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Le autostrade del covid

Preoccupa enormemente il tasso di mortalità per covid-19 registrato in Italia, una percentuale che rischia di confermarsi la peggiore al mondo. Si fanno molte analisi sul perché di simile disastro e si elencano i principali sospettati: troppi tagli al Servizio Sanitario negli ultimi anni, troppi servizi concentrati in pochi grandi ospedali, medicina territoriale ridotta in molte aree allo stato residuale, perdita di controllo da parte del governo centrale, polverizzazione in venti sanità regionali, direttive europee non rispettate, corruzione, dirigenze incapaci e di cooptazione politica, etc., etc.; potremmo andare avanti a lungo con simili critiche. 

Altra accusa frequente viene fatta nei confronti del governo che, proprio per le magagne ora elencate, niente di efficace avrebbe saputo escogitare al di fuori dei lockdown e delle continue limitazioni imposte con numerosi decreti. A prima vista il ragionamento mi convince. Poi però vado a vedere i dati di altri paesi e i conti non tornano più. La Francia ha imposto un duro e lungo lockdown autunnale per correggere una curva epidemica impazzita ed ha un numero di decessi non molto diverso da quello italiano. Amici che lavorano nella sanità francese mi dicevano che in Francia nella conta dei morti per covid non vengono inseriti i decessi avvenuti all’interno delle RSA. Fosse vero questo ultimo aspetto ecco che il conteggio assomiglierebbe sempre più ai dati italici. Eppure la Francia è considerata tra le migliori sanità pubbliche al mondo ed ha una medicina territoriale di tutto rispetto, non è polverizzata in sanità regionali, ha messo in piedi un sistema di tracciamento probabilmente molto più efficace del nostro. Se vado a vedere la grande Germania anche lì i conti non tornano più. Ha la metà dei decessi francesi, ma siamo sempre ben sopra le 30.000 unità e, soprattutto, siamo arrivati ormai a duri e prolungati lockdown annunciati da una commossa e ben comunicativa Merkel in diretta TV. In Germania la medicina sul territorio è validissima, vi sono presidi praticamente ovunque, fare un tampone è un diritto reale di chiunque, lo si può richiedere in qualsiasi momento senza motivi particolari, e lo si fa in pochi minuti in qualsiasi giorno della settimana, senza code, senza infernali drive in. In Austria c’è in questo momento un lockdown totale, come il nostro di marzo, previsto fino al 18 gennaio, salvo deroghe. Non parliamo della situazione inglese, il paese che per primo si dotò di un servizio pubblico nazionale su idee keynesiane e che compete con noi per il paese con la peggiore mortalità. La Svezia scalda i cuori a tutti gli intolleranti dei lockdown, nessuna chiusura, RSA e categorie fragili blindate, tamponi a tappeto, tracciamento meticoloso, decessi decisamente inferiori ai nostri nella prima ondata. Oggi però la situazione è precipitata, 100 decessi quotidiani da ottobre divenuti quasi 200 nel mese di dicembre, ma su una popolazione sei volte inferiore alla nostra e con le categorie fragili ancora in salvo dietro barriere ancora inviolate. Ma i contagi crescono a numeri apocalittici, 20.000 quotidiani e il tracciamento è completamente saltato. Il sovrano chiede a gran voce si faccia qualcosa per frenare la strage. Il numero totale dei decessi covid svedese, se rapportato alla popolazione italiana, sarebbe di almeno 50.000 unità. Andiamo negli USA e troviamo numeri estremamente simili ai nostri, ma, molti osservano, siamo in un paese privo di sanità pubblica con decine di milioni di poveri abbandonati a loro stessi. Quindi Europei dotati di sanità pubbliche similari e statunitensi privi di sanità pubblica accessibile a tutti ottengono però risultati simili nelle graduatorie dei decessi; anche in USA si è ricorso a numerosi lockdown nei singoli stati. A questo punto lo stupore esplode se andiamo a leggere i dati dei paesi dell’oriente asiatico. Non consideriamo la Cina, è una dittatura, tarocca i dati, non è trasparente, ma la Corea del Sud è una democrazia avanzata, e poi Taiwan, Thailandia, Giappone, Vietnam, ovunque cerchi trovi dati di contagi e decessi minimali. Si tratti di democrazie, si tratti di