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Anche Di Pietro ha fatto boom?

Sono i poteri forti o i limiti di Di Pietro come politico ad aver creato questo trambusto nell'IDV? L'onestà è la condizione base per fare il politico ma non è detto che sia sufficiente.

Non parlo di tecnici in senso stretto, ma fra i politici c'è chi dovrebbe avere ruoli più politici e chi più operativi da tecnico appunto. Di Pietro poteva e può essere un buon Ministro, un buon commissario europeo, un presidente di Authority, sicuramente non è adatto a ruoli politici in senso stretto come quelli di segretario di un partito e men che meno di Presidente della Repubblica.

Forse sì o forse no, ancora non è ben chiaro, bisognerà vedere se l'ex-magistrato accetterà la 'via di uscita' offerta da Beppe Grillo.
 
Ho parlato spesso sul mio blog dei partiti 'one man show', l'IDV è uno di questi, abbiamo visto, come con il PDL, che appena il leader perde qualche colpo tutto il castello viene giù. Per certi versi anche il Movimento 5 stelle, pur dichiarandosi 'non partito' è comunque un movimento 'one man show'.

Ora sia ben chiaro questo non è un male assoluto, anzi nelle fasi iniziali della nascita di un nuovo movimento è assolutamente necessario che ci sia un leader indiscusso che faccia da traino. Il Partito Popolare, poi Democrazia Cristiana, certo non era un partito 'one man show' ma se è diventato quello che è diventato non è merito del faticoso lavoro di don Sturzo durante il ventennio fascista?

La questione fondamentale diventa l'evoluzione del movimento la sua organizzazione, il gettare le basi, 
nel momento di massimo splendore, per creare tutti gli strumenti democratici necessari al suo buon funzionamento. Nonché mutare il movimento in partito dandogli anche quelle regole necessarie per il giusto ricambio generazionale.

Solo che tutto questo, per vari motivi, non è avvenuto nei nostri partiti 'one man show', non è avvenuto in passato per i Radicali, non è avvenuto oggi sia per il PDL che per l'IDV, chissà domani se avverrà per il Movimento 5 stelle.

Purtroppo oggi pronunciare la parola politica equivale a un insulto, mentre il problema sono gli uomini che non sanno fare politica. Prendiamo proprio il caso Di Pietro, ecco secondo me l'ex-magistrato non sa fare politica. Lascio stare le accuse sulle case che mi sembrano abbastanza ridicole, tra l'altro secondo me Report non è stato molto preciso come altre volte, come del resto anche Crozza ma ci tornerò in un prossimo post.

Io credo che lui sia potenzialmente un ottimo tecnico ma un politico scarso, basta vedere sola la selezione dei candidati. Personalità come Di Pietro andrebbero bene per fare il ministro, per dirigere un'Authority, per fare il commissario europeo, cioè delle cariche 'operative'.

Dovrebbe essere una delle punte di diamante di un partito più grande, ma non ne dovrebbe mai fare il segretario. Potrebbe essere un ottimo Vice Presidente del CSM ma, sempre secondo me, non potrebbe mai essere un ottimo Presidente della Repubblica, proprio perché non è un ottimo politico.

Ecco, questo è il problema fondamentale dell'Italia di oggi, non è perché uno è onesto può fare qualsiasi cosa. Con il pm Ingroia mi sembra si stia percorrendo la stessa strada. I politici, di qualunque schieramento, andrebbero selezionati con il 'doppio turno', primo step selezionare gli onesti, secondo selezionare i più adatti ai diversi ruoli, il 'tecnico' per compiti più operativi, il 'politico' per mediare fra le diverse istanze .

E preciso mediare fra le diverse istanze non significa connivenza, cerchiobottismo o cose di questo genere.

Politica significa amministrare la 'polis' per il bene di tutti, cercando però la giusta mediazione fra i vari interessi, sarebbe falso e ipocrita asserire che in un mondo fatto tutto di onesti, sicuramente tutti la pensano allo stesso modo sull'amministrazione della 'polis'. 

In tutti gli altri paesi democratici più evoluti fanno così, perché noi dovremmo scegliere una strada diversa?
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