Legge di stabilità: la manovra a lume di candela

Il governo ha approvato la nuova legge di stabilità, nome più politically correct ma che nella realtà rappresenta una nuova manovra finanziaria. Manovra al lume di candela visto che tra i provvedimenti troviamo anche la riduzione dell'illuminazione pubblica. Il Presidente del Consiglio, dichiara che 'la disciplina di ilancio paga, visto che abbiamo inserito un primo taglio dell'Irpef'. Ora il ragionamento filerebbe a patto che non ci siano altre modifiche, ma l'aumento contemporaneo dell'Iva fa sì che l'effetto è molto meno vistoso, vediamo perché.
Il secondo scaglione IRPEF (Reddito tra 15.001 e 28.000 euro) è quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia è del 27%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro (3.450 + 27% su 13.000 euro).
Con la riduzione al 26% avremo una tassazione di 6.680 (3.300 + 26% su 13.000 euro) con un risparmio di 280 euro. Ho tralasciato per semplicità le detrazioni (coniuge, figli, ecc) perché sono rimaste invariate. D’altro canto aumenterà l’iva di un punto percentuale sia sull’aliquota al 10 che quella al 21. Ora per valutare il beneficio ‘netto’ per le famiglie occorre considerare anche questo effetto.
Consideriamo una spesa annua fra i 10 e i 15 mila euro (spesa alimentare, vestiti, benzina, ecc) avremo un aggravio di Iva di 100-150 euro, pertanto il beneficio netto scenderà a 50 (150-100) e 130 (280-150) euro. Con il paradosso di un maggior vantaggio per i redditi medi, era meglio un taglio del 2% sui redditi più bassi.
Senza considerare l’effetto arrotondamento sui prezzi che i commercianti fanno ad ogni aumento dell’iva (non vedrete mai passare il prezzo di una pizza Margherita da
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