Le votazioni negli Stati Uniti… cosa cambierà?

“Finirò quello che ho iniziato. Il meglio deve ancora venire“. Barack Obama vince ancora grazie alla straordinaria coalizione elettorale che lo ha sostenuto quattro anni fa, formata da donne, giovani, afroamericani e ispanici. Ma non solo i cittadini statuntensi hanno anche espresso la propria opinione su una serie di questioni importanti votando 176 referendum: abolizione della pena di morte, legalizzazione dei matrimoni omosessuali e della cannabis...
Barack Obama vince ancora grazie alla straordinaria coalizione elettorale che lo ha sostenuto quattro anni fa, formata da donne, giovani, afroamericani e ispanici. Nonostante tutti i timori delle scorse settimane riguardo ad una flessione del sostegno da parte di questa base, gli exit poll confermano che questi gruppi elettorali sono stati la chiave della vittoria. Barack Obama vince anche nello Stato della Florida e si conferma presidente con i voti di 332 grandi elettori, contro i 206 di Mitt Romney. Quattro giorni dopo il voto, possono considerarsi conclusi i conteggi anche nel “sunshine state”: in Florida, il leader democratico ha vinto il 50 per cento dei voti, contro il 49,1 per cento del suo sfidante repubblicano, con un margine quindi di 74mila voti.
“Finirò quello che ho iniziato. Il meglio deve ancora venire“. Queste sono state le prime parole di esultanza di Barack Obama, rieletto presidente degli Stati Uniti per altri quattro anni. Da Chicago, dove si trova il suo quartier generale, il democratico si è rivolto alle migliaia di sostenitori. “Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato“. E ancora: “Parlerò con Romney per lavorare insieme per il Paese“. Una circostanza quanto mai necessaria dal momento che gli americani gli hanno riconsegnato un Congresso spaccato in due, con la Camera ai repubblicani e il Senato ai democratici. Quanto al futuro, il rieletto presidente sottolinea come il lavoro non sia ancora finito: “Ci saranno discussioni e disaccordi, non sempre si riesce ad andare avanti in linea retta e non sempre la strada è sgombra dagli ostacoli“, ma “vogliamo che i nostri figli non vivano in un Paese oppresso dal debito, l’economia sta migliorando. Crediamo in un’America generosa, compassionevole e tollerante. Vogliamo dare ai nostri figli un’America sicura“.
Dobbiamo ricordare che in alcuni stati americani i cittadini non sono stati chiamati a decidere soltanto il presidente e il Congresso, ma anche a esprimere la propria opinione su una serie di questioni molto importanti votando diversi referendum (176 quesiti in 38 stati).
Il Maine e il Maryland, ad esempio, hanno approvato i referendum che legalizzano i matrimoni gay, diventando i primi Stati ad approvare la proposta attraverso una consultazione popolare. Infatti, in altri sei Stati più il District of Columbia il matrimonio tra persone dello stesso sesso era già stato legalizzato, ma solo in seguito a sentenze dei tribunali o a decisioni legislative. Il presidente Obama si era espresso nei mesi scorsi a favore delle nozze gay che, a suo avviso, dovrebbero essere legalizzate ma per decisione dei singoli Stati.
Gli elettori dello Stato di Washington, del Colorado e dell’Oregon si sono espressi per la prima volta in assoluto sulla legalizzazione della cannabis non solo per uso terapeutico ma anche per uso ricreativo, per regolarne la produzione, il possesso e la distribuzione a partire dai 21 anni di età. L’Oregon ha bocciato la proposta, al contrario dello stato di Washington e del Colorado: con l’approvazione dell’Amendment 64, con quasi il 53 per cento dei voti a favore, in Colorado la marijuana sarà tassata come il tabacco e l’alcol. È stato stimato che questo comporterà grandi guadagni per le casse dello stato, anche se si profila un possibile conflitto giudiziario con il governo federale (il possesso di marijuana è considerato reato federale). In altri due Stati si è votato per consentire soltanto l’uso terapeutico della marijuana, già legale in altri 17 stati: in Arkansas la proposta è stata bocciata, mentre è passata in Massachusetts.
Lo Stato della California era chiamato ad esprimersi sulla Proposition 34, una proposta che prevedeva l’abolizione della pena di morte e la commutazione delle sentenze capitali in ergastoli senza possibilità di condizionale: anche se non ci sono ancora dati definitivi sembra che la proposta sia stata bocciata. La California ha il maggior numero di detenuti in attesa dell’esecuzione capitale (725). Nello stesso Stato il boia era rimasto fermo nel 1972 per un breve periodo, dopo la dichiarazione di incostituzionalità della Corte Suprema. Dal 1974 ad oggi sono state giustiziate 13 persone, l’ultima nel 2006, per Clarence Ray Allen, detenuto di 76 anni, cieco, sordo e costretto sulla sedia a rotelle, aveva scatenato un’enorme polemica. In California sono circa 724 le persone che aspettano la propria sentenza nel braccio della morte,
Gli elettori della Florida hanno respinto l’Amendment 6, ovvero il referendum in cui si chiedeva di tagliare i fondi per l’aborto a livello federale (il no alla proposta è passato col 55 per cento dei voti). Se approvato, il rischio era quello di ritrovarsi con il nascere di cliniche clandestine come avviene in diversi Paesi stranieri.
Foto: via www.barackobama.com
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