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 Home page > Attualità > Cronaca > Le verità nascoste 1° parte. I magistrati oscurati: Roberto Scarpinato

Le verità nascoste 1° parte. I magistrati oscurati: Roberto Scarpinato

Il Dott. Roberto Scarpinato, magistrato antimafia della procura di Palermo, da qualche tempo, interviene ai convegni sulla mafia rilasciando dichiarazioni che, in un paese democratico, manderebbero in fibrillazione le redazioni giornalistiche e farebbero tremare i polsi alla politica. Niente di tutto ciò avviene nel nostro paese.

Informazione e politica si limitano ad ignorare quel magistrato e le sue affermazioni. In altre parole lo eliminano dalla scena. Stiamo parlando di un magistrato che dal 1989 al 1992 ha fatto parte del pool antimafia con Falcone e Borsellino, diventando poi componente della Direzione distrettuale antimafia e che si è occupato dei più importanti processi di mafia. Di seguito la trascrizione di una parte del discorso tenuto dal Dott. Scarpinato, nel febbraio scorso, presso la Casa della cultura di Milano:

"Le vicende che vengono fuori dalle intercettazioni ci raccontano una trasversalità, purtroppo, nella gestione di affari poco puliti e credo che non sia un caso che le intercettazioni siano diventate un punto di attacco fondamentale del sistema politico. Perchè ormai si è costruito un sistema di omertà blindato, testimoni non se ne trovano più, le poche persone che hanno osato raccontare alla magistratura i misfatti dei potenti hanno dovuto subire una via crucis che non ha risparmiato neanche i loro affetti più personali, faccio un nome per tutti Stefania Ariosto. Collaboratori non ce ne sono più, ci sono solo collaboratori che raccontano episodi di criminalità da strada. Magistrati che hanno osato fare indagini sui potenti sono sottoposti a procedimento disciplinare e trasferiti d’ufficio con procedure sommarie.



Oggi l’unico momento di visibilità del modo con cui viene esercitato il potere sono rimaste le intercettazioni: sono le macchine che ci fanno ascoltare in diretta la vera e autentica voce del potere. E quando c’è un potere che opera nell’illegalità questo è diventato l’unico tallone di Achille che consente a noi di vederlo, perchè abbiamo una opposizione inesistente, un giornalismo che purtroppo non ha più spazi nella televisione, una magistratura che viene sempre più addomesticata, l’unico momento di visibilità democratica di come funziona il potere in Italia sono appunto le intercettazioni. Ed ecco perchè la riforma delle intercettazioni deve passare, perchè da quel momento in poi noi non sapremo più quello che succede in questo paese. La magistratura sarà privata degli strumenti fondamentali. Ed il discorso sulle toghe rosse non ci sarà più perchè non ci saranno né toghe rosse né toghe nere né toghe di centro, ci sarà quell’impunità del potere di cui era consapevole il dott. Azzeccagarbugli quando Renzo Tramaglini diceva - dobbiamo agire secondo legge nei confronti di Don Rodrigo - ma che stiamo scherzando? - ecco io credo che questo è una cosa di cui siamo tutti consapevoli.

Io e i miei colleghi assistiamo sgomenti a quello che sta succedendo perchè ci siamo battuti in questi anni con tutte le nostre risorse per cercare di arginare l’avanzare della criminalità mafiosa e della criminalità del potere e renderci conto che stanno facendo saltare gli ultimi anticorpi, che ci stanno disarmando, che stanno consegnando il paese alla criminalità è qualcosa che ci lascia sgomenti, interdetti e ci fa interrogare sul senso del sacrificio di quelli che prima di noi si sono sacrificati con la vita per cercare di contrastare... e io vi confesso che da qualche tempo ho difficoltà a partecipare il 23 maggio e il 19 luglio alle cerimonie per l’anniversario della strage di Capaci e di via D’Amelio perchè quando vedo in prima fila, a rappresentare lo Stato, personaggi sotto processo o condannati per mafia o corruzione, io non mi sento di poter stare in quella stessa chiesa, non mi sento di poter stare in quello stesso palazzo, e mi chiedo ma come potrannno i nostri ragazzi credere in uno Stato che ha queste facce.

Allora altro che toghe rosse, io credo che la partita si stia giocando in questi giorni, e credo che se questa partita delle intercettazioni sarà perduta, non avremo soltanto una pessima riforma processuale ma avremo uno squilibrio dei poteri in Italia. E’ strano che una riforma processuale abbia uno spessore di carattere costituzionale ma questo avviene perchè siamo in una situazione di patologia. Perchè in una situazione fisiologica ci sono tutta una serie di anticorpi di controbilanciare gli abusi del potere: c’è una opposizione parlamentare, c’è un giornalismo libero e indipendente, c’è una separazione dei poteri. In un paese come questo, in cui tutti questi anticorpi sono stati disinnescati e dove soltanto le macchine, le microspie svolgono la funzione di opposizione, di visibilità democratica, quando anche le macchine saranno messe a tacere io credo che questo paese sarà messo a tacere".

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