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 Home page > Attualità > Ambiente > La truffa dei costi del nucleare

La truffa dei costi del nucleare

Siamo obbligati a prepararci per il referendum “nucleare sì, nucleare no” e, se si vuole fare una campagna efficace, non bisogna mettersi in mano ai cosiddetti esperti, ma bisogna battere solo su quei punti dove i nuclearisti non sono in grado di dare risposte.

Sulla questione “sicurezza”, malgrado la catastrofe giapponese, possono sempre dire che le moderne centrali, quelle di terza generazione, sono supersicure, ed è impossibile smentirli.

- Sulla questione economica, dove si afferma che il nucleare è competitivo, bisogna pretendere che nel bilancio che fissa il costo del kilowatt prodotto dall’atomo, si comprenda il costo dello smantellamento delle centrali (dopo 40 anni di servizio), il costo dello stoccaggio delle scorie e il costo della custodia per varie migliaia di anni dei siti che ospiteranno questi rifiuti speciali.

Senza queste voci parlare di costi competitivi è una truffa.

- Per quanto riguarda la barzelletta che il nucleare ci dà una parziale indipendenza energetica, ciò è palesemente falso, in quanto il combustibile (l’uranio) proviene da paesi stranieri, è scarso, è soggetto ad esaurimento, il suo prezzo è in continuo aumento. Tutto ciò crea una totale dipendenza, come è oggi per il petrolio e il gas, mentre per le rinnovabili il sole e il vento sono gratis, e a disposizione per qualche miliardo di anni.

- Dobbiamo pretendere di conoscere quale compagnia di assicurazione nazionale o internazionale è disposta ad assicurare questi impianti, cosa assai difficile, ma nel caso si trovasse un istituto disposto, quale sarebbe l’importo, che andrebbe sommato al costo del kilowatt.

Mettiamoci in testa che se dovremo fare una campagna referendaria (da accorpare alle elezioni amministrative) è questo il giusto metodo di parlare a tutti, ai pensionati, alle casalinghe, a quella maggioranza di italiani la cui unica fonte informativa è la Tv, ricordando loro che, sulla nostra bolletta (ben mimetizzata) stiamo già 20 anni pagando una quota che dovrebbe servire a smantellare le vecchie centrali. Una vacca grassa che viene munta, senza, peraltro, aver risolto il problema dello smantellamento e della messa in sicurezza.

Siamo già un paese a rischio nucleare, per la mancata messa in sicurezza delle centrali fermate nel 1987.

La nostra incapacità a risolvere i problemi è già drammatica, non sommiamo problemi a problemi. Le strade alternative ci sono, dalla riduzione degli sprechi, a tetti fotovoltaici su ogni capannone industriale e agricolo, da finanziare con i costi previsti per il nucleare, in modo da avere una reale autosufficienza energetica per tutto il nostro piccolo e medio sistema produttivo.

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca (---.---.---.209) 16 marzo 2011 14:34

    Siamo il paese del sole e del vento e siamo anche il paese della cultura e dell’arte e non investiamo da tempo su queste risorse e già da qui nasce una grande amarezza per come si dilapida un patrimonio che il mondo intero ci ha sempre invidato.

    Amarezza che poi esonda quando parliamo di problemi ben meno gravi che non sappiamo risolvere come per esempio la monnezza o per rimanere in tema di calamità naturali, quella del terremoto a L’Aquila, dove 2 anni dopo, non sappiamo togliere quattro macerie dal centro della città e restituirla agli abitanti.

    Vogliamo poi parlare delle mafie, della corruzione diffusa e delle speculazioni? Chi mi assicura che le scorie non me le infilino sotto il terreno di casa come hanno fatto appunto per la monnezza?

    Ergo emmeno un pazzo direbbe di si al nucleare se conoscesse anche un pò questo paese.