regimi socialisteggianti, si tratti di governi autoritari, si tratti di paesi poveri o ricchi, gli orientali con occhi a mandorla non sentono quasi la seconda ondata. Servizi sanitari diversi, ricchezza e sistemi di governo molto differenti, ma i decessi sono pochissimi. I 120 milioni di giapponesi hanno avuto in totale 3100 decessi, i 51 milioni di sudcoreani nemmeno 1000, i 95 milioni di Vietnamiti 35! Trentacinque! Vabbè sarà l’area geografica, anche perché sono paesi talmente differenti tra loro che dovrebbero per forza avere storie diverse, non questo comune successo contro un virus che paralizza europei e statunitensi. I complottisti qua si fregano le mani a trovare bizzarre teorie. Poi allora decidi di vedere altrove, scelgo il Venezuela, vi ho cari amici che possono spiegarmi bene cosa accade: sono quasi 29 milioni e ad oggi hanno un totale di 1000 decessi. Sono differenze troppo ampie per poterle imputare a sistemi di conteggio non identici, peraltro l’OMS li certifica invece come calcolati tutti allo stesso modo. E allora? E allora, forse, tutti questi paesi a bassa mortalità, che siano ricchi o poveri, che abbiano grandi o mediocri sanità, che siano dittature o democrazie, hanno però un tratto comune: senso civico, educazione civica, responsabilità verso la propria comunità, senso di appartenenza ad una comunità molto forte, profonda consapevolezza del proprio ruolo nella lotta al contagio. Il ministro delle finanze giapponese, fervente nazionalista, ci ha quasi sbeffeggiati perché, a differenza loro, non avremmo il “mindo” termine nipponico intraducibile che indica il livello di civiltà del singolo individuo di una comunità o popolazione. Poi penso ai nostri novax, nomask, negazionisti, riduzionisti, complottisti, ai politici di opposizione che hanno aizzato a non rispettare le norme sanitarie, ai sedicenti scienziati critici che negano, contestano, istigano, i tanti montanarini, tarrini, bacchini, citrini, zangrillini, etc., etc…. penso alle grandi manifestazioni anti misure e negazioniste avvenute in tutta Europa e USA, ma in nessuno dei paesi a bassa mortalità. Ecco, ecco cosa accade. Accade che un virus molto contagioso e a bassa letalità, maneggiato da popolazioni abituate ad agire compatte e convinte contro il pericolo comune, trova un argine di comportamenti corretti che lo ostacolano, lo tengono su numeri molto bassi e non gli permettono stragi. Nelle nostre società deprivate di cultura, di senso critico, di educazione civica, di senso di appartenenza, il virus trova autostrade vuote. Negli ultimi decenni abbiamo visti riconosciuti molti diritti individuali, abbiamo conquistato molte libertà individuali, ma, contestualmente, le nostre classi dirigenti han permesso che culturalmente fossimo trasformati in popoli acriticamente consumistici, compulsivi ed emotivi, per essere più manipolabili e sensibili alle lusinghe delle merci; han permesso che l’appartenenza al proprio paese si trasformasse in accettazione di disponibilità apolide e cosmopolita di trovare una propria nicchia vitale nelle pieghe di una economia sempre meno sociale e sempre più global-finanziaria. Una volta ho sentito il termine di individui trasformati in“monadi consumistiche”, lo trovo corretto, buona parte di noi siamo stati modificati in questo ed una monade consumistica non accetta di buon grado piccoli sacrifici individuali per il beneficio di una comunità alla quale non sente più di appartenere e richiesti da una classe dirigente che ha perduto ogni autorevolezza. Non è l’unico motivo, ma, secondo me, è quello più significativo per spiegare la strage in corso in tutta Europa e negli USA. Il dottor Bacco, alla manifestazione di fine settembre a Roma, ha fieramente ammesso alle telecamere di La7 che non farà mai un tampone, che brucia le mascherine, che sicuramente il comportamento di chi aderisce a quella manifestazione contribuisce a spargere il contagio nella popolazione, e che questo è un fatto positivo. Provate a vedere quanto durerebbe l’impunità per simili dichiarazioni e azioni di un medico o un comune arruffapopoli, in un qualsiasi paese di quelli a bassissima mortalità per covid-19.  ADL

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