri parenti e delle proprie amanti, oltre ad essere in quota a questo o quel partito.

Sono anni che ripeto queste cose. Grillo mi dice che la TV non conta più niente, conta solo il Internet, ma io sono convinto che vi è una parte decisiva dell’elettorato, almeno un 30%, quella che non legge libri né giornali, che non va in Internet, che è raggiunta solo dalle 5 reti berlusconiane, senza contrappesi, e questo continuerà a fare vincere la destra e il suo padrone.

Tre reti di un vero servizio pubblico indipendenti,sono un obiettivo indispensabile, che nessun vero democratico può considerare superfluo o differibile, visto che oggi abbiamo la prova provata che possedere questi strumenti, e anche molto denaro, porta al potere politico.

La nostra Costituzione è buona, ma non aveva previsto il formarsi di un monopolio mediatico. Si dovrà pensare ad un articolo aggiuntivo che dichiari illegale ogni monopolio editoriale ed ineleggibile chiunque possieda un qualsiasi mezzo di informazione a carattere nazionale.

La tirannide è venuta dall’etere, è quello è il vero terreno dello scontro, dove Berlusconi e la destra possono e devono essere indeboliti e battuti.

Caro Marco, tu hai un giornale e puoi cominciare questa battaglia. Passerai alla storia se la vinceremo!

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