• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > La vita e la morte qui in Messico

La vita e la morte qui in Messico

Mentre mi godevo la sera ai giardini sono arrivate quattro camionette della polizia federale. Viaggiano in colonna, quattro seduti e rivolti alla strada con i mitra ben in vista, uno in piedi e su una specie di torretta con la mitragliatrice puntata in avanti. La maggior parte con un passamontagna nero sotto elemetti da guerra.

Sono scesi velocemente, un paio a guardia dei mezzi con i mitraglieri il resto è entrato in un palazzo qui nel centro a Durango. Ho sentito urla, rumori frenetici ed oggetti buttati per terra. Una paio di ragazzi con felpe colorate si sono calati giù da una finestra, uno di quelli in strada ha puntato il mitra in faccia ad uno di loro, e quelli si sono fermati buttandosi per terra.

Per terra ci sono finito anch'io. Insieme a tutti quelli che, curiosi, osservavano la scena. Per fortuna non ci sono state conseguenze, solo un grande spavento e niente di più.

Hanno caricato i due su una camionetta, le mani legate dietro la schiena,
due in piedi con l'arma puntata sulla testa e se ne sono andati
.

Abbastanza inebetito mi sono seduto sulla panchina, un vecchietto si è avvicinato e mi ha detto: "cosa ne pensi della nostra città, è una città orribile o ti piace?"

Ritorno con la memoria al tassista, a quello che mi ha detto quando mi ha caricato in macchina:

"Per cosa vieni? Per i monumenti o per i narcos?"
"Per i narcos" gli ho risposto pensando che capisse l'ironia.


"Benvenuto allora, sei nel posto giusto. Questa dopo Juarez è la città più violenta del Mexico, ancora di più di Sinaloa. Da qui passa droga, armi, migrantes... insomma di tutto. Questa città si espande, c'è sempre piu' gente ma manca il lavoro, ed allora ci si arrangia"


In Mexico è in corso una guerra che coinvolge vari segmenti della società. C'è quella dei narcos, ma di quella approfitta lo stato per regolare molti conti in sospeso, in particolare con militanti della sinistra o persone impegnate nella difesa dei diritti umani. Una di queste persone ha chiesto ufficialmente agli Stati uniti di essere accolta come rifugiato politico.

Gli episodi di questa guerra sono degni di un romanzo da guerra fredda.
L'ultimo riguarda il sorvolo del territorio messicano da parte di aerei militari americani per il controllo delle zone da cui transitano armi e droga. Il tutto senza che il parlamento ne fosse informato.

Sui giornali ha trovato spazio un'episodio di questa guerra, durante un'azione negli Stati Uniti da parte della polizia americana contro alcuni narcotrafficanti è stato sequestrato un arsenale di armi da guerra.

La sorpresa è stata grande quando le autorità americane si sono accorte che, quelle armi, facevano parte di una fornitura fatta a suo tempo al Mexico per combattere il narcotraffico.

Alla richiesta di spiegazioni il governo ha emanato un comunicato in cui dice che erano state rubate e che si erano dimenticati di avvisare i loro fornitori.
In questo magma convivono interessi di tutti i generi e, a quello che vedo, i confini tra ciò che viaggia su binari leciti e ciò che ne è fuori sono sempre più difficili da tracciare.

"Vedi, gli americani ci forniscono le armi che ci servono per ammazzarci l'uno con l'altro. Noi gli forniamo droga e braccia a basso costo per le loro fabbriche e le loro case. Chi pensi pulisca il culo ai loro ninos?". Così mi raccontano sulla panchina.

Oggi la giornata è splendida, questo territorio è di una bellezza che ferisce gli occhi in molti dei suoi luoghi. Convivono deserti, canyon e laghi, paesaggi desolanti e posti pieni di vita, animali ed uomini.

Starò qui ancora un po', poi andrò verso Sinaloa. Il Mexico e la sua gente, le sue storie, la capacità di accoglierti e di buttarti fuori se ficchi troppo il naso nelle sue cose. Insomma un luogo dove non ti annoi se solo hai voglia di muoverti e guardarti attorno.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares