• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Le magnifiche sorti nepotistiche di Renzi

Le magnifiche sorti nepotistiche di Renzi

Per descrivere uno dei danni collaterali del porcellum dobbiamo partire da lontano: le liste bloccate previste dalla legge Calderoli – ora riconosciuta come incostituzionale - nel 2005 resero molto più facile una prassi consolidata della politica italiana, e cioè quella di piazzare parenti e amici nelle liste elettorali.
 
Quando era in vigore il sistema proporzionale si doveva per forza agire sul territorio con metodi persuasivi più o meno leciti: dall’oneroso dispendio di risorse economiche per promuoversi sino ad arrivare a ricorrere alla criminalità organizzata che controllava un determinato territorio per imporre un nome piuttosto che un altro (genesi del famoso "voto di scambio"). In pratica – in pieno stile “latifondo ottocentesco” – la politica la faceva solo chi se la poteva permettere e chi aveva amici tanto influenti quanto compromessi ai quali - una volta eletto - doveva render conto. Col Porcellum la solfa non è cambiata, è stata resa solo più snella e comoda: dal 2006 i partiti hanno potuto decidere tranquillamente a tavolino chi candidare e potevano stabilire alleanze e connivenze sul territorio senza andare in giro a prender freddo. Una vera figata!
 
Inoltre - con le liste bloccate - le segreterie hanno anche abbattuto le spese, però - “stranamente” - i rimborsi elettorali hanno continuato a lievitare negli anni nonostante un referendum che abolì nel '93 i finanziamenti pubblici ai partiti. Il porcellum era una manna trasudata dalle ghiandole sudoripare di Calderoli! Rendeva facile tutto e si intascavano rimborsi a pioggia! Il porcellum non era bello – visto anche il suo primo firmatario – ma era facile e redditizio, e per quanto venisse condannato da tutti restava un prezioso patrimonio dei partiti, un allegro bancomat istituzionale! 
 
Anche l’innovativo Renzi non è rimasto indifferente al pernicioso fascino del porcellum e - prima che la legge venisse dichiarata incostituzionale dalla Consulta - non ha lesinato nello stilare liste chilometriche di candidati al consiglio del Pd, allettandoli ovviamente con la promessa di candidarli alle prossime elezioni. Tra questi non mancano figli d’arte ed esempi di nepotismo territoriale; ne ricordiamo solo due campani, giusto per rendere l’idea. Il primo è Piero de Luca, figlio del sindaco di Salerno, nonché viceministro alle infrastrutture - quello che “sballa con Lupi”. Vincenzo de Luca mantiene da mesi “illegalmente” sia la carica di viceministro che di sindaco (come Renzi è sindaco di Firenze e Segretario del Pd); ma come se non bastasse ci sono ottime probabilità che il “colorito” Vincenzo si candidi alle regionali ed insieme ad altri sette consiglieri comunali è inscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Salerno per abuso di ufficio, falso in atto pubblico e altre ipotesi di reato.
 
L’altro consigliere Renzi è andato addirittura a pescarlo tra le macerie “sempre calde e gravide” della Prima Repubblica; infatti il “nuovo che avanza” ha proposto come consigliere del Pd Federico Conte, figlio del craxiano Carmelo Conte, ex sottosegretario alla presidenza del consiglio (con delega alla Cassa del Mezzogiorno) nel 1980 e ministro per le Aree Urbane dal 1989 al 1993. Un’inossidabile cariatide campana, indagata nel 1994 per concorso esterno in associazione mafiosa, nel '97 per illeciti nella “ricostruzione” dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 e condannata in primo grado nel 2011 a quattro anni e dieci mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici per aver avuto rapporti con la camorra. Le vicende giudiziarie di “Carmel senza paur” si concludono nel dicembre del 2011 quando, difeso dal figlio Federico (allievo del futuro ministro Severino), è stato assolto in appello dalle accuse di associazione mafiosa. 
 
Ma siamo fiduciosi, non è scritto da nessuna parte che le colpe dei padri ricadono sui figli e Renzi ha sicuramente deciso di inserire questi “figli di” nelle sue “innovative liste” in piena libertà e con cognizione di causa; il rivoluzionario neo segretario del Pd non ha certo valutato quei nomi in base ad un possibile compromesso “elettorale” con le realtà territoriali a lui vicine! Cerchiamo di non esser maligni! Non dobbiamo pensar male, sarà di certo un caso. Peccato che la “Corte Costituzionale” bocciando il Porcellum ha rotto a Fonzie i candidati nel paniere! Non è un caso, infatti, che Renzi dopo la decisione della Consulta si è detto stupito! Ora tutti questi “figli di” sono difficili da piazzare! Ma il nuovo che avanza troverà un modo… non gli resteranno sul groppone, altrimenti che “nuovo” è? 
 
 
Foto: Wikimedia
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.253) 14 dicembre 2013 16:13

    Vincenzo De Luca è il miglior sindaco d’Italia, lo testimoniano gli straordinari miglioramenti della città di Salerno, l’efficienza della macchina amministrativa della città e i plebisciti che ottiene alle elezioni.

    Che abbia commesso abuso d’ufficio è cosa da dimostrare e in ogni caso non lo ha fatto per arricchirsi.

    La sua incompatibilità diventa effettiva quando il ministro di comunione e liberazione deciderà di concedergli le deleghe per poter operare concretamente, fino ad allora il titolo di vice ministro è solo un titolo onorifico. In ogni caso ha già avviato la procedura amministrativa per dimettersi senza che ciò comporti nuove elezioni per Salerno. Dimissioni che diverranno effettive appena ottenute le deleghe.