  • Di paolo (---.---.---.70) 16 marzo 2011 14:52

    Ma perchè ti affanni tanto , il referendum è già scontato e spero che ci vada più gente possibile perchè è giusto che la responsabilità sia di tutti . La sinistra è già in mobilitazione ,non avevo dubbi sul PD che ormai storicamente non perde occasione per pigliare cantonate , ma anche a destra la "pancia" prevarrà sulla ragione ,quindi sarà un plebiscito contro il nucleare .Stai certo .

    Ma ritengo sia giusto motivare la scelta in modo corretto.
    Con il nucleare nessuno cerca l’indipendenza energetica e non è vero che un’aumento , anche di dieci volte del costo dell’uranio modificherebbe la convenienza del nucleare ,sole ,vento e mare sono disponibili ,ancora per qualche miliardi di anni (opzione ottimistica) ma bisogna raccoglierli e la loro densità è molto bassa . Sulla nostra terra piove 10.000 volte più energia più di quella che ci serve , ma raccoglierla ed utilizzarla è un’altro paio di maniche .
    I costi di smantellamento delle centrali e dei siti di stoccaggio è da addebitare agli "ambientalisti " del precedente referendum (quello del 1987 dopo Chernobyl) che hanno castrato il nucleare in Italia , a cui va aggiunto un costo di sistema industriale ,di ricerca ,ingegneristico (vallo a dire ad Ansaldo, Nuova Pignone ecc... ) .Oggi dobbiamo comprare dalla Francia . Eravamo leader nel mondo.
    Comunque , archiviato il nucleare ,ammesso e non concesso che domani (lontano)non parliamo di fusione anzichè di fissione , puntiamo decisi sulle "rinnovabili " .
    Infine non perdere di vista che il capitale di investimento sul nucleare è a quota di maggioranza "privato " .Cerchiamo di essere il più possibile obiettivi.

    ciao
  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.103) 19 marzo 2011 01:30

    In assenza di seri dibattiti sui media di massa, tenuti da persone preparate e non assoldate da alcun potere, cerchiamo di fare di necessità virtù, almeno per chi ha la volontà di cercare di capire cosa realmente significhi NUCLEARE e quali siano le implicazioni che ci possano riguardare, a tutti i livelli.


    Per il Bene Comune ha quindi raggiunto e intervistato il prof. Luigi Sertorio, docente di Ecofisica presso l’Università di Torino.
    Allievo di Edoardo Amaldi, ha dedicato la sua intera vita lavorativa al settore nucleare, militare e civile. E’ stato per lungo tempo al Los Alamos National Laboratory negli Stati Uniti, dove ha approfondito gli studi sul reattore francese di ultima generazione (Superphénix) ed ha lavorato per anni come direttore di programmi scientifici per la NATO. E’ autore di oltre 90 pubblicazioni scientifiche e diversi saggi divulgativi.

    Sarebbe cosa saggia che televisioni e giornali dessero la parola a persone di questo calibro, ma così non è: tutti gli spazi sono ormai occupati da "tuttologi", pseudo-scienziati e pseudo-professori a gettone, politici che tutto conoscono tranne ciò di cui parlano. Per gli italiani va bene così. L’ha detto la TV in fondo.

    Ma non per tutti.

    Un’ora di ottima informazione. Da condividere per riflettere prima del voto referendario sul nucleare italiano.

    Il Punto, speciale nucleare con il prof. Luigi Sertorio:

    Nucleare, qualche domanda scomoda:
     
    "Non parlateci di nucleare e di rinnovabili a sostegno dell’utopia del consumismo, parlateci di non consumismo, cioè della realtà".
  • Di Renzo Riva (---.---.---.88) 21 marzo 2011 02:58
    Renzo Riva

    Le vere truffe sono il finanziamento delle incentivazioni del fotovoltaico e eolico.

    Legambiente? Wwf? Sorgenia? Realacci? De Benedetti Carlo?

    Seguendo il link scoprirete un Mondo dedito al ladrocinio bipartisan.

    http://www.pieroiannelli.com/?p=8

  • Di (---.---.---.125) 12 aprile 2011 15:14

    pessimo articolo. molte opinioni supportate da pochi fatti . Nessuna fonte verificabile

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