    Che Renzi abbia allettato qualcuno con la promessa di nominarlo poi deputato è una tua illazione priva di fondamento, dettata solo da livore politico che ti distingue.

  • Di Franco Giordano (---.---.---.41) 14 dicembre 2013 18:00
    Franco Giordano

    Infatti io non ho accusato, ho detto quello che sta succedendo, poi ognuno ha le sue idee. Io per esempio ritengo che De Luca "sia stato" un ottimo sindaco, ma ora , diversamente, ritengo che non lo sia affatto. Chissà come mai in Italia il troppo potere trasforma col tempo ottimi amministratori in piccoli Nerone! Salerno è uno dei comuni più indebitati d’Europa e dal punto di vista urbanistico, nonostante gli "embellissement" , questa bellissima città non ha poi ottenuto tanto dal punto di vista strutturale. solita distinzione tra urbanistica e interventi di abbellimento spesso confusa. Paradossale notare come i cittadini badino ad opere faraoniche (di dubbio gusto devo dire) ma non notino che il manto stradale è lo stesso da circa trent’anni (con relative buche, quasi patrimoni archeologici, tappate di tanto in tanto dopo una querela), altrettanto strano che non notino che il livello di inquinamento della rete fognaria (rimasta intatta dalla bonifica fascista) sia a livelli inquietanti - ai voglia di buttarci veleno per topi quelli oramai si sono mutati in elefanti. Non bisogna mica solo guardare in alto per capire se una città funziona ed è strutturalmente sana? Il maquillage fa tanto e per carità diamo a Nerone quel che è di Nerone, ma non è tutto! Sul traffico glissiamo. Ora prendiamo due esempi, il grand hotel salerno, cattedrale nel deserto, pessima opera (ottimo come ospedale), ripuntellata dopo due anni dalla conclusione dai due ingegneri progettisti (padre e figlio amici di amici) con un contrafforte dal lato interno altrimenti si sarebbe aperto come un castello di carte. Ed infine il Crescent: opera enorme e complessa che fatta sulla sabbia (forse suolo demaniale) rischia di franare (ma è una mia illazione non un dossier presentato da tecnici esperti ignorata dal sindaco). Se una manciata di anni fa bastò una nave arenata a un chilometro di distanza a far tremare i palazzi della zona torrione immaginiamo cosa potrebbe succedere lì con il mare che negli anni guadagna costa quasi a vista d’occhio. Dal punto di vista estetico è perfetta come colpo d’occhio dal mare ma vista di spalle toglie luce ad una delle zone più aperte della città, e ventose... quindi il mare preme da ovest, il vento da nord e nord est, la sabbia lavora di fino non poco, e in zona porto si sta traforando una montagna di arenaria e roccia dove passa un cavalcavia rampante (viadotto Alfonso Gatto - ottima scelta dare a quella "cosa" il nome del più grande poeta salernitano, ma lì non è colpa di de Luca). Onestamente mi sembra un tantinello azzardato (ma non sono un esperto). 

    Ma ora veniamo a noi. A prescindere che De Luca sia o no un ottimo sindaco io preferirei che iniziassimo a considerarci noi (semplici cittadini) ottimi cittadini, che ci difendessimo noi come "difendiamo loro", perché loro non hanno bisogno di esser difesi, sono al potere, e il potere si difende da solo e parteggiare per chiunque è sempre un favore che facciamo a loro... sulle dimissioni c’è tutto un marchingegno inventato da De Luca che ha del machiavellico, la formalità delle consegne è un pretesto e se è un titolo onorifico allora perché fa "effettivamente" il viceministro? Vi prego, a prescindere da quello che difendiamo o ammiriamo, difendiamoci e ammiriamoci prima noi!... questo sì che sarebbe un risultato che nessuno si aspetta... 
    grazie per il commento 
  • Di (---.---.---.146) 14 dicembre 2013 19:55

    Fendinebbia >

    Il “bipolarismo” funziona solo se sono 2 Partiti equipollenti a contendersi il primato sulla base di almeno l’80% del voto elettorale. In questo contesto è piuttosto semplice ottenere il supporto di altre forze marginali per avere sempre la maggioranza assoluta dei seggi istituzionali.

    In tutti gli altri casi non c’è Legge elettorale che possa, di per sé, garantire l’univoca interpretazione dei risultati e la stabilità della compagine governativa.
    Per questo, man mano che cala suddetta percentuale, occorre introdurre parametri “correttivi” a beneficio del partito o della coalizione più votata.
    Il caso italiano tuttavia dimostra che, al disotto di un certo limite, neppure un premio di maggioranza “spropositato” può garantire l’auspicata “governabilità”.
    Da qui il ricorso a coalizioni “allargate”, a governi di scopo, ecc.

    Veniamo all’oggi.
    E’ consentito “promettere” il varo di una nuova legge elettorale che, in un’ottica “bipolare”, attribuisca una vittoria “netta” e garantisca la potestà della compagine vincente per l’intera legislatura.
    E’ altrettanto lecito attendersi che tale “assertore”, per pura onestà intellettuale, metta nero su bianco la “mirabolante” soluzione trovata e dimostri la fondatezza dei suoi “annunci”.
    Solo così si evita il prevalere di quei Primi Super Cives attenti a privilegi, interessi …

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